L'ANALISI
24 Novembre 2025 - 17:06
CREMA - Il “sacro legno” del duomo “entra” nelle case dei cremaschi grazie a due lastre di stampa settecentesche, che rivivono dopo tempo immemore. L’immagine del crocifisso miracoloso della cattedrale, da sempre la più venerata del luogo di culto, è stata così stampata sulla carta e ora si può prenotare, seppur disponibile con una tiratura limitata.
La presentazione del progetto, in occasione della festa del crocifisso, si è tenuta in duomo. Il Cda della cattedrale, guidato da Marcello Palmieri, ha accolto i fedeli con un programma che ha coinvolto lo storico dell’arte Cesare Alpini, che ha presentato il crocifisso e la sua cappella. A legare tra loro gli interventi degli ospiti la voce del mezzosoprano Giovanna Caravaggio, accompagnata dal maestro Mauro Bolzoni, che ha suonato la copia di un organo positivo rinascimentale, ad azionamento interamente manuale.
Poi, l’intervento di don Giuseppe Pagliari, direttore dell’archivio storico diocesano, che ha illustrato il progetto. «Dopo aver ritrovato due lastre di stampa in rame, raffiguranti il crocifisso, è nata l’idea di riprodurre l’immagine impressa su questi supporti, per rinnovare il legame tra bellezza e fede». A quel punto, bisognava trovare un artigiano capace. Il compito è stato affidato al reggiano Arnoldo Manfredi, uno dei pochi in Italia in grado di stampare queste lastre incise a bulino. Alle operazioni ha partecipato anche Francesco Pavesi, operatore culturale della cattedrale e videomaker.
Da qui il video, presentato nella stessa serata e ora a disposizione dei fedeli, in cattedrale sino a domenica. L’audio si può ascoltare utilizzando le cuffie. Da lunedì, il video verrà caricato sul canale YouTube della Diocesi, divenendo a tutti gli effetti di dominio pubblico. Si può già prenotare la stampa del Crocifisso scrivendo all’indirizzo visiteduomocrema@gmail.com, oppure agli addetti in cattedrale.
Il crocifisso del duomo è considerato miracoloso dalla tradizione in quanto avrebbe ritratto i piedi una volta gettato nel fuoco, durante un’occupazione ghibellina della cattedrale, risalente al 1.400. E poco importa se la Diocesi di Crema attribuisce all’immagine sacra altri miracoli: nel Settecento propiziò la fine di un’alluvione che stava rischiando di distruggere il raccolto, e poi la scampata esplosione di una polveriera. Quando i cremaschi volgono gli occhi al crocifisso, il loro sguardo cade sempre sui piedi.
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