L'ANALISI
04 Novembre 2025 - 05:05
CREMA - Combattere la piaga della disoccupazione giovanile, che in città e nel Cremasco si fa sentire più che altrove in Lombardia, con un tasso di Neet — gli under 30 che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi — pari al 22,6%, superiore alla media lombarda che è del 17,4%. Al via un nuovo progetto per agevolare ragazzi e ragazze nella ricerca di occupazione, cominciando da tirocini in azienda e corsi di formazione per l’incremento delle competenze professionali.
Inoltre, verranno introdotti percorsi cosiddetti di ‘riattivazione’ ovvero permettere a ragazzi e ragazze che per svariate ragioni si sono un po’ persi per strada, di acquisire nuova fiducia in se stessi e ricostruirsi un futuro lavorativo e sociale. Per raggiungere questi obiettivi si è mobilita un intero territorio con Crema capofila, a caccia di oltre 220mila euro di finanziamenti regionali, da ottenere attraverso il bando Zeroneet della Regione. Gli stessi enti e partner garantiranno poi un cofinanziamento di 53mila euro. Il Comune, ad esempio, contribuirà con 4.200 euro, a fronte di un contributo atteso di 16mila. Si sfioreranno così i 280mila euro complessivi di impegno economico.

«Stimiamo nell’arco dei 36 mesi di intercettare almeno 180 Neet, di cui 50 coinvolti in proposte progettuali diversificate e adatte alle inclinazioni e competenze personali e 56 attivati da opportunità di inserimento occupazionale tramite tirocinio» sottolineano i promotori. Coinvolti più assessorati a partire da quello del Welare guidato da Anastasie Musumary, per arrivate a quello al Lavoro e Istruzione con Emanuela Nichetti. Se il progetto andrà a buon fine, verranno finanziate diverse realtà sociali e educative del territorio. Consorzio Arcobaleno, cooperative ed enti impegnati nel contrasto alle povertà educative (Cosper, Meraki, Nazareth, Gruppo Gamma, Igea, Arci Porto Sicuro, Fondazione Madeo, Mai stati sulla luna, Aibs, Fondazione Alba, Koala).
«I giovani agganciati saranno indirizzati verso attività concrete come laboratori di espressività e per l’avvicinamento a esperienze di servizio civile e volontariato – chiariscono gli estensori del progetto — ricerca attiva del lavoro, empowerment, ovvero valorizzazione delle proprie competenze, aspirazioni e potenzialità. Poi acquisizione di competenze di base specifiche, ad esempio falegnameria, sartoria. Ci saranno tirocini in azienda, in sinergia e collaborazione con le imprese e le associazioni datoriali. Inoltre, corsi di formazione per l’incremento di competenze professionali specifiche. La raccolta delle segnalazioni e la programmazione degli interventi saranno in capo ai partner, già dotati di tavoli di lavoro multiprofessionali, inseriti nei rispettivi Piani di zona».

Le criticità del territorio cremasco in merito ai giovani apparentemente senza un futuro erano già state evidenziate nei mesi scorsi. Dati allarmanti, ad esempio, per quanto riguarda l’abbandono scolastico. Crema è storicamente un polo di riferimento per i giovani del territorio e non solo, grazie alla concentrazione di istituti di ogni indirizzo. I numeri delineano una situazione che richiede attenzione. La dispersione scolastica si attesta infatti al 12,23% ed è più alta della media regionale (11,9%), con picchi del 20-30% tra i ragazzi di età compresa dai 14-19 anni che risiedono nei comuni più piccoli del territorio. Solo contando gli iscritti alle superiori cittadine, che sono oltre 6.000, significa che oltre 700 studenti non completano il percorso.
Il riferimento è ai 48 Comuni dell’Ambito cremasco, numeri contenuti nel Piano di zona dei servizi sociali che tutti gli enti locali hanno approvato la scorsa primavera. Uno strumento per governare il Welfare a livello distrettuale uniformando prestazioni, tariffe a carico degli utenti e obiettivi. Il Piano conferma come i casi di minori seguiti dal servizio tutela sono in crescita dal post-Covid, con un incremento di adolescenti che manifestano autolesionismo e disagio psicologico.
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