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#DIRITTODICRITICA: 'Maria Stuarda', le recensioni degli studenti

Primo appuntamento dell'anno con l'iniziativa organizzata dal giornale 'La Provincia' e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli

La Provincia Redazione

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08 Gennaio 2024 - 16:49

#DIRITTODICRITICA:  'Maria Stuarda',  le recensioni degli studenti

CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli.

Una piuma d’angelo decide chi sarà regina: è il destino che muove tutte le esistenze, anche quelle delle sovrane e il tempo è lo strumento della sua inesorabile realizzazione. E così, sera dopo sera, replica dopo replica, l’angelo in cima alla balconata fa cadere una piuma bianca che stabilisce chi sarà Elisabetta I e chi Maria Stuarda fra Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, entrambe regine del palcoscenico per il drammone di Friedrich Schiller, diretto da Davide Livermore, al Ponchielli.

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BANDERA ALICE – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi, rispettivamente nei ruoli di Elisabetta I e di Maria Stuart, e gli attori Gaia Aprea, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Linda Gennari, Sax Nicosia e Giua (per l’accompagnamento musicale e la voce) hanno dato vita a Maria Stuarda di Schiller, in scena per due sere al Ponchielli. Grazie ad una piuma, lasciata cadere ad inizio spettacolo, si decide chi recita nel fatidico ruolo di Maria, se la Pozzi o la Marinoni: nella serata in cui si è assistito allo spettacolo è toccato alla Pozzi, che per rendere meglio l’idea delle sofferenze della regina di Scozia, appena la piuma la sceglie, si lancia in una grande recitazione di sconforto. Nello spettacolo vengono raccontate le vite private delle due regine, con solo qualche accenno alla vita politica. Tutte le vicende, dalla prigionia di Maria alla firma della sua sentenza, sono ricostruite intorno ad una grande scalinata, spostata a seconda delle necessità: le scale, infatti, passano dall’essere la prigione al palazzo reale, dal parco alla corte. In alcune scene un telo viene anteposto alle scale, come per esempio quando Elisabetta I discute con i Lords, in cui il telo giallo nasconde completamente le scale e il palco si trasforma in un piccolo salotto. Le musiche, ideate da Mario Conti e suonate dalla chitarra elettrica di Giua, sono perfette per rappresentare gli stati d’animo e il legame tra le due protagoniste, con note più acute quando arrivano i momenti di tensione. Magnifiche le luci, disegnate da Aldo Mantovani, che creano l’atmosfera della vicenda. Ma i più spettacolari sono i costumi, sia quelli delle due regine che quelli dei personaggi secondari. I costumi delle sovrane sono molto differenti fra loro, quelli di Elisabetta I sempre scintillanti, mentre quelli di Maria con toni più scuri. Il trucco è perfetto e le parrucche rappresentano le acconciature tipiche di quel periodo. 

Maria Stuarda è stato uno spettacolo interessante e affascinante, anche perché ci ha raccontato le due regine in modo diverso: Elisabetta I e Maria, nonostante fossero delle regine forti e importanti, erano anche umane, e quindi capaci di provare sentimenti, come quando la regina d’Inghilterra, saputo dell’esecuzione della sorellastra, è angosciata e preoccupata.

BENEDINI RICCARDO – 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Una tragedia ambientata nel XVI secolo “Maria Stuarda”, di Friedrich Schiller, con Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Gaia Aprea, Giua e tanti altri, la regia è di Davide Livermore.

Maria Stuarda, regina di Scozia, detenuta in Inghilterra viene giudicata colpevole dai giudici inglesi dell’uccisione del marito e condannata a morte, un pretesto utilizzato per annientare il suo potere. Manca la firma, il consenso della regina d’Inghilterra Elisabetta I che deve decidere la sorte di Maria. La storia si complica anche con l’intervento di Mortimer, giovane che si spende per difendere Maria. Elisabetta, affiancata da consiglieri che difendono e che vogliono la morte di Maria dovrà quindi decidere…

Ritmo molto lento, ma non stancante e distraente grazie ai vari intervalli musicali con la chitarra elettrica. Attori molto coinvolgenti emotivamente, che riescono a rappresentare il personaggio interpretato a trecentosessanta gradi. Mantengono infatti la stessa espressività e la stessa personalità nel corso dell’intera lunga tragedia.

Maria Stuarda è parsa una tragedia molto elaborata e di comprensione non facile, ma che, se seguita con concentrazione, regala emozioni uniche. Molto commovente è infatti il tentativo di Maria di riallacciare un rapporto di pace con Elisabetta, purtroppo non riuscendovi.

Molto apprezzata è stata l’allegra esibizione finale degli attori che ha risollevato il morale del pubblico dopo la tragica conclusione.

Scenografia forse un po’ troppo semplice per la tragedia messa in scena e luci sicuramente troppo abbaglianti che rischiano di distratte il pubblico dalla rappresentazione. Al contrario, costumi molto raffinati, in particolare quelli di Maria ed Elisabetta. Originale la parziale modernizzazione della tragedia, mantenendo i costumi tradizionali, ma utilizzando elementi non presenti nel XVI secolo, quali la pistola e l’accendino.

BENVENUTO ELEONORA – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

È andata in scena martedì 19 dicembre sul palcoscenico del teatro Ponchielli di Cremona la monumentale opera Maria Stuarda, ideata e scritta da Friedrich Schiller all’inizio del XIX secolo.

L’opera si impernia sul tema centrale del confronto tra le due regine Maria Stuarda ed Elisabetta I. Ma il tema della regalità è solamente uno degli aspetti attraverso i quali Schiller osserva le due donne. Esse presentano anche un’approfondita caratterizzazione psicologica composta da emozioni, pulsioni e sentimenti. Più delicatamente femminile la scozzese Maria Stuarda (interpretata da Laura Marinoni), più dura e risoluta l’inglese Elisabetta I (interpretata da Elisabetta Pozzi). Nel personaggio della scozzese agiscono da un lato la colpevolezza, dall’altro la graduale accettazione del proprio tragico destino, condannata a morte dalla regina Elisabetta, ma sino all’ultimo speranzosa nella grazia: la figura e l’abbigliamento della Stuarda fa risaltare le sinuosità del corpo e la dolcezza del personaggio, corredati dal colore rosso, che richiama la sensualità assieme al sangue. Elisabetta è invece dura, tosta: una donna a cui sta palesemente a cuore solo la politica e solo per essa imposta le proprie azioni: il peso della dedizione totale al bene superiore dello Stato è rappresentato sulla scena dal bastone al quale Elisabetta, invecchiata ed inaridita dal regnare, si appoggia, nonostante più vecchia di Maria solo di pochi anni. La regina vergine appare a tratti quasi gelosa delle qualità di Maria e della possibilità che questa le possa sottrarre il trono.

