L'ANALISI
07 Novembre 2025 - 05:35
A sinistra il 70enne Rosolo Orini e il il 65enne Carlo Milanesi a Capo Verde. A destra Orini sulle dune
CREMA - Correre 10 volte un’ultramaratona di 150 chilometri. Di per sé sarebbe già un record. Decidere di farlo a 70 anni rappresenta un primato nel primato. Il sabbionese Rosolo Orini, ex direttore del centro natatorio comunale, da qualche anno in pensione, non molla. Il 6 dicembre sarà ancora tra la manciata di temerari al via nella Boa Vista Ultra Trail, la maratona estrema che si disputa ogni anno sull’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde. Nelle nove volte che l’ha già corsa, in quattro occasioni è arrivato fino in fondo, in tre si è fermato al traguardo dei 75 chilometri, come consente il regolamento, una si è ritirato e un’altra è rimasto vittima di un infortunio a un piede.
Per la sua partecipazione numero dieci, l’obiettivo è chiaro: «Arrivare fino in fondo». L’amante dell’estremo non lo dice, ma gli amici assicurano che è da mesi che si sta preparando per correre per più di un giorno intero la prova più estrema e più lunga, i 150 chilometri da affrontare tra sabbia di dune e di spiagge, pietraie e sterrati. «Le difficoltà maggiori di questa ultramaratona — afferma Orini — sono date dai continui cambiamenti della superficie sulla quale corri. Le gambe ne risentono parecchio. La preparazione deve essere fatta su terreni che possano assomigliare a quelli che si trovano sull’isola africana. Il fondo è vario e impervio. Allenarsi sull’asfalto vorrebbe dire avere i crampi».
L’edizione di quest’anno farà segnare il record di partecipazioni alla corsa. «Nel 2024 — spiega il runner cremasco — eravamo in 14 al via. Stavolta siamo iscritti in 23. Di quelli che hanno gareggiato l’anno passato siamo però soltanto in due, io e Corrado Buzzolan, che siamo anche i veterani dell’Ultra Trail. Io sono uno dei più anziani».
Per la cronaca, nel 2024, l’Ultra Marathon l’hanno portata a termine soltanto sette uomini e una donna. Quest’anno, sulla lunga distanza ci saranno anche tre donne. Gli italiani sono il gruppo più numeroso. Seguono i capoverdiani, che hanno il vantaggio di conoscere l’isola, il tracciato e ogni insidia. «Il mio miglior tempo — prosegue Orini — finora è stato di 25 ore e 13 minuti, realizzato nel 2015, quando avevo dieci anni in meno. Quando corri queste distanze, l’obiettivo deve essere soltanto quello di provare ad arrivare al traguardo».
L’ex direttore della piscina, un passato da calciatore in gioventù e poi tanti anni da runner, spiega cosa lo spinge a cimentarsi in prove così impegnative: «Lo faccio esclusivamente perché mi piace correre nella natura. Non mi interessano le classifiche; io corro per misurarmi con me stesso e non con gli altri. E poi, dopo la competizione, mi fermo a Capo Verde per fare una settimana di vacanza al mare con la famiglia».
Il tempo limite per portare a termine il percorso è di 40 ore, ma agli 80 chilometri bisogna arrivarci entro 20. Ogni concorrente dovrà avere con sé:
L’organizzazione darà a ciascun concorrente un road book dettagliato, con indicata anche la tipologia di terreno e la cartina del percorso:
Oltre all’Ultra Trail da 150 chilometri, si correranno la Salt Marathon di 75 e l’Eco Marathon di 42. In lizza in quest’ultima ci sarà un altro cremasco, il 65enne Carlo Milanesi, presidente dell’Aperunning. Era presente anche lo scorso anno quando l’ha portata a termine in 8 ore e 43 minuti, classificandosi al 23° posto.
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