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NELLE AULE DI GIUSTIZIA

La sentenza: condannato il truffatore del parroco

Si era finto funzionario della Regione: «I contributi dati all’asilo sono eccessivi...»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

29 Ottobre 2025 - 18:07

La sentenza: condannato il truffatore del parroco

RIPALTA CREMASCA - Il pm al sacerdote: «Lei ha presentato una querela per truffa: vuole rimetterla o proseguire?». «Proseguire». Niente perdono, anzi. Il don ha fatto condannare a 2 anni di reclusione quel tizio che, spacciandosi per ‘Boldrini’, funzionario della Regione Lombardia, gli ha ‘scucito’ 2.490 euro con l’inganno sui fondi per le scuole materne. Il pm onorario aveva chiesto 8 mesi per il truffatore all’anagrafe Jacopo Cardone, 34 anni, piemontese di Moncalieri, residenza a Torino. Uno che campa di truffe (la sua fedina penale è piena di precedenti). L’imputato dovrà anche risarcire con 3mila euro il parroco, nel processo parte civile con l’avvocato Marco Costanza.

La truffa risale al 17 maggio 2019, venerdì. Il sacerdote collabora, da volontario, con la gestione amministrativa dell’asilo infantile di Bolzone, scuola privata «che ogni anno riceve fondi per 18mila euro, la cifra media». Com’è andata quel venerdì 17 maggio, il sacerdote l’ha spiegato al giudice. Il truffatore ci aveva provato a scuola. Quel giorno le maestre hanno fatto un colpo di telefono al don: «Verrà contattato da un funzionario regionale, perché c’è un errore nei fondi stanziati».

Il ‘Boldrini’ preposto all’assegnazione dei fondi, ha chiamato il parroco, il quale si è fatto spiegare il problema . Il nodo è che i 18mila euro stanziati erano troppi: andavano restituiti 2.490 euro. Ora, i fondi non erano ancora arrivati, ma, come ha precisato l’avvocato di parte civile, «proprio perché la scuola periodicamente li riceve, il parroco ha fatto affidamento su questa circostanza: sempre in quel periodo venivano stanziati».

Nella testimonianza del sacerdote, l’avverbio insistentemente è tornato e ritornato. «Insistentemente, il funzionario regionale mi chiede di sanare, di restituire la differenza, altrimenti la scuola non avrebbe più ricevuto i fondi». Nella telefonata, ‘Boldrini’ ha fatto ‘pressing’ sul don. «Ero impegnato con le Cresime, ho tentato di rimandare la cosa, ma lui, insistentemente, mi ha detto di no, di fare subito il versamento, altrimenti si blocca tutto». Il parroco ha annotato il numero della carta postpay che, lo scopriranno i poliziotti che hanno indagato, era intestata all’imputato. E ha annota anche un indirizzo pec: regionelombardiaragioneria@pec.it dove mandare la ricevuta del pagamento.

Quel giorno in parrocchia è passato un amico del sacerdote. «Gli chiedo — ha proseguito il parroco — se, per favore, può farmi il piacere di andare in posta per fare il versamento». E «a fronte della richiesta insistente del funzionario, vado in casa, prendo i miei soldi. Lui era insistente».

Fatto il versamento, il parroco ha mandato la ricevuta all’indirizzo pec, «ma mi torna indietro. E da lì, i dubbi. Ho richiamato il funzionario, non mi ha più risposto». Il don ha contattato il suo commercialista e ha scoperto la truffa. Querela.
«L’imputato si qualifica come funzionario della Regione, fa riferimento al fondo, l’urgenza non dà scampo al parroco. La pec poteva sembrare verosimile — ha detto l’avvocato di parte civile Costanza —. Il sacerdote ha corrisposto la somma per il timore che la scuola potesse subire un pregiudizio, ovvero il blocco dei fondi». Da qui, la richiesta al giudice di condannare il truffatore «all’integrale risarcimento del parroco», cioè 2.490 euro. L’imputato gliene dovrà dare 3mila.

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