In questo senso lo scontro non si configura solo come un contrasto tra due regine e tra due donne ma, a partire da queste, anche come contrasto tra due sorelle e tra due confessioni differenti (cattolica Maria e anglicana Elisabetta), nonché forse sullo sfondo anche tra sensibilità femminile e maschile. 

L’arte di Schiller, che in base alla poetica romantica vuole ricreare sulla scena anche le emozioni ed i sentimenti provati dai grandi personaggi della storia (dei quali le fonti ufficiali non parlano), sta proprio nel saper tratteggiare in modo plastico due singoli personaggi, dietro i quali si allunga l’ombra dei grandi contrasti politici e religiosi che caratterizzarono l’Inghilterra del XVI secolo.

BICELLI ELISA – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Maria Stuarda al Ponchielli; noioso o intrigante?

Semplice ed essenziale, la scenografia di Lorenzo Russo Rainaldi, formata da due massicce scalinate e da un fondale principalmente sui toni del rosso appariva statica, facendo così risaltare l’immensa bravura degli attori. Due maestosi letti, con testiere adiacenti, dove le incredibili protagoniste Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi giacevano irriconoscibili, attendendo il giudizio della piuma di un angelo che avrebbe decretato chi delle due avrebbe svolto il ruolo della regina di Scozia Maria Stuart e chi quello della regina di Inghilterra Elizabeth I. Durante il corso dei due lenti atti, accompagnati da un intenso sottofondo musicale a tratti di genere rock, la tragedia ottocentesca “Maria Stuart” di Friedrich Schiller, è andata in scena modernizzata, inserendo usi e costumi appartenenti alla nostra epoca come sigarette e vestiti anni ’50. Di particolare rilievo lo strabiliante abito della sanguinosa Elisabeth, interpretata da Laura Marinoni, firmato Dolce & Gabbana, che ricoperto di paillettes argentate illuminava la grande attrice e attirava l’attenzione del pubblico in combinazione a luci, trucco e parrucco.

La vicenda narra gli ultimi giorni di Maria Stuart, prigioniera in Inghilterra a causa delle sue pretese sul trono, appartenente alla cugina, la regina Elizabeth I. Per questo motivo è emanata una condanna a morte riguardante Maria, che per essere convalidata deve essere firmata dalla regina, che però non vuole macchiarsi la coscienza. In seguito a numerose richieste Maria s’imbatte con la cugina e il loro incontro si tramuta in lite; l’episodio favorisce il consenso di Elizabeth alla condanna. Il documento viene consegnato a Lord Burleigh che fa decapitare la povera Maria. La tragedia termina con Elizabeth che si dispera sapendo di aver commesso un grande peccato e incolpa i suoi sudditi.

Tutto era spettacolare e ben organizzato, ogni dettaglio era studiato alla perfezione e la maestria dei personaggi conquistava il numeroso pubblico formato sia da persone di mezza età che da ragazzi più giovani.

BONVICINI ANNA – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Recensione dello spettacolo “Maria Stuarda” del 20 dicembre 2023

Uno spettacolo dai costumi incantevoli!

Mercoledì 20 dicembre 2023, di sera è andato in scena al Ponchielli “Maria stuarda”. Un capolavoro di Friedrich Schiller. Lo spettacolo è stato messo in scena dal regista Davide Livermore. La storia racconta di due sorellastre di opposte idee religiose, Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I. lo scontro fra loro, per la corona d’Inghilterra è inarrestabile, questo a causa della religione, politica, passioni ed intrighi. Le regine sono quasi sempre turbate, per azioni da loro commesse in tenera età. Sul palco sono sempre presenti delle scalinate, in ogni ambientazione, dalla prigione alla corte, dal parco alle camere da letto delle regine. L’allestimento scenico è stato realizzato da Lorenzo Russo Rainaldi. Al pubblico è stata proposta una scenografia moderna, pochi oggetti sul palco, uno o due letti, due sedie e delle scalinate, un semplice allestimento per trasmettere grandi emozioni. I personaggi erano quindici, interpretati da soli sette attori, indice di grandi capacità come la versatilità, hanno dovuto interpretare diversi personaggi dai caratteri notevolmente differenti. All’inizio la piuma, che rappresenta il caso, ha deciso la sorte per le due attrici, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, che hanno interpretato rispettivamente Elisabetta I e Maria Stuarda, nella prima serata cremonese, nella replica, poi, le parti si sono invertite. Le luci erano d’effetto, creavano l’atmosfera adatta al sentimento che volevano trasmettere e le musiche eseguite dal vivo da Giua sottolineavano l’atmosfera dark, talvolta violenta o subdola. I costumi erano incantevoli specialmente quelli delle regine in particolare gli abiti di Elisabetta. I vestiti delle regine sono firmati Dolce e Gabbana. Le battute erano ben pronunciate, ed il linguaggio utilizzato ricercato ma comprensibile anche dai più giovani. Il pubblico era formato da persona dai 50 ai 70 anni circa, probabilmente perché svoltosi durante la settimana ed era la seconda volta che veniva recitato. Ho apprezzato molto il riadattamento più moderno, anche perché sempre è restato fedele al testo originario. La presentazione degli attori alla fine dell’esibizione ha anch’essa catturato la mia attenzione, gli artisti si sono riuniti e mentre Giua cantava con la sua piacevole voce, chiamavano gli attori e si indicavano, stringendosi poi un caloroso abbraccio. Questo particolare l’ho ammirato molto.

BROGNOLI RICCADO – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Mercoledì 20 dicembre al teatro Ponchielli è andato in scena lo spettacolo Maria Stuarda di Friedrich Schiller nella traduzione di Carlo Sciaccaluga, e sotto la regia di Davide Livermore.              

Quest’opera divisa in due parti racconta lo scontro, prima a distanza poi in un drammatico faccia a faccia, tra Maria Stuarda ed Elisabetta І che la tiene prigioniera e che ne decreterà la morte.

Le due protagoniste sono rispettivamente interpretate dalle grandi Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni entrambe vestite in abiti firmati dalla maison Dolce & Gabbana molto realistici.            

