L'ANALISI
EDITORIA: IL LIBRO
10 Febbraio 2022 - 11:01
Francesco Paolo Figliuolo e Beppe Severgnini
MILANO - Il 1° marzo 2021, mentre l’Italia era nel pieno della pandemia ed era indispensabile far decollare la campagna di vaccinazione, la presidenza del Consiglio ha scelto come Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 un generale degli alpini. Così gli italiani hanno imparato a conoscere Francesco Paolo Figliuolo, la sua divisa e il suo cappello con la penna («Qualcuno lo considera buffo, io lo trovo bellissimo»).
Fino a oggi Francesco Paolo Figliuolo ha preferito non parlare di sé. Lo fa ora, prossimo alla scadenza del mandato come Commissario straordinario, per la prima volta nel libro dal titolo 'Un italiano - Quello che la vita mi ha insegnato per affrontare la sfida più grande' (in uscita martedì 8 marzo), incontrando Beppe Severgnini. Ne è uscita la storia di «un ragazzo meridionale di periferia» che, dopo il liceo classico a Potenza e l’Accademia militare a Modena, segue il consiglio del colonnello che comandava il distretto della sua città: «Francesco, tu devi andare in artiglieria da montagna, perché lì si fanno le cose seriamente. E poi noi di Potenza siamo montanari...». Così diventa alpino («L’alpino, quello vero, è tutto d’un pezzo, segue le regole, porta lo zaino, porta anche due zaini se qualcuno non ce la fa. Però è anche portato a riflettere, a pensare e a esprimere i giudizi. Ecco, questo non tutti lo capiscono. Sono un alpino, ma non sono stupido») e l’idea di fare le cose seriamente è il principio che guida la sua carriera, dalle difficili missioni in Kosovo e in Afghanistan al Comando logistico dell’Esercito. Anche nel nuovo ruolo di Commissario e coordinatore della campagna vaccinale, Francesco Paolo Figliuolo ha voluto fare le cose seriamente. Per lui significa prendere decisioni basate su conoscenza, competenza, buonsenso e precisione. Significa cambiare strategia se la situazione lo richiede. Significa muoversi tra la politica, l’amministrazione, la sanità. Significa capire di quali persone fidarsi e di quali diffidare. Significa arrabbiarsi e poi farsela passare («Ogni tanto mi esce la vena!» confessa). Significa saper ascoltare, motivare e lavorare in gruppo. «L’Italia ha davvero tutto, deve solo imparare a metterlo insieme». Ecco il compito che si è dato un italiano come il generale Figliuolo.
«Vorrei raccontarvi quello che ho cercato di fare per l’Italia e perché. Proverò a essere preciso, il tema è serio e lo richiede. Ma voglio anche essere sincero e raccontarvi il dietro le quinte di questa strana, faticosa, a tratti entusiasmante stagione del nostro Paese. Ne ho parlato poco, finora, perché dovevo lavorare. E se uno, in qualsiasi professione, passa il tempo in televisione o a rilasciare interviste, come riesce a lavorare? Quando l’editore Rizzoli me l’ha proposto, mi sono detto: non sei uno scrittore, come farai a trasmettere le cose che hai capito e che hai fatto? Senza rischiare di essere autocelebrativo o usare un linguaggio troppo tecnico. O, peggio, le due cose insieme. Così ho pensato di chiedere aiuto a Beppe Severgnini. Non ci conoscevamo di persona, ma avevo letto alcuni suoi libri e molti articoli, conoscevo le sue opinioni televisive. Di lui mi piacciono la pulizia del linguaggio, la capacità di sintesi e l’ironia», afferma Francesco Paolo Figliuolo.
«La Casa Editrice Rizzoli, a conferma della propria forte vocazione alla Saggistica di testimonianza, è orgogliosa di pubblicare questo libro», è il commento di Massimo Turchetta, a capo di Rizzoli. «Un italiano è il racconto della vita e dei valori di un uomo, Francesco Paolo Figliuolo, che ha fatto molto per l’Italia e che, in questa conversazione inedita con Beppe Severgnini, ci offre anche il racconto unico e vero, da dietro le quinte, di come è stata vissuta e affrontata la pandemia».
FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO, nato a Potenza, residente a Torino, generale di corpo d’armata, ha comandato il contingente italiano in Afghanistan e le forze Nato in Kosovo. È stato comandante logistico dell’Esercito e oggi guida il Comando operativo di vertice interforze. Il 1° marzo 2021 è stato nominato Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. È sposato con Enza e ha due figli, Salvatore e Federico.
BEPPE SEVERGNINI, nato a Crema, è editorialista del «Corriere della Sera». Ha creato il forum «Italians» e diretto il settimanale «7». Opinion writer per «The New York Times» dal 2013 al 2021, è stato corrispondente in Italia per «The Economist». È autore di venti bestseller: il primo è Inglesi (1990), il più recente Neoitaliani (2020). I suoi libri sono disponibili in Bur. È sposato con Ortensia e ha un figlio, Antonio.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris