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OFFANENGO

«Solo lo studio è il vero ascensore sociale»

L’ex presidente degli industriali lombardi Buzzella incontra gli alunni delle medie

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

04 Dicembre 2025 - 18:35

«Solo lo studio è il vero ascensore sociale»

OFFANENGO - La sua storia, legata a doppio filo a quella della Coim e alla voglia di non arrendersi mai del padre Mario, il fondatore del colosso della chimica che oggi conta una decina di stabilimenti in tutto il mondo, ha il proprio cuore pulsante in paese.

Questa mattina, gli studenti delle terze medie del comprensivo Falcone e Borsellino hanno avuto come docente Francesco Buzzella, già presidente di Confindustria Lombardia e tuttora di Federchimica. Ad ospitare l’incontro, in cui Buzzella è stato affiancato da Michela Donesana, che per Coim è responsabile delle risorse umane, è stato l’auditorium dell’oratorio.

Buzzella, 57enne laureato in economia e commercio, comproprietario e amministratore di Coim, ha introdotto la mattinata raccontando, con l’ausilio di un video, come nel dopoguerra il paese fu inserito nell’elenco delle aree depresse. E ciò significò incentivi per gli insediamenti industriali ed ecco che nel 1962, «mio padre Mario e Cesare Zocchi aprirono il primo piccolo capannone. Scelsero una zona di campagna, lontano dall’abitato, anche per ragioni di sicurezza». Da lì è cominciata la scalata che ha portato Coim ai vertici mondiali.

«Sono stati aperti stabilimenti in tutto il mondo, arrivando a dieci, ma il cuore è ancora qui. Abbiamo 1.400 dipendenti complessivi. Facciamo prodotti chimici che i nostri clienti utilizzano per un manufatto: dal cavo allo scarpone da sci, dalle suole delle scarpe da ginnastica, all’imballo delle caramelle. Produciamo poliuretano e altre materie chimiche».

Tra le domande che i ragazzi hanno rivolto all’imprenditore, quella sulle sue materie scolastiche preferite. «Religione, musica e ginnastica — ha ironizzato Buzzella —: a parte gli scherzi, sicuramente la parte scientifica, poi italiano, soprattutto la letteratura».

Quale è stato l’insegnamento più importante ricevuto da padre? «Innanzitutto non mollare mai. Una volta gli dissi: ‘Papà, nella vita bisogna anche accontentarsi’. Lui mi risposte: ‘Ricordati che il mondo è andato avanti per quelli che non si sono accontentati, per coloro che hanno voluto cercare qualcosa di nuovo’. La sua prima regola era pagare gli stipendi, poi i fornitori ed essere a posto con le banche. Quello che avanzava era per noi. Mi ha trasferito l’80% di quello che era. Mi sento figlio della Coim».

Insomma, un esempio di vita, una storia di uomo che si è fatto da solo. «Ha fondato l’azienda giovanissimo, a 24 anni. Nato nel 1938 ha vissuto la seconda guerra mondiale da bambino, finite le elementari non c’erano le scuole medie e avrebbe potuto andare a lavorare sin da giovanissimo in una grande impresa. Ma non gli andava, allora si iscrisse all’avviamento professionale, ci andava in treno a dieci chilometri da casa. I genitori erano poveri, avevano difficoltà a mantenerlo negli studi, poi accettarono». Da qui l’esortazione agli allievi offanenghesi: «Aveva capito che l’unico ascensore sociale era lo studio».

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