Temi centrali sono quello della regalità, della sua teatralità, ma anche della

solitudine che essa comporta e dell’impossibilità di riporre la propria fiducia

in qualcun altro. Ciò conduce all’esasperazione Elisabetta I che minacciata nel suo ruolo di regina perseguita Maria, che viene sottoposta a continui stratagemmi per incriminarla ed ucciderla.                        

Oltre alla drammaturgia da evidenziare si crede sia anche la parte musicale di Giua che suona e canta dal vivo. Il quadro si completa con la ben affiatata compagnia d’attori, dalle due protagoniste, agli altri interpreti: Gaia Aprea come nutrice di Maria e conte di Shrewsbury; Linda Gennari nel ruolo di Mortimer ma anche come Angelo del destino e paggio; Giancarlo Judica Cordiglia come barone di Burleigh e maggiordomo di Maria; Olivia Manescalchi nella triplice veste di custode di Maria, ambasciatore di Francia e segretario di Stato; Sax Nicosia come conte di Leicester, diviso tra le due regine.

Nel complesso un ottimo spettacolo che consiglio ad un pubblico molto vario capace di catturare l'attenzione di tutti con colpi di scena, effetti sonori, e sceneggiature veramente ben studiate e realizzate. 

CARINI CAMILLA – 2 LICEO SCIENTIFICO

Maria Stuarda: due destini e un trono

Il regista Davide Livermore è stato protagonista il 19 dicembre al Ponchielli con il capolavoro Maria Stuarda di Friedrich Schiller, rivisitato in chiave contemporanea con sfumature pop-rock. La tragedia ottocentesca ruota attorno allo scontro di due potenti e carismatiche figure che si contendono il trono d'Inghilterra: la cattolica Maria Stuarda, regina di Scozia, ed Elisabetta I, di religione protestante, le quali, seppur rivali, sembrano condividere la condizione di vittima, l’una delle insicurezze e timori della cugina, mentre l’altra schiava del volere della società. Ad impersonare le regnanti sono le celebri attrici italiane Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, i cui destini sono determinati dal casuale percorso di una piuma caduta dalle ali di un angelo. L’interpretazione delle due rivali, da parte di entrambe le artiste, garantisce un’ottima immedesimazione nelle dinamiche della tragedia, impreziosite dalla presenza di soli altri cinque attori, i quali recitano due o tre ruoli ciascuno, alternando battute dialogiche a monologhi. I personaggi si muovono in una scenografia dominata da una struttura di scale e soppalchi che sviluppa la scena su tre livelli, a cui è anteposto uno sfondo rosso scuro simbolo di morte ma anche di voluttà, ove hanno luogo i vari ambienti della rappresentazione, tra cui la prigione di Maria Stuarda ed il palazzo reale di Elisabetta I. Uno spettacolo in cui disperazione, passione, sconforto e speranza sono ampliati da elaborati e vistosi giochi di luce e acustica capaci di reinterpretare in maniera innovativa la drammaticità dell’opera. Interessante è stata dunque la presenza della chitarra elettrica suonata dalla cantante Giua, che, grazie al sostegno di forti rimbombi sonori, accompagna lo spettatore per tutte le tre ore di durata dello spettacolo e ne enfatizza i momenti di maggiore precarietà, risultando quasi un’ulteriore protagonista priva di parola, la quale esprime sensazioni e stati d’animo tramite le note musicali. Degni di nota sono i costumi di Maria Stuarda ed Elisabetta I di produzione Dolce&Gabbana; dai caratteri decisi ed appariscenti, si discostano dal tradizionale abbigliamento dell’epoca e risultano così uno degli elementi da cui emerge la visione del regista di una donna moderna e desiderosa di allontanarsi dagli stereotipi della società.

CARLO ALBERTO CHIAVEGATO 2BLIC LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Grazie all’eccezionale lavoro del regista Davide Livermore che ha inserito un accompagnamento musicale Rock guidato dall’artista Giua, protagonista dei colpi di scena, martedì sera è stato rappresentato al Teatro Ponchielli lo spettacolo “Maria Stuarda”, realizzato per la prima volta nel 1800 da Friedrich Schiller, celebre drammaturgo tedesco. Prima ancora dell’esibizione vera e propria, vi è stata una scena iniziale per decidere le sorti delle donne in principio senza identità, Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni, le quali, in base alla caduta di una piuma, hanno interpretato rispettivamente Elisabetta I e Maria Stuarda. Tutto ciò riporta al significato del destino al tempo, che era molto rilevante perché protagonista del futuro delle persone come si evince dalla recitazione delle regine che si sono calate al meglio nella loro parte, facendoci immergere proprio nel cinquecento. Il ruolo di Maria Stuarda è stato inizialmente triste e drammatico, proprio per questo la scena si è avviata col pianto disperato per la dolorosa sorte subita data l'uccisione del marito Lord Darnley, ma si è conclusa alla fine dell’esibizione con la felicità per la cessazione della sofferenza, trasferita ad Elisabetta I che dopo la dura decisione di condanna a morte per la sorellastra ha perso tutti i suoi cari più vicini. Di grande essenzialità si presenta il palco arricchito da scalinate, che cambiano direzione di scena in scena formando tre livelli nei vari episodi, che facilitano l'entrata o l'uscita di scena dei personaggi, dai letti delle regine e da oggetti minori come sedie o lampadari, solitamente sempre disposti in modo simmetrico come i movimenti dei personaggi. È inoltre ricorrente il tema della religiosità che divide le due regine sulle loro idee, ma anche la libertà che viene espressa tramite la morte, dunque il termine di ogni dolore. In conclusione, lo spettacolo si presta bene agli appassionati di cinema, in quanto sono ricorrenti forti suoni, effetti speciali con luci anche tramite teli che fungono da pareti o addirittura nuvole.

DYEYE MARAM – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Sfarzo, lusso, magnificenza, tragedia e solitudine: è il dramma teatrale “Maria Stuarda” del celebre poeta Schiller, opera esordita nell’800’ e rimodellata fino ai giorni nostri. Così martedì sera è stata messa in scena al Teatro Ponchielli l’omonima tragedia, allestita dal regista Davide Livermore. È la celebre storia della regina scozzese, rivale di Elisabetta I, celeberrima sovrana d’Inghilterra, nonché sua cugina. L’esitazione, la titubanza la costernano, mentre Maria Stuarda, rinserrata, attende la famigerata condanna.

Giustiziarla o no?

La scenografia di Rainaldi presenta un’accezione coinvolgente, dalle allegoriche luci, all’iconico e sensuale sfondo vermiglio di cui la sfumatura muta d’intensità a seconda delle scene, ambientate su un palco spoglio e sguarnito, in cui gli attori agiscono simmetricamente; salgono, scendono, si scambiano di ruolo, enfatizzano il paradosso della dinamicità dell’azione in quegli scarsi e semplici ambienti.

