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IN SCENA AL PONCHIELLI

Linus: c’era un ragazzo cresciuto con i Beatles

Teatro gremito per ‘Radio Linetti’, lo show itinerante della voce di ‘Deejay chiama Italia’

Luca Muchetti

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redazioneweb@laprovinciacr.it

04 Marzo 2025 - 08:23

Linus: c’era un ragazzo cresciuto con i Beatles

CREMONA - Una comunità che ogni giorno, da 34 anni, si sintonizza sulla stessa radio, alla stessa ora, si è ritrovata ieri sera in un teatro Ponchielli tutto esaurito. Lo show itinerante di Linus, voce simbolo di Radio Deejay, si chiama Radio Linetti, ed è uno spettacolo a metà strada fra teatro e radio che di ‘Deejay chiama Italia’ - la trasmissione che dal 1991 va in onda ogni mattina sulla radio milanese - riprende abitudini, tormentoni, tic e suoni diventati vero e proprio lessico famigliare per uno zoccolo di ascoltatori fedelissimi. Accompagnato da Matteo Curti, a miscelare suoni, canzoni e jingle, Linus spunta a sorpresa dal fondo del teatro, scherza con gli spettatori e sale sul palco sulle note di una marcia nuziale insieme a una ragazza recuperata senza preavviso in platea. A guardarlo, dalle prime file, ci sono anche Andrea e Michele, quota cremonese dell’emittente radiofonica. La scenografia è la sintesi dell’immaginario musicale (e non solo) di Linus. Cento vinili occhieggiano da una grande libreria, mentre una consolle da dj, fra libri, una chitarra e parti di moto (una Norton, la moto dei sogni del deejay), ricrea l’ambiente più familiare di Linus.

linus

Linus e Matteo Curti

«Questa invece è la tromba con cui mio padre ha suonato per tanti anni. Me la porto dietro come un amuleto, e forse è il motivo per cui siamo qui questa sera. È lui che ha trasmesso a me e a mio fratello Albertino - che forse qualcuno di voi conoscerà - l’amore per la musica. Negli anni Sessanta, quando ero un bambino, mia sorella era innamorata dei Beatles. Sono cresciuto ascoltando quelle canzoni», ricorda appoggiando la puntina del giradischi sui solchi di Michelle e Yellow Submarine. La storia personale del direttore artistico di Radio Deejay diventa la storia della radio fondata nel 1982, dove Linus approdò solo due anni più tardi. Da allora il binomio Linus-Radio Deejay è diventato inscindibile, trasformandosi nella colonna sonora quotidiana di milioni di ascoltatori. Le casse suonano i Fleetwood Mac, Alan Parsons Project, Lucio Battisti, Neil Diamond e tanta altra musica. «Mi piace questa familiarità che viene fuori in teatro un po’ alla volta in teatro. Voi alla fine mi conoscete meglio di certe persone che incontro in ascensore in radio. Siamo in via Massena dal 1984, da 40 anni come Fantozzi entro nello stesso portone. Il palazzo di cinque piani col tempo è diventato di sette piani e ancora non ho capito come abbiamo fatto. Sono piani stipati di persone che lavorano lì, e di dipendenti di società collegate alla radio. Una settimana fa entro in ascensore, il più lento dell’universo. Arriva una ragazza mai vista, passa il badge e la aspetto. A un certo punto mi chiede: ‘Scusa ma tu lavori qui?’. Non ci crederete, non l’ho più vista».

L’aneddotica è inarrestabile, in platea si ride di gusto mentre Curti alterna frammenti di classici della canzone internazionale a italiana. I ricordi intanto scorrono implacabili: da quell’incontro fortuito e silenzioso con Lucio Battisti in aeroporto, alla finta rissa inscenata sotto gli occhi esterrefatti di Francesco De Gregori per la prima volta ospite in radio, fino a una sigaretta esplosiva servita involontariamente a George Michael. «La verità è che faccio queste serate per liberarmi da Nicola Savino (compagno di trasmissione ogni mattina, ndr)», dice salutando chi in sala arriva da Bergamo, Brescia e persino da Oristano. Domani mattina alle 10 si torna in radio: «Saremo freschissimi», chiude lui.

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