L'ANALISI
06 Dicembre 2025 - 08:50
CREMA - Nel cuore del Cremasco, all’alba di giovedì i carabinieri hanno acceso un faro sul mondo delle sostanze dopanti che viaggiano nel sottobosco del bodybuilding. Una perquisizione ha raggiunto un piccolo centro del distretto, aprendo le porte locali a un’inchiesta che in realtà abbraccia tutto il Paese.
È solo uno dei tasselli di una maxi operazione che, coordinata dalla procura di Savona, ha mosso decine di pattuglie e competenze specialistiche da nord a sud dello Stivale. Sono oltre sessanta i decreti di perquisizione firmati dal pm Elisa Milocco ed eseguiti dai Nas di Torino e Genova in quaranta province.
Un mosaico investigativo imponente, costruito dopo mesi di monitoraggi sotterranei su siti web dove anabolizzanti e farmaci dopanti venivano venduti come merce qualunque, schermati da pagamenti in criptovalute e da nickname difficili da decifrare. Al centro, una rete di presunti rivenditori liguri specializzati nel rifornire appassionati e agonisti del fisico scolpito a ogni costo.
Nel Cremasco, i carabinieri hanno bussato all’abitazione di un uomo che, secondo gli investigatori, graviterebbe nell’ambiente del bodybuilding. Nessuna palestra, nessun centro fitness: l’operazione si è concentrata nelle case, dove le sostanze venivano conservate, acquistate o smistate alla cerchia degli interessati.
I militari hanno lavorato fianco a fianco con i comandi territoriali e con la sezione Criptovalute del Comando Antisofisticazione monetaria, reparto nato proprio per decifrare e interrompere i flussi di denaro che corrono sui circuiti digitali. Il quadro ricostruito dagli inquirenti racconta di prodotti acquistati su piattaforme estere, stoccati in Italia e poi distribuiti a una clientela fedele, sempre più attratta da risultati immediati. Le analisi sui materiali sequestrati proseguiranno nei prossimi giorni, mentre l’inchiesta continua a stratificarsi.
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