E addirittura l’allusione giunge anche nella vera e propria scena recitata. Un angelo, in alto sulla scalinata, getta una piuma di cui è il moto a decretare, chi tra Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi vestirà nel ruolo di Maria Stuarda o di Elisabetta. Le due attrici trovano il giusto equilibrio ed armonia, la contrapposizione tra il femminile e il mascolinizzato, il succube e il dominatore, contrasto accentuato non solo dalla scelta dell’abbigliamento, entrambi vesti sfarzose, marchiate Dolce&Gabbana, ma uno più scarno ed essenziale dell’altro, ma anche dalla cruda esecuzione finale.

La sceneggiatura risulta in questi tratti finali parzialmente mancante di una componente emotiva (il cosiddetto “pathos”), priva della trasmissione di angoscia e turbamento, propri di una tragedia storica sigillata dalla solenne morte della protagonista. L’attenzione richiamata sovente durante lo spettacolo, con colpi di scena, musica, l’ottima chitarra elettrica di Giua stile David Bowie qui non accresce, l’apice dell’opera rimane privo di un particolare elemento caratteristico o distintivo.

Ciò nondimeno, la sensualità, a tratti provocante, che dilaga tra le scene ed i 7 competenti personaggi, il loro sfoggiante ed iridescente look donano all’opera un’unione conforme tra rock e glamour, passione e tragedia, in un dramma stile pop modernizzato ai giorni nostri dove passione, regalità, ipocrisia e potere regnano.

GANDAGLIA JACOPO - 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Al teatro Ponchielli di Cremona cala il sipario sulla produzione di Maria Stuarda del regista torinese Davide Livermore: una lunga tournée ha avuto degna conclusione nel doppio appuntamento cremonese del 19 e 20 dicembre. Il dramma di Schiller viene riproposto in chiave pop/rock, senza però stravolgimenti della sceneggiatura. Una scena piuttosto semplice è sfondo per un inizio tanto destabilizzante quanto magistralmente ben riuscito. Una cantilena dai toni drammatici decreta che l’attrice sulla quale cadrà una piuma bianca dovrà interpretare la condannata Maria Stuart. L’energica Laura Marinoni e la veterana Elisabetta Pozzi si alternano così fra l’apparentemente glaciale Elisabetta I e sua cugina, prigioniera per presunti crimini contro la Corona. Al Ponchielli i ruoli si scambiano nelle due serate, ma è alla Pozzi che viene affidato quest’ultimo personaggio nella rappresentazione finale. Sublime è l’interpretazione delle protagoniste: ogni quadro delinea minuziosamente la complessa psicologia delle regine e definisce un intrigo politico dai risvolti fatali. Tutto converge nell’incontro fra Elisabetta e Maria: il climax ascendente di provocazioni della Marinoni è contrapposto alla dignità della regina della Pozzi, in grado però di restituire con rinnovato vigore l’attacco verso la cugina bastarda. Da sottolineare una rimarchevole interpretazione di Linda Gennari, che conferisce a Mortimer il giusto equilibrio fra eroicità e morbosità nei confronti di Maria. Emblematico è il quadro del suo suicidio: il gioco di luci, retto quasi unicamente da un accendino nelle sue mani, diviene coprotagonista della drammaticità della scena. Fra tradizione e novità, i costumi firmati da Dolce&Gabbana, seppur non classici, richiamano coerentemente la regalità delle sovrane; Giua e la sua chitarra elettrica accompagnano con musica pop/rock i momenti di maggior tensione e i brevi cambi di quadro. Tuttavia è questo il maggior punto interrogativo sulla rappresentazione: il costante sottofondo musicale risulta monotono e non sufficienti sono gli improvvisi ritmi accelerati, che allarmano il pubblico invece di coinvolgerlo. Oltre a qualche scelta registica avulsa da tutto, quale la presenza di poliziotti nella prima scena o il cambio di registro finale, che propone una vivace danza sulle note di Sweet Dreams, questo è l’unico neo di una rappresentazione attorialmente impeccabile.

LANFRANCHI GIOVANNI - 1 LICEO SCINETIFICO ASELLI

MARIA STUARDA: UNA STORIA ANCORA ATTUALE

Maria Stuarda, lo spettacolo di Davide Livermore, ha chiuso la sua tournée al teatro Ponchielli. Le due protagoniste si scontrano continuamente anche se Maria è in carcere mentre Elisabetta risiede in un grande palazzo, fino allo scontro finale dal quale esce come vincitrice Maria che viene poi decapitata per ordine di Elisabetta. Lo spettacolo inizia proprio nel carcere in cui è tenuta prigioniera Maria Stuart che ha chiesto accoglienza in Inghilterra, ma Elisabetta teme che le possa rubarle il trono e che voglia riportare il cattolicesimo in Inghilterra. Per esaltare l’atmosfera di contrasti e tensioni che Schiller nel testo originale ha saputo far emergere, il regista ha deciso di accompagnare lo spettacolo con musiche rock riprodotte dal vivo da Giua. La scenografia è semplice ma imponente con la quale gli attori hanno spesso “giocato” salendo e scendendo dalle scale o spostando le sedie. Magnifiche le interpretazioni di Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi, rese ancora più spettacolare dal fatto che a scegliere chi deve fare Maria e chi Elisabetta è una piuma angelica. Gli altri attori, che non interpretano un solo ruolo, sono usati come burattini mossi attorno alle protagoniste. Infatti, il conte di Leicester (Sax Nicosia), Mortimer (Linda Gennari), il barone di Burleigh (Giancarlo Jiudica Cordiglia) e Gaia Aprea e Olivia Manescalchi, impegnate in più di un ruolo costruiscono tante piccole storie che si intrecciano con lo scontro fra le regine, interpretando persone frastornate dalle emozioni, che gli attori sono riusciti a trasmettere anche al pubblico. Un esempio di vicenda secondaria è la relazione amorosa fra Maria Stuart e il conte di Leicester che si intreccia con lo scontro fra regine, facendo ingelosire Elisabetta. I costumi, firmati Dolce & Gabbana e gli oggetti di scena, tutti dall’aspetto più moderno rispetto al Cinquecento, lasciano all’inizio un po’frastornati ma poi si combinano perfettamente fra di loro e con gli altri elementi presenti sul palco. Spettacolari anche i vestiti delle due regine che esaltano l’importanza dei personaggi. Buona quindi la scelta registica di modernizzare l’intera opera.

