L'ANALISI
13 Novembre 2025 - 05:05
PALAZZO PIGNANO - Sono 47 i beni immobili confiscati dallo Stato, «ai sensi del codice delle leggi antimafia», acquisiti a titolo gratuito dal Comune. Tra questi 15 appartamenti, con altrettanti box, quattro abitazioni indipendenti, un negozio e due magazzini, oltre a lotti di terreno agricolo. Nell’ultimo consiglio comunale è arrivato il voto favorevole all’acquisizione e dunque ora l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Dossena può cominciare a programmare l’utilizzo di questo enorme patrimonio, che da privato è diventato pubblico a tutti gli effetti.
La prima finalità sociale sarà quella di mettere a disposizione di famiglie in difficoltà economica alloggi a canone calmierato. Non si tratterà però di vere e proprie case popolari, dunque non si prevedono affitti lunghi, bensì concessioni di durata a medio termine, qualche anno al massimo. Gli introiti dei canoni serviranno al Comune per coprire altre spese sociali, da anni in crescita, a partire da quelle per l’assistenza ad personam agli anziani, per arrivare al servizio scolastico per gli alunni e studenti certificati. «Niente potrà essere venduto, ma appartamenti, magazzini e garage potranno essere una fonte di risorse tramite bandi in concessione» conferma il primo cittadino.

Ovviamente l’operazione di confisca e il successivo passaggio dei beni all’ente locale è di gran lunga la più imponente mai registrata sino ad ora nell’intero territorio provinciale. Un iter durato anni, che ora si sta finalmente concretizzando. «Il prossimo passo sarà approvare un regolamento per l’utilizzo dei beni, messo a punto con la sezione regionale dell’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) – precisa Dossena –: restando agli alloggi ce ne sono alcuni in buono stato, dalle prime verifiche direi almeno otto. Potrebbero dunque non aver bisogno di particolari interventi di riqualificazione. Si trovano infatti all’interno di palazzine di recente costruzione. Due di questi li terremo da parte per le urgenze abitative a livello comunale, penso ad esempio a famiglie che per imprevisti o condizioni di temporanea difficoltà perdono la casa».
A gestirli saranno dunque direttamente i Servizi sociali che hanno il polso della situazione locale. «Il resto, insieme a quelli che hanno invece bisogno di un lavoro di ristrutturazione, saranno dati in concessione con la formula del bando pubblico – prosegue il sindaco –: i contratti saranno al massimo di tre anni, con affitto calmierato rispetto ai prezzi di mercato. Sarà ovviamente un’opportunità per tutto il distretto cremasco».
Gli aventi diritto saranno selezionati in base a precise caratteristiche, tenendo in considerazione innanzitutto il reddito, in modo da privilegiare i nuclei in condizioni disagiate. Gli appartamenti e le abitazioni che dall’anno prossimo verranno dati in concessione rappresenteranno dunque una risorsa preziosa per la cronica fame di case che attanaglia tutto il Cremasco.
«Il filtro di questo progetto sarà sempre l’Agenzia dei beni confiscati, con la quale stiamo collaborando da anni – conclude Dossena –: per quanto riguarda i terreni agricoli, è nota da tempo la nostra volontà di costruirci la nuova scuola materna, collocandola nella zona a sud della frazione di Scannabue, per andare a sostituire la struttura esistente che si trova tra le frazioni di Cascine Capri e Gandini». Per la ristrutturazione degli immobili che hanno bisogno di interventi il Comune potrà fare affidamento sui bandi regionali 2026 destinati appositamente a garantire risorse agli enti locali. Essendo un paese con meno di 5.000 residenti, il contributo massimo ottenibile copre il 90% della spesa. I progetti da candidare saranno pronti nelle prossime settimane.
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