L'ANALISI
06 Novembre 2025 - 18:29
CREMA - Quando, smontato il turno in Commissariato, ha raggiunto l’auto parcheggiata in via Macallè, ha visto la fiancata completamente rigata: le due portiere, anteriore e posteriore, del lato conducente. Il vice ispettore, poliziotto che si occupa anche dei reati del codice rosso, al momento ha pensato a una vendetta di qualche uomo denunciato dalla ex. Sorpresa: a conciargli l’auto così, era stato un collega, lui sovrintendente, inchiodato dalle tre dashcam che il suo diretto superiore aveva installato sulla macchina. Danni per 2.200 euro e querela. I fatti risalgono a un anno fa.
Sotto procedimento disciplinare e in Tribunale accusato di danneggiamento aggravato, nel tentativo di chiuderla con 700 euro, e dopo essersi opposto al decreto penale di condanna, all’udienza preliminare di oggi, attraverso il suo difensore, il poliziotto imputato si è detto dispiaciuto, ha staccato un assegno da 2mila euro come risarcimento integrale del danno e ha chiesto al gup la messa alla prova presso un ente del Cremasco.
Il poliziotto vittima del danneggiamento, attraverso il suo avvocato, ha intanto sottolineato come sino al giorno dell’udienza, le scuse non fossero mai arrivate. E che quei 2mila euro venivano accettati, ma solo come acconto.
Sulla istanza di messa alla prova, il giudice si è riservato in attesa di avere dalla difesa il programma (è una prassi). E salvo contrordine, dovrebbe essere accolta, perché i 2mila euro offerti, anche se non integrano il danno totale, come ha ritenuto il gup, sono comunque sufficienti a integrare la maggior parte di quel danno. Con la messa alla prova, il procedimento viene sospeso e, in caso di esito positivo, il reato si estingue.
Un mese prima del fatto, tra vice-ispettore e sovrintendente c’era stato un confronto durante una operazione in corso. Il viceispettore era intervenuto in quanto superiore gerarchico e responsabile dell’operazione, usando toni un po’ duri con il sovrintendente, ma i due poliziotti si erano poi chiariti, il superiore si era scusato.
La cosa sembrava finita lì. E, invece, la vendetta gli è stata servita sul piatto freddo.
Un anno fa, il vice ispettore aveva parcheggiato l’auto la mattina. Nel primo pomeriggio, finito il turno, si è accorto di una ‘profonda’ rigatura. Quando si è poi messo a guardare le dashcam, quasi non voleva crederci. Con la chiave, il suo collega non era andato tanto per il sottile. E che la rigatura fosse profonda, lo dimostrerebbe anche il ‘dondolare’ della vettura mentre il poliziotto si vendicava.
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