L'ANALISI
15 Dicembre 2025 - 05:25
Nel riquadro Carolina Maffezzoni
CREMA - Un patto tra 17 enti e associazioni locali, per fronteggiare il problema dei 60.000 cremaschi (il 40% dei residenti) affetto da patologie croniche. Perché l'80% è anziano. Al fianco dell'Asst, nel ruolo di guida, vi sono realtà come la Caritas, ovviamente il Comune e le strutture assistenziali, oltre alle cooperative sociali.
Va detto che la grande maggioranza di chi soffre di patologie conclamate riesce a gestirsi in autonomia, ma ovviamente sono migliaia le persone che hanno difficoltà, non anziane, faticando a essere autosufficienti.
Nel Cremasco, ogni 100 bambini risultano residenti 201 anziani. E nello specifico, il 2% dei malati cronici evidenzia più di tre patologie, il 24% è affetto da cardiopatie, il 19% da ipertensione, l'8% da neoplasie e il 7% da diabete mellito. Numeri che esercitano una pressione sulle attività sanitarie.
E pertanto emerge in tutta la sua centralità la figura del caregiver, ovvero di colui che si prende cura del parente con disturbi. Enti e associazioni collaboreranno al sostegno di familiari e non solo.
Il punto della situazione è stato fatto nel corso del convegno, tenuto nei giorni scorsi e promosso dall'Asst alla Casa del pellegrino del viale di Santa Maria, nell'ambito del progetto distrettuale «Argento Vivo», rivolto alla promozione dell'invecchiamento attivo. Un’iniziativa finanziata da Regione.
In sala numerosi caregiver del territorio, professionisti della salute e rappresentanti di associazioni locali. Un’occasione di confronto, formazione e riconoscimento per i familiari che, quotidianamente, sostengono gli anziani, spesso in modo silenzioso.
In apertura, l’introduzione di Carolina Maffezzoni, direttrice sociosanitaria dell'Asst. «Il nostro sistema sanitario e sociale è messo alla prova dall’invecchiamento della popolazione — l’esordio —: quella cremasca è per circa un quarto costituita da anziani. Se da un lato l’allungamento della vita è un’indubbia conquista della nostra società, dall’altro vediamo che non sempre si invecchia in buona salute. Circa il 40% della popolazione del nostro distretto è, infatti, interessata da patologie croniche, che per lo più sono prevalenti nelle fasce più anziane. Alla luce di questi dati, l'invecchiamento attivo deve diventare un impegno e un obiettivo concreto, non solo nell’agenda di chi è tenuto a occuparsi di salute nel senso più ampio del termine, ma anche della stessa popolazione. Il progetto Argento Vivo, approvato dall'Ats e finanziato dalla Regione, nasce con questa finalità. E grazie al lavoro congiunto di 17 partner pubblici e privati si è costituita una rete diffusa».
Si va dal reclutamento di volontari, al sostegno a chi assiste. «Il caregiver — ha sottolineato — rappresenta un pilastro del sistema di cura e assistenza, va riconosciuto e aiutato con reti di supporto e percorsi di formazione, sollievo e orientamento».
I partecipanti hanno approfondito temi legati all’impatto della malattia sulla vita familiare, alle responsabilità e alle sfide del ruolo di caregiver, oltre alle possibili soluzioni assistenziali. È stata prevista la condivisione di esperienze, abbinata a laboratori. Al termine, è stata presentata e distribuita la «Guida ai gruppi per caregiver» attivi nel distretto, pensata come strumento di orientamento per le persone impegnate nel sostegno di familiari e non solo.
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