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L'EMERGENZA ABITATIVA

Caritas in prima linea: scongiurati 30 sfratti

Alleanza con Comune e Acli per garantire una casa alle persone in difficoltà economica. L’esperienza cremasca di mediazione diventa un modello di riferimento per la Lombardia

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

22 Ottobre 2025 - 05:05

 Caritas in prima linea: scongiurati 30 sfratti

CREMA - Una trentina di famiglie o persone singole in difficoltà economica e sociale, che vivono in appartamenti in affitto da privati, seguite ogni anno in modo da evitare loro lo sfratto e il rischio di finire in strada. Sono i risultati raggiunti dalla mediazione abitativa della Caritas diocesana, nata nel 2011 all’interno del Piano di zona e nella sua forma attuale sviluppata dal 2019 nell’ambito della co-progettazione tra Comune, Acli e appunto Caritas.

Questa formula in sostanza prevede che Comune e Caritas facciano da tramite con i proprietari, ponendosi come garanti per il regolare pagamento del canone: a questo proposito c’è un fondo a perdere oppure viene studiato un piano di rientro in modo da consentire agli affittuari di ripianare il proprio debito con rate accessibili.

Un progetto che fa scuola in Lombardia, illustrato nei giorni scorsi al convegno ‘Dare casa alla speranza’, che ha radunato a Milano tutte le Caritas lombarde, ospiti di quella Ambrosiana. Tra i relatori anche il direttore di quella Cremasca Claudio Dagheti, a cui sono toccate le conclusioni dei lavori, in qualità di coordinatore del tavolo sulle politiche sociali delle Caritas lombarde. Nel report presentato per l’occasione e alla cui stesura ha lavorato anche Miriel Campi della Caritas di Crema, vengono appunto fornite informazioni sull’andamento di questo progetto.

«Mettiamo in campo due azioni di mediazione abitativa e accompagnamento educativo: la prima comporta l’attivazione di una figura professionale dedicata che si interfaccia con il locatore al fine di trovare un equilibrio tra gli interessi di quest’ultimo e dell’affittuario. La seconda prevede l’attivazione di un educatore al domicilio che ha la funzione di monitorare la situazione economica dell’inquilino, la garanzia del pagamento del canone, ma anche il supporto nella gestione economica secondo il diverso grado di autonomia».

L’inquilino viene anche seguito nella gestione dell’alloggio per il mantenimento dello stesso in buone condizioni e supportato anche nel dialogo con il locatore in caso di problematiche strutturali.

«Le azioni – precisano in Caritas – possono essere, all’occorrenza, integrate da un sostegno economico tramite fondo di garanzia a perdere o con rientro. Il nostro obiettivo è fare in modo che l’inquilino mantenga l’alloggio all’emergere di difficoltà economiche per debito maturato o per incapacità di pagamento dell’affitto. Il progetto ha pertanto sia una funzione di prevenzione dello scivolamento verso situazioni di sfratto, ma anche di fuoriuscita da situazioni già problematiche».

La sostenibilità finanziaria è resa possibile dal finanziamento del Comune. Il rapporto della Caritas cremasca non nasconde le difficoltà, date proprio dal fatto che al momento l’unico finanziatore è l’ente di piazza Duomo e «dalla mancanza di soluzioni abitative ponte in caso di situazioni emergenziali».

A livello generale in Caritas Lombardia hanno voluto sottolineare come «con il nuovo rapporto sull’abitare, si rilanci un impegno che dura da oltre dieci anni: accompagnare le persone non solo a trovare una casa, ma a poterla vivere bene, a sentirsi parte di una comunità. costruire insieme una politica della casa fondata sulla corresponsabilità, in cui istituzioni, enti del terzo settore e cittadini collaborino per rendere effettivo il diritto all’abitare. Valorizzare le esperienze di housing sociale, il recupero di spazi inutilizzati e la rigenerazione dei territori, segni concreti di speranza e di nuova vita».

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