Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IN SCENA AL PONCHIELLI

Zimmermann e Choni in duo sotto il segno dell’intimismo

Tre epoche musicali e quattro grandi autori: i virtuosi, violino Strad Lady Inchiquin e piano, incantano e innamorano

Giulio Solzi Gaboardi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

15 Febbraio 2025 - 08:33

Zimmermann e  Choni in duo sotto il segno dell’intimismo

CREMONA - Sotto il segno dell’intimismo cameristico e incantatore il concerto di ieri sera al Ponchielli del duo composto da Frank Peter Zimmermann e Dmytro Choni. Il violinista tedesco e il pianista ucraino hanno affrontato un repertorio che ha alternato l’introspezione romantica e tardo romantico di Schubert e Brahms con le novità spiazzanti del Novecento di Szymanowki e Bartók.

Si parte con l’Introduzione e variazioni sul Lied Trockne Blumen di Schubert. Zimmermann e Choni impostano la lettura del brano come una progressiva apertura di suono e ritmo, partendo da tempi larghi e toni languidi per giungere a un andamento più serrato e frizzante e volgendo il suono alla brillantezza. Un bell’avvio in chiave romantica per l’auto-rilettura che Schubert operò del suo splendido, dolcissimo e funereo Lied Trockne Blumen (Fiori appassiti). Qui la voce del tenore è assente, in luogo di un dialogo serrato e franco tra i due strumenti.

Il primo momento davvero dinamico e dialogico arriva, tuttavia, con il primo dei tre Mity di Szymanowski, Zeódlo Aretuzy (La fonte d’Aretusa). Qui, la fluidità del tema dello scorrimento dell’acqua, strettamente legato alla metamorfosi dei due protagonisti della vicenda mitica, si traduce in un perfetto bilanciamento strumentale, ove il pianoforte tratteggia un flusso continuo, un incedere sinuoso e quasi ipnotico, e il violino si ritaglia un ruolo di straniante onirismo. Choni si ritaglia in questi tre pezzi un ruolo protagonistico ed equilibrato. Il pianoforte gode infatti di uno spazio tutt’altro che secondario, inscenando il dualismo intrinseco dei tre pezzi.

Del secondo brano, Narcyz (Narciso), si coglie ad esempio l’andamento speculare che rappresenta il giovane cacciatore sedotto dalla sua stessa immagine, riflessa nell’acqua di una fonte. Choni evidenzia il tono suadente dello strumento, in stretto rapporto con il suono languido ed erotico del violino di Zimmermann, uno Stradivari Lady Inchiquin del 1711. Lo strumento, costruito nel periodo d’oro dal liutaio cremonese, presenta un suono deciso e al contempo vellutato.

La prima parte del concerto si conclude con il terzo mito, Driady i Pan (Driadi e Pan), trionfo di complessità armoniche e drammatiche tutte tese alla mimesi dell’inseguimento.

All’insegna dell’intimismo è la prima metà della Sonata n.1 in Fa minore op.120 n.1 di Johannes Brahms, proposta nella versione per pianoforte e violino (quest’ultimo in vece degli originariamente previsti viola o clarinetto). Zimmermann e Choni restituiscono un Brahms tutto piegato su se stesso, riflessivo, patetico, in cui le angosce del compositore si traducono in motivi docili e delicati più che esplosivi e scomposti, fino al flusso di coscienza dalle vivide sfumature dei due movimenti conclusivi.

I due interpreti restituiscono una lettura della Sonata che rende giustizia al terremoto emotivo rappresentato dal compositore di Amburgo grazie a una spiccata sensibilità volta ad accentuare ogni varietà di colore, come se ogni nota, ogni passaggio, ogni movimento, infine, rappresentassero uno stato d’animo, dipingessero, insomma, un archetipo umano con tutte le sue fragilità e le felicità.

Funambolica infine la seconda Sonata per violino e pianoforte di Bartók, in chiusura di serata. I due musicisti si lanciano in un inseguimento che ha dell’incredibile, tra sonorità estreme, potenza dinamica ed enfasi espressiva. In questa occasione Zimmermann dà il meglio di sé, come virtuoso e come esecutore capace di interpretare le complessità compositiva del maestro ungherese.

Bis con l’Allegro della Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore di Brahms. Qualche posto vuoto in teatro causato dal dittico tremendo San Valentino - Sanremo. Battuti i due ‘santi’ da questa coppia — non di innamorati, ma che certo sa innamorare — folgorante.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400