MANGONI BEATRICE – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Una grande emozione per “Maria Stuarda”

Al teatro Ponchielli arriva l'eccellente opera di Friedrich Schiller rappresentata in due serate, il 19 e il 20 dicembre 2023. La tragedia narra lo scontro tra le due sorellastre Maria Stuart, regina di Scozia, e Elisabetta I Colei che avrà la meglio diventerà la regina d’Inghilterra. Allo scontro di potere si lega quello religioso: da una parte il cattolicesimo di Maria Stuart e dall’altro il protestantesimo.

L’opera racconta gli ultimi giorni di vita della regina di Scozia ritenuta colpevole di aver ucciso il consorte, Darley e per questo viene imprigionata da Elisabetta I. Il dilemma che accompagna lo spettacolo è se condannarla a morte oppure no.

La scenografia di Lorenzo Russo Rainaldi è composta da una grande scalinata in legno, che accompagna tutta l’opera ma rende l’ambiente un po’ spoglio. Le due protagoniste sono interpretate da Elisabetta Pozzi e da Laura Marinoni, che ogni sera scoprono che ruolo interpreteranno attraverso una piuma che sceglierà chi delle due regnerà e chi dovrà perire.

La rappresentazione inizia con un angelo sul punto più alto della scalinata che getta la piuma su uno dei due letti posizionati al di sotto, dove sedute si trovano le due regine.

Il dramma conta più di 20 personaggi e molti attori recitano perciò più di una parte, mostrando tutta la loro abilità ad interpretare personaggi diversi di carattere in un'unica serata. A delle attrici viene inoltre attribuito un ruolo maschile mostrando grande capacità di immedesimazione.

I due musicisti sono il compositore Mario Conte e la musicista Giua che suona una chitarra elettrica direttamente sul palco. Lo stile è rock; ciò attira molto l’attenzione e si contrappone allo stile drammatico, trasmettendo energia.

Splendidi sono i costumi di Dolce E Gabbana; luminosi realistici e vicini all’epoca del XVI secolo.

L’unica pecca è la lunga durata dell’opera, con alcune parti eccessive che distolgono la concentrazione. Ma nonostante questo lo spettacolo ha attirato molto il pubblico anche quello giovane, permettendo loro di avvicinarsi a uno dei più grandi classici del passato.

La grande abilità di tutti gli attori, ma soprattutto delle due regine ha lasciato tutti a bocca aperta e la rivisitazione da parte del regista Davide Livermore con un finale inaspettato ha concluso lo spettacolo con un forte e immenso applauso durato più minuti e ha lasciato tutti emozionati.

MARCOTTI MARTA- 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Recensione “Maria Stuarda” – Marta Marcotti

“La sua vita è la tua morte, la sua morte è la tua vita”. È tutto racchiuso in questa frase il destino delle due regine protagoniste della tragedia scritta da Friedrich Schiller, Maria Stuarda ed Elisabetta I. L’opera del celebre drammaturgo tedesco, rivisitata dal regista Davide Livermore, è andata in scena martedì 19 dicembre al Teatro Ponchielli. Lo spettacolo racconta gli ultimi giorni di vita di Maria che, imprigionata per quasi vent’anni dalla cugina Elisabetta, viene poi condannata a morte dalla stessa per evitare la sua successione al trono d’Inghilterra.

A guadagnarsi i lunghi applausi del pubblico è stato un cast, composto da soli cinque interpreti, che si sono divisi i ruoli dei dodici personaggi, ognuno, dando vita alla propria parte con chiarezza e precisione. Tuttavia, spiccavano le due protagoniste Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni, rispettivamente Elisabetta I e Maria Stuarda, grandissime del teatro italiano. Insieme a loro ha svolto un ruolo fondamentale il fato: all’inizio dello spettacolo una piuma lanciata da un angelo ha deciso chi delle due avrebbe interpretato la regina cattolica e chi la sovrana d’Inghilterra. Da sottolineare è inoltre la scenografia che, costituita da un insieme di moderne scale e rampe, si sviluppava su tre livelli facendo da sfondo ora alla prigione di Maria, ora al castello di Elisabetta. Importante anche la presenza dei colori per enfatizzare l’atmosfera e gli stati d’animo dei diversi personaggi; un ardente sanguigno rosso si alternava ad un blu e un grigio cupi e malinconici. La rivisitazione operata da Livermore continua nella colonna sonora: ad accompagnare la storia sono state la chitarra acustica e la voce della talentuosa Giua. La musica avvolgeva lo spettatore poiché sembrava provenire dal fondo della sala e si alternava a colpi sordi che segnalavano il cambio di scena, tenendo viva un’atmosfera di tensione. Infine, una menzione speciale va ai costumi delle regine, firmati Dolce e Gabbana, attuali e vistosi, hanno contribuito a dare contemporaneità a una storia del passato.

MIRAYO RIPARI SOFIA – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Maria Stuarda

Racchiusa in una scenografia semplice, unita a storia e musica rock, è andata in scena al Ponchielli, Maria Stuarda, opera di Friedrich Schiller con la regia di Davide Livermore. Lo spettacolo, introdotto da una chitarra elettrica e una piuma che ne decreta il futuro, vede Laura Marinoni nei panni di Maria Stuarda regina di Scozia ed Elisabetta Pozzi in quelli di Elisabetta I regina d’Inghilterra. La rappresentazione narra degli ultimi giorni di vita di Maria Stuarda vissuti inizialmente nella solitudine del suo castello fra liti e istanti di passione che vengono arricchiti da lunghi soliloqui e giochi di luce, alternati a momenti in cui viene calato il siparietto, ponendo l’attenzione sui narratori e sulle proprie emozioni. Questi istanti di focalizzazione rendono possibile il distacco fisico ed emotivo dei personaggi dal resto degli avvenimenti, oltre che a catturare maggiormente l’attenzione dello spettatore. Molto coinvolgente è parsa, inoltre, la scenografia composta da tre piani che enfatizza sia visivamente che a livello teatrale l’importanza e il potere del personaggio posto più in alto, mentre gli effetti musicali provenienti dal fondo e i movimenti tanto silenziosi quanto improvvisi degli attori trasmettevano un senso di angoscia e inquietudine. Le protagoniste della pièce hanno personalità forti e potenti: se da una parte si trova la figura isolata e triste di Maria Stuarda, dall’altra si ha l’animo determinato e indipendente di Elisabetta I; le parti subiscono un ribaltamento durante l’incontro tra le due cugine, proprio quando Maria Stuarda rivendica il trono e dimostra finalmente la sua potenza; al termine dello spettacolo il senso di solitudine di Elisabetta I si fa estremamente presente a causa dell’abbandono dei suoi confidenti infine lo spettacolo si è rivelato particolarmente avvincente soprattutto grazie alla bravura degli attori e alla loro abilità nell’esprimere emozioni forti e a tratti contrastanti con una messa in scena originale e moderna.

