L'ANALISI
14 Novembre 2025 - 19:50
CREMA - Sette mesi di reclusione, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale, a Bruno Pagani, ex vice questore e capo del Commissariato di Crema. Il giudice li ha inflitti a Maria Grazia Piccinelli, presidente del Comitato ‘Fortitudo’, il Comitato anti-vaccini Covid e anti green pass: il 30 maggio del 2022, partì da Cremona per piazza del Duomo a Crema, dove alle 21 era in programma l’intervento di Giuseppe Conte per supportare Manuel Draghetti, candidato a sindaco dei Cinque Stelle. Piccinelli arrivò alle 20 con l’ex tesoriere, l’ex vice del Comitato e un consigliere. Obiettivo: non mandarle a dire a Conte, l’ex premier padre dei Dcpm emanati durante la pandemia. Secondo l’accusa, la presidente del Comitato Fortitudo tentò di sfondare il cordone di polizia, sferrò una gomitata a Pagani. Agli atti del processo, «i filmati della Scientifica, ma anche quelli prodotti da loro (la difesa). La Piccinelli guida il gruppo di contestatori, urla. Pagani la contiene: è lui che si prende due gomitate», ha arringato l’avvocato di parte civile, Massimiliano Cortellazzi.
Piccinelli è stata condannata a risarcire Pagani con 2mila euro. È stata invece assolta ‘perché il fatto non costituisce reato’ dall’altro reato, più grave: calunnia. L’indomani, in Questura querelò Pagani, accusandolo di averle messo le mani addosso. Per il pm Piccinelli andava condannata a 1 anno e 6 mesi per entrambi i reati. Entro 30 giorni sarà deposita la motivazione della sentenza: Piccinelli ricorrerà in appello. Difesa dall’avvocato Filippo Marioni, oggi ha rilasciato dichiarazioni spontanee. È tornata a quella sera.
«Alle 20 ci avviciniamo in piazza, a una ventina di metri, c’è un capannello piccolo di persone, riconosco uno della Digos, poi uno di loro, non sapevo chi fosse, viene nella mia direzione, mi si avvicina, mi punta un dito al seno, mi minaccia: ‘Alla prima parola che dice, la prendo, la porto in Questura e l’arresto’. Ho le parole scolpite. Non aveva il distintivo, non si è presentato. Mi ricordo com’era vestito: polo bianca e giacca azzurra. Aveva gli occhi iniettati di sangue».
Al processo, Pagani aveva già spiegato di essere stato avvisato dalla Questura «dell’arrivo di Piccinelli con un gruppo di no-vax, per protestare in modo molto aspro» contro Conte. «Intorno alle 20, la Digos mi indicò che erano arrivati e che erano a una trentina di metri dal palco. I colleghi della Digos me li hanno presentati e mi hanno presentato la Piccinelli. Li invitai a tenere un comportamento civile ed educato, a non creare disordine e turbative. Iniziarono a polemizzare e a scandire slogan ‘Vergognatevi di quello che avete fatto a Bergamo’; ‘Dittatura sanitaria’. Noi li abbiamo invitati a smettere e abbiamo creato un cordone di sicurezza per dividerli. È arrivato Conte: passò da dietro e salì sul palco». Ma «Piccinelli e i suoi continuarono a protestare. La signora era molto agitata. In più di una occasione ha cercato di investirmi fisicamente. Mi sono messo davanti, allargando le braccia per contenerla. Siamo riusciti a farli indietreggiare e con l’aiuto della Digos li abbiamo portati nell’area esterna del comizio, ma la signora ha cercato di rientrare, spintonando un poliziotto della Digos. Non era collaborativa, molto ostica, cercava la contestazione e di arrivare sul palco. È stata una continua provocazione».
La versione di Piccinelli: «Alle 20, con molta tranquillità cerco di avvicinarmi al palco, a 50 metri. Subisco un’ora di angherie da parte di cinque persone, ma nel video non c’è questa parte. Non capisco il perché di questa minaccia: io non sono una persona criminale, nella nota prefettizia mi si dipinge come persona educata, ho sempre avuto rapporti amicali con la Questura e con la Digos, ho sempre avuto rispetto delle forze dell’ordine. Pagani ha abusato del suo potere, io ho semplicemente difeso i miei diritti, è stata lesa la mia libertà, il mio diritto a dissentire».
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