L'ANALISI
28 Giugno 2024 - 05:15
CALVATONE - Bedriacum, sito archeologico di grande rilevanza storica, ha riservato straordinarie sorprese nella campagna di scavo del 2024, che si chiude oggi. Lorenzo Zamboni, responsabile degli scavi e professore all’Università degli Studi di Milano, racconta sul campo gli emozionanti sviluppi di questa stagione. «Siamo alla fine della campagna 2024, in una zona mai esplorata prima del Vicus Romano, fondato alla fine del primo secolo avanti Cristo. Grazie alle nuove tecnologie, come le analisi geofisiche non invasive condotte con il georadar dal collega Guglielmo Strapazzon, che ci ha permesso di andare a colpo sicuro, abbiamo potuto individuare strutture sepolte a profondità diverse con grande precisione. Grazie a queste analisi che consentono di riconoscere dal piano di calpestio le strutture sepolte, abbiamo potuto verificare la presenza di ambienti nuovi, di cui non si sapeva nulla fino a questo momento».
«In particolare - spiega Zamboni - abbiamo scoperto un ambiente quadrangolare, dalle funzioni ancora incerte, con orientamento diverso rispetto a quello abituale, una forma e dimensioni non usuali, ricco di resti faunistici, probabilmente legati al consumo delle carni e probabilmente alla macellazione degli animali, soprattutto bovini. Abbiamo trovato centinaia e centinaia di frammenti ossei in buone condizioni, indicativi di pratiche alimentari e lavorative legate alla cucina», spiega Zamboni.
Un’altra importante scoperta riguarda un antico pozzo per la captazione dell’acqua, «connesso alla struttura quadrangolare, risalente all’epoca romana e restaurato in epoca tardoantica, in ottime condizioni di conservazione, profondo molti metri, che stiamo ancora documentando».
L’altra novità importante è «la scoperta nelle ultime ore di una cloaca romana, tipica del mondo romano, una struttura di grandi dimensioni mai riconosciuta prima nel vicus di Calvatone Bedriacum. Rappresenta un altro elemento chiave per la comprensione dell’urbanistica del sito. Questa struttura, che probabilmente si estende per decine di metri, serviva allo scolo delle acque scure per le necessità di chi abitava nelle domus già conosciute del Labirinto e dello scavo sud, ad esempio. Aggiunge un tassello importante alla nostra conoscenza dell’impianto abitativo e delle funzioni quotidiane degli abitanti», sottolinea il docente.
Il progetto di scavo è reso possibile grazie a una «sinergia eccezionale di forze e interessi e di impegni economici. Voglio ringraziare i Comuni di Calvatone ma anche di Tornata, che quest’anno ci ha offerto alloggi per oltre cinquanta studenti, non solo italiani ma anche americani, indiani, russi. Grazie alla collaborazione con l’Università di Pavia, qui rappresentata dalla dottoressa Novella Battaglia, assegnista di ricerca su un progetto Prin oggetto di un finanziamento di alcune centinaia di migliaia di euro che abbiamo vinto l’anno scorso, con le Università di Milano e Pavia e che ci permetterà per i prossimi due anni non solo di scavare ma di poter fare anche tantissime analisi scientifiche, chimiche, geologiche. Abbiamo il supporto di altri istituti come l’Università di Trento con il professor Diego Angelucci, docente di Geoarcheologia e di Metodologia della ricerca archeologica. L’ateneo trentino è uno dei partner fondamentali per la ricerca interdisciplinare», ha dichiarato Zamboni.
L'importanza del progetto è sottolineata anche dal supporto della Soprintendenza e della provincia di Cremona, proprietaria di parte del sito, almeno due ettari. «Il Soprintendente Gabriele Barucca, sempre disponibile e interessato al nostro progetto, ha visitato gli scavi e ha portato i saluti della sua istituzione». Presente anche sul cantiere di scavo Marina Volonté, Conservatrice del Museo archeologico di Cremona. «Vorrei anche ringraziare la Pro loco di Calvatone e tutte le associazioni locali per il loro supporto logistico», ha aggiunto Zamboni.
Un aspetto significativo del progetto è l’interesse turistico che ha suscitato. Quest’anno più che mai. «Oggi abbiamo avuto oltre 40 visite di turisti - sottolinea Zamboni -. Questo è possibile grazie al Visitor Centre gestito da Stefano Nava e dall’associazione Anemos e dai suoi collaboratori, che mantiene viva l’attività del sito durante l'’anno con attività didattiche eccezionali per le scuole, ma anche per gli altri visitatori», rimarca Zamboni.
Infine, il docente annuncia un progetto ambizioso per il futuro: la creazione di un parco archeologico a Bedriacum. «Con la sindaca Valeria Patelli, il presidente della provincia, gli enti locali, e con la Soprintendenza, stiamo lavorando a un parco archeologico di Bedriacum e della Postumia, la via consolare tra le più importanti dell’Italia romana, che qui passa. Il progetto del parco includerà interventi di piantumazione di una serie di essenze antiche legate al paesaggio romano e padiglioni che riprodurranno le strutture antiche del vicus, come le domus e le strutture funzionali, che potranno accogliere attività didattiche, divulgative, laboratori per archeologi e tantissima novità. Sarà un parco estremamente innovativo, naturalistico, archeologico e culturale, progettato dall’Università degli Studi di Firenze e dagli architetti di Verona, tra cui Michelangelo Pivetta».
La campagna di scavo del 2024 - che ha portato alla luce anche una splendida anfora intera, altre anfore rotte, monete e parti di pavimentazioni decorate (in azzurro) - non solo ha rivelato nuovi aspetti della vita a Bedriacum, ma ha anche posto le basi, dunque, per un futuro ricco di scoperte e opportunità di divulgazione culturale.
La sindaca Valeria Patelli, dal canto suo, sottolinea come il 2024 sia stato «un anno importante, un anno straordinario, devo dire, con dei ritrovamenti straordinari. Bedriacum continua a stupire di anno in anno. Tantissimi i giovani che sono venuti nei due turni di apertura dell’area di scavo da tutt’Italia e non solo da tutt’Italia. Sono ritornati questa settimana e adesso abbiamo tantissimi visitatori che sono arrivati nella prima settimana di scavo ma che sono ritornati nell’ultima per vedere i risultati. Io devo ringraziare l’équipe di scavo, il professor Zamboni e tutti tutti i professori e professionisti che sono venuti a Calvatone, in queste settimane da diverse università del Nord e del sud Italia. Devo ringraziare il Comune di Tornata che ci ha dato la possibilità di dare alloggio agli studenti universitari e non solo, e devo ringraziare anche la Pro loco che ha dato un supporto logistico per tutta la campagna di scavo».
«Questo significa - conclude - che ci stiamo organizzando sempre di più, che ci stiamo strutturando sempre di più, attraverso il Visitor Center, attraverso Le guide e l’associazione Anemos che svolge attività tutto l’anno. Abbiamo adesso un unico fine: quello di mantenere aperto questo grande tesoro che è Bedriacum. Vogliamo pensare sempre più in grande, cercando di realizzare il sogno impegnativo che è la creazione di vero parco archeologico. Ci stiamo lavorando, il progetto c’è, adesso bisogna cercare i finanziamenti».
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