MONFREDINI BIANCA STELLA – 4 LICEO LINGUISTICO MANIN

Davide Livermore ha portato in scena al teatro Ponchielli di Cremona la tragedia di Maria Stuarda, capolavoro di Friedrich Shiller del 1800. I personaggi sono le due protagoniste Laura Marinoni che interpreta la regina protestante Elisabetta I, Elisabetta Pozzi nelle vesti di Maria Stuart, cattolica regina di scozia. Gaia Aprea riveste il ruolo di George Talbot, un ufficiale e Anna Kennedy. Linda Gennari di Mortimer, angelo del destino e del paggio. Giancarlo Cordiglia nelle vesti di Wiliam Cecil e Melvil; Olivia Manescalchi che interpreta Wiliam Davison,conte di Aubespine; E Robert Dudley interpretato da Sax Nicosia. La tragedia è accompagnata da musica rock suonata dal vivo e dal suono della chitarra elettrica di Guia. L’opera è costituita da cinque atti ognuno diviso in diverse scene in cui si affrontano diversi temi: la politica, la religione, il potere, gli intrighi e le passioni che si mescolano in questo violento affresco storico. Le scene si svolgono in stanze spoglie, costituite da una grande scalinata, la scenografia è affidata a Lorenzo Russo Rainaldi. Le due protagoniste sanno sera per sera quale personaggio dovranno interpretare, ciò è deciso da una piuma angelica calata dall’alto, all’inizio dello spettacolo. La tragedia racconta degli ultimi giorni in vita di Maria Stuarda, prigioniera in Inghilterra, mentre Elisabetta I esita a firmare la condanna a morte di Maria, alla fine di molte complicazioni, all’apice della sopportazione della pressione che tutti, compreso il popolo, stavano facendo sulla regina, lei decide di firmarlo. Successivamente Elisabetta incolpa Devison, suo sottosegretario, al quale era stata consegnata la condanna, che non avendo ricevuto indicazioni precise decide di affidarla a Burleigh, che decide di far decapitare Maria. Elisabetta si rende conto di essere stata abbandonata, e di aver commesso un terribile sbaglio e viene lasciata completamente sola mentre cala il sipario. La collaborazione con gli stilisti Dolce & Gabbana impreziosisce gli abiti delle due regine, che indossano capi pensati per l’opera. A dare ritmo alla vicenda hanno contribuito i vistosi cambi di luce, radicalizzazione delle immagini tra buio claustrofobico e rossi accesi e un generale sovrappiù di cupezza.

MONTANI ELIA – 4 LICEO STARDIVARI

Al Ponchielli di Cremona, è andata in scena la rappresentazione di Maria Stuarda, capolavoro di Friedrich Schiller, affidata alla regia dell’abilissimo Davide Livermore.

Tra gli attori troneggiano Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi, che si contendono i ruoli di Maria Stuart e Elisabetta I, tramite uno stratagemma scenico: la caduta di una piuma che rivela chi interpreterà la regina di Scozia sera dopo sera, affidando la scelta al caso.

Gli attori che interpretano i personaggi secondari sono: Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi e Sax Nicosia, che si traslano nei panni di più ruoli, dimostrando eclettismo e padronanza del mestiere.

Manifesto della sessualità sdoganante, l’opera narra il dialogo asserragliato tra Elisabetta Tudor e Maria Stuart, quest’ultima accusata dell’omicidio del marito, il re di Scozia, e della volontà di regnare anche sull’Inghilterra, riaffermando il cattolicesimo con la violenza.

La prigionia di Maria Stuarda trova una brezza di speranza nel giovane Mortimer, nipote del carceriere, che induce Elisabetta al confronto, poi rivelatosi dannoso per la detenuta; vige un binomio inscindibile tra le due protagoniste, il destino di una è nelle mani dell’altra e viceversa.

La storia è molto conosciuta; l’opera si conclude, con la decapitazione di Maria Stuart e la progressiva mascolinizzazione di Elisabetta, che secondo il regista: “Incarna il patriarcato in una proiezione del ruolo maschile”.

Sul sipario uno slogan cattura l’attenzione, acuendo la rivalità tra le due regine, mentre nella scenografia la fa da padrona una scalinata illuminata da una colata d’oro.

Accompagna l’opera l’artista Giua, sulle musiche di Mario Conte; la chitarra elettrica arpeggia scale melodiche e la voce della musicista graffia la scena, illuminata dai preziosi costumi gestiti da Anna Missaglia, in una speciale collaborazione con Dolce &Gabbana: dal drappeggio floreale di Maria alle lamine iridescenti di Elisabetta.

Lo spettacolo è stato apprezzato dal pubblico, che ha risposto a suon d’applausi, inoltre è risultato mozzafiato ed interattivo, nel complesso altamente meritevole di essere vissuto.

NODARI CATERINA – 1 LICEO SCIENFIFICO ASELLI

La piuma è caduta su Elisabetta Pozzi, lei sarà la regina condannata!

Un iconico sipario accoglie il pubblico, non un semplice telo rosso attira l’attenzione dei presenti, ma una scritta di un oro brillante tramite dei caratteri sporchi, gocciolanti e non simmetrici mette in chiaro che lo spettacolo sarà forte, coinvolgente e sanguinario, d'altronde come il personaggio principale, Bloody Mary. La scena che si presenta quando cala il sipario dona all’opera la spinta giusta per catturare gli sguardi di tutti. Con una semplice scenografia, composta da due scalinate, l’attenzione si posa subito sull'angelo in cima ad esse, e dopo un brano di chitarra, Linda Gennari lascia cadere una piuma che atterrerà a destra. La sorte ha deciso! Elisabetta Pozzi interpreterà Maria Stuarda.

