L'ANALISI
NELLE AULE DI GIUSTIZIA
17 Dicembre 2025 - 17:48
Una baby gang in azione in foto di repertorio
BOTTAIANO - Si è conclusa la vicenda giudiziaria del sequestro e del pestaggio di un trentenne indiano. Sul banco degli imputati erano finiti in 7 connazionali: per cinque di loro, che avevano scelto il giudizio abbreviato, era già stata pronunciata la sentenza di condanna definitiva a 3 anni e 6 mesi ciascuno. Altri due imputati, che hanno invece optato per il giudizio ordinario, e sono stati condannati ieri a un anno di carcere per lesioni e al risarcimento provvisorio di mille euro, ma assolti dall’accusa di sequestro di persona.
La dinamica, ricostruita in fase processuale, fu particolarmente violenta. La vittima, mentre si trovava a Bottaiano con un amico, venne accerchiata e aggredita, legata, costretta a salire su un’auto e trasportata in una zona isolata di campagna, dove subì un secondo pestaggio con bastoni, mazze di ferro e armi da taglio, riportando profonde ferite. Solo dopo aver perso conoscenza, l’uomo fu accompagnato in ospedale da uno degli imputati. In aula, il 30enne pestato – parte civile con il legale Christian Beatrici – aveva descritto gli assalitori come membri di una banda criminale denominata ‘Tiger Group’, giunti a bordo di un’Audi A3, una Bmw e un Range Rover. I motivi dell’aggressione non sono stati del tutto chiariti; secondo gli investigatori potrebbero risalire a precedenti dissapori o a una dinamica di predominio territoriale.
La difesa degli imputati, affidata all’avvocato Clara Carletti, ha contestato la ricostruzione, definendola ‘inverosimile’ per l’assenza di prove materiali, e ha sottolineato come i due si sarebbero presentati sul luogo solo in un secondo momento, «per portare in ospedale la vittima», il che ha portato alla loro assoluzione per il sequestro.
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