Tramite l'accattivante testo di Schiller viene narrata la storia delle due sorellastre rivali sin dalla nascita, una anglicana e l’altra cattolica, una sul trono e l’altra in prigionia. Messo in scena dal regista Davide Livermore il lungo spettacolo risulta scorrevole e privo di momenti morti, devo ammetterlo le tre ore si fanno sentire, ma di certo tornerei ad osservare l'intrigante ed inaspettata storia. La massinscena ruota intorno alle due regine, ma senza il resto dei personaggi nulla funzionerebbe tanto bene. Struggente e tormentato, così apparirà per il corso dell’intera opera il personaggio della regina di Scozia, nulla di più tragico dell’interpretazione della Pozzi, dopo la prima scena ti sei affezionato a Mary, vorresti salire sul palco e liberarla dalla prigionia tu stesso.

Tremenda pure la fine che subisce la scozzese a causa della sua fede cattolica e della sorella, Elisabetta I. Ottima l’interpretazione di Laura Marinoni nei panni della regina sul trono, sempre sofisticata e toccante,

le sue battute con facilità ti aprono gli occhi, Elisabetta I non sa cosa fare: “La mia vita o la sua.”. Una particolare menzione agli abiti firmati Dolce & Gabbana, “che saranno mai?” ho pensato, ma mi sono ricreduta subito, uno spettacolo solo loro; in modo esagerato quello di Elisabetta, che a tratti rubava la scena agli attori. Belle ed innovative pure le musiche a cura di Mario Conte e Guia, moderna ed accattivante l’idea di proporre musica cinquecentesca con una chitarra elettrica, assolutamente in linea con l’opera, che tocco di classe!

PRIORI RICCARDO – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

L’OTTIMA SCELTA DELLA PIUMA

Maria Stuarda di Friedrich Schiller, con la regia di Davide Livermore, interpretato da Elisabetta Pozzi (Maria Stuarda) e Laura Marinoni (Elisabetta I) e con i costumi di Dolce e Gabbana, è un’opera che racconta gli ultimi giorni di vita di Maria Stuarda, la regina cattolica di Scozia, e del suo travagliato rapporto con la regina protestante, Elisabetta I.

Negli ultimi giorni di vita di Maria Stuarda si assiste allo scontro e al confronto potente tra le due regine: Maria Stuarda, accusata dell’omicidio del marito, aveva cercato di trovare rifugio ed aiuto da Elisabetta I, la quale però per motivi politici e di potere l’aveva imprigionata per diciotto anni.

Maria Stuarda con alcuni fedeli cortigiani si lamenta della propria ingiusta detenzione e cerca di trovare la libertà con la fuga o tentando di convincere la regina d’Inghilterra a liberarla: non riuscendo nel proprio intento ma ottenendo solo come risposta da Elisabetta una risata di scherno, sfoga tutta la sua ira e la sua delusione verso la rivale.

Il confronto tra le due donne è serrato e acceso e lo scontro tra loro diventa anche tra due mondi e due anime profondamente diverse, tra due concezioni di vedere la vita e la politica, tra la libertà fortemente voluta e il potere che nulla concede.

Dopo l’attentato a Elisabetta, il popolo chiede la testa della Stuarda: la regina d’Inghilterra, seppur inizialmente combattuta, capisce di dover eliminare la rivale per poter mantenere salda la propria supremazia e firma la condanna a morte.

Maria è giustiziata dal boia ma la sua morte si risolve in una sconfitta per Elisabetta che rimane sola senza più consiglieri.

Il crescendo di tensione tra le protagoniste e tra i vari personaggi è sottolineato dalla musica dal vivo e dalle canzoni che accompagnano la storia e i dialoghi in una scenografia semplice ma di impatto, con luci dinamiche che evidenziano i passaggi della narrazione.

All'inizio di ogni spettacolo è una piuma a decidere quale delle due attrici sarà Maria Stuarda: “quando la piuma dell’angelo cade, sceglie il sangue ... sceglie Maria”.

RAZZETTI MATTIA – 3 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Martedì 19 dicembre, presso il teatro Ponchielli, ho assistito allo spettacolo di prosa “Maria Stuarda”, interpretato dalle attrici Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi: un adattamento del capolavoro scritto da Friedrich Schiller nel 1800. Il tema dell’opera è il rapporto molto conflittuale tra le donne e il potere: in particolare le due protagoniste, per le quali è in gioco la corona d’Inghilterra, sono la regina cattolica di Scozia Maria Stuart e la protestante Elisabetta I.

La premessa di ogni rappresentazione è data da un angelo che ogni sera fa cadere una piuma sul letto dell’una o dell’altra donna che dovranno interpretare vicendevolmente le due protagoniste.

Lo spettacolo era chiaramente ambientato in epoca contemporanea: lo si poteva vedere dai costumi, realizzati dagli stilisti Dolce & Gabbana, e dal suono di una chitarra elettrica, unitamente alla voce della musicista e cantautrice Giua.

Si evidenzia il contrasto non solo tra le due regine, ma anche tra due donne, un conflitto che ruota tra politica, amore, gelosia e vanità.

Il confronto tra le due antagoniste avviene in seguito ad alcuni intrighi e fatti di sangue che hanno coinvolto Maria Stuart nel momento in cui decide di sposare l’assassino del marito, inimicandosi del tutto i nobili scozzesi che già le erano ostili per il suo cattolicesimo. Stretta tra opposte fazioni, Maria cerca rifugio presso la corte della regina Elisabetta d’Inghilterra. Ma questa, anziché offrirle protezione, la tiene prigioniera per molti anni con l’accusa di ribellione verso la corona. 

Elisabetta arriva addirittura a condannare a morte Maria che, fino alla fine, spera le sia concessa la grazia. Le vicende culminano con la morte di Maria e la solitudine estrema di Elisabetta, completamente abbandonata dai suoi fedeli collaboratori mentre cala il sipario.

La rappresentazione ha coinvolto e colpito molto gli spettatori che ne hanno riconosciuto la modernità, grazie alla ottima regia di Livermore, pur trattandosi di un’opera di due secoli fa.

SALVAGNINI UMBERTO – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

Rappresentazione di Schiller al Teatro Ponchielli

Maria Stuarda di Schiller è stato rappresentato la sera del 20 dicembre al teatro Amilcare Ponchielli di Cremona.

Il regista dello spettacolo, Davide Livermore, ha reinterpretato il dramma scritto da Friedrich Schiller alla fine del 1700, riadattandolo in un contesto contemporaneo, più vicino ai nostri giorni.

Il tema principale dello spettacolo, oltre al conflitto tra Maria Stuart ed Elisabetta I, è quello dell’emancipazione femminile, proposto al pubblico dal personaggio di Elisabetta.

Lo spettacolo inizia con la proclamazione dei ruoli di Maria ed Elisabetta, lasciati alla sorte di una piuma lasciata cadere sul palco; stavolta il ruolo di Maria è interpretato da Elisabetta Pozzi, mentre quello di Elisabetta da Laura Marinoni.

La vicenda si compone di un'intricata serie di scene che vedono due fazioni tra i personaggi: chi è a favore di Maria cerca di liberarla ed evitare la sua morte; chi, invece, è contro di lei complotta per ucciderla, cercando di influenzare il giudizio finale, spettante ad Elisabetta, sul suo processo.

Gli attori trasmettono le emozioni dei personaggi in maniera impeccabile, soprattutto quelli che trasferiscono al pubblico il concetto di follia dei loro personaggi.

La scenografia composta da pochi elementi semplici, scale ed impalcature, due letti e delle poltrone, in alcune scene affiancate da teli usati per ricreare i vari ambienti, ha un ruolo molto importante nell’accentuare il significato ed il “peso” delle scene.

Le luci sono anch’esse elemento cruciale per capire a pieno gli avvenimenti e gli stati d’animo dei personaggi.

Anche la musica ha la sua importanza nella rappresentazione: tutta la vicenda è accompagnata da musica rock suonata dal vivo da una chitarra solista suonata da Giua, insolita per il periodo, ma che riesce molto bene ad accentuare gli eventi raccontati.

La rappresentazione riesce a trasmettere la drammaticità della vicenda e la tragicità dell’evento storico.

SPINELLI DIEGO – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI

LA NUOVA MARIA STUARDA AL PONCHIELLI

MARIA STUARDA: Diretto da Davide Livermore e interpretato da: Laura Marinoni, Elisabetta Pozzi, Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia e Giua.

Lo spettacolo messo in scena il 20 dicembre 2023 0 al Ponchielli, tratta della rivalità tra due regine dello stesso sangue, ma di religioni diverse: Elisabetta ǀ d’Inghilterra e Maria Stuarda, regina di Scozia, la prima anglicana, l’altra cattolica.

All’inizio della rappresentazione la sorte decide chi interpreterà Maria Stuarda, tramite una piuma che si poserà sulla prescelta.

Maria, accusata dell’omicidio di suo marito Darnley, viene imprigionata in Inghilterra, anche se il motivo reale è la sua pretesa sul trono d’Inghilterra appartenente a Elisabetta ǀ.

Una volta scoperto che Mortimer, il nipote del suo custode, è dalla sua parte, Maria gli affida la propria vita e gli chiede di consegnare al conte di Leicester una sua lettera con cui chiede aiuto. Sempre grazie a Mortimer, Maria riesce ad incontrare Elisabetta e la prega di capirla e di liberarla, ma l’incontro diventa presto uno scontro che fa perdere alla prigioniera tutte le speranze di essere liberata.

In poche parole, tutta la rappresentazione è una lotta che termina con l’ingiusta decapitazione di Maria, l’arresto della corte di Elisabetta e l’esilio volontario del conte di Leicester, lasciando Elisabetta sola sulla scena.

Lo spettacolo è diretto molto bene e può contare sull’ottima recitazione di tutti gli attori che riescono a trasmettere tutte le emozioni al pubblico.

La scenografia è la stessa per tutta la durata dello spettacolo e consiste in tre scalinate lungo tutto il palco che rappresentano la prigione di Maria, tranne nelle poche scene che si svolgono all’interno del palazzo reale.

Ben utilizzate le luci per sottolineare i vari colpi di scena e per attirare l’attenzione del pubblico su un determinato personaggio.

Le musiche sono suonate dal vivo da un solo musicista con una chitarra e un basso e fanno percepire allo spettatore l’atmosfera della scena.

Il lessico è semplice, comprensibile da tutti, ma esprime al meglio le intenzioni dei personaggi.

Lo spettacolo mi è molto piaciuto ed è riuscito a coinvolgermi tanto che aspettavo con ansia la scena successiva per scoprire cosa sarebbe successo.

TOMASONI GABRIELE 1 LICEO SCINETIFICO ASELLI

Ieri sera, al teatro Ponchielli, ha avuto luogo la seconda rappresentazione di “Maria Stuarda”: la tragedia composta dal tedesco Friedrich Schiller. 

Una piuma che cade dal cielo, fragile come l’essere umano e sottile come la distanza tra vita e morte: questo lo stratagemma iniziale utilizzato da Livermore per decidere chi tra le due protagoniste incarnerà Maria Stuart, la Cattolica Regina scozzese dall’animo oppresso e tormentato. Toccherà ad Elisabetta Pozzi e di conseguenza, la sua antagonista nonché sorellastra, verrà interpretata da Laura Marinoni. L’allestimento è pressoché minimale, due rampe di scale situate agli estremi del palcoscenico ed un ponte a collegarle, quasi creando un leggero senso di oppressione nello spettatore. Nonostante questo parziale vuoto, i gradini sono sfruttati al meglio dai personaggi, i quali si collocano a diversi livelli di altezza per sottolineare la loro importanza nella scala gerarchica. Utilizzate perfettamente anche le luci, prevalentemente tendenti ai colori caldi come il rosso ed alcune sfumature di blu, viola e rosa intenso. La trama è piuttosto complessa, ma gli attori sono in grado di immedesimarsi in diversi personaggi alla perfezione, rendendo lo spettacolo un po’ più leggero e comprensibile. Oltre ad Elisabetta Pozzi, una menzione d’onore spetta alla Marinoni, nei panni di Elisabetta, una sovrana ignava e spocchiosa, la quale sembra agire solo per volere del popolo. Altri riconoscimenti spettano a Gaia Aprea e Linda Gennari, entrambe in grado di svolgere addirittura tre ruoli a testa, anche di sesso maschile (l’esempio più lampante è il giovane Mortimer, interpretato lodevolmente dall’attrice Romagnola). 

Per quanto riguarda gli attori, buone prestazioni anche da parte di Sax Nicosia nei panni di Robert Dudley e di Giancarlo Cordiglia in quelli di William Cecil. Di ottima fattura i costumi firmati Dolce&Gabbana, sicuramente moderni ed appariscenti, più simili alla moda dei primi anni del Novecento che a quella del diciassettesimo secolo.

 Tutto lo spettacolo, inoltre, è stato accompagnato da Giua, musicista Genovese che ha costituito dal vivo la colonna sonora della rappresentazione con la propria voce e per mezzo di una chitarra elettrica. Scelta che ritengo particolarmente azzeccata per sostenere uno spettacolo dai temi oscuri come il suono grave e intenso dello strumento. 

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