L'ANALISI
21 Ottobre 2025 - 15:41
CREMA - Anche l’ultimo, estremo tentativo sembra essere andato a vuoto. Solo un miracolo ora può cancellare o quantomeno rinviare la dipartita dei frati Cappuccini dai Sabbioni, dopo quasi cinque secoli (sono presenti dal 1575), decisa dal ministro provinciale Angelo Borghino. Il comitato spontaneo che era sorto dopo che era uscita la notizia della chiusura del convento ha giocato le ultime carte, senza però fare scopa. Ha scritto una lettera al vicario generale dell’ordine dei Cappuccini a Roma e un’altra addirittura a papa Leone XIV, eletto lo scorso mese di maggio. Il primo ha risposto direttamente, il secondo ha affidato il compito a un segretario. Le risposte, tuttavia, sono state pressoché identiche. Entrambi rimettono la decisione a chi di competenza. Il che significa, fine delle speranze.
A fine estate del prossimo anno, agosto o settembre, i tre attuali frati Cappuccini presenti nel convento dei Sabbioni faranno le valigie e saluteranno i parrocchiani. Questi ultimi hanno fatto davvero tutto ciò che era nelle loro possibilità per far cambiare una decisione maldigerita e non compresa, ma non c’è stato nulla da fare. Hanno raccolto 1.400 firme che hanno consegnato al vescovo Daniele Gianotti, hanno organizzato presìdi, hanno scritto a destra e a manca, hanno avanzato proposte che sono state tutte respinte.
La parrocchia dei Sabbioni perderà la sua autonomia, fieramente conquistata nel 1951 proprio con la separazione da Ombriano, e verrà di nuovo accorpata a quella di Ombriano, formando un’unità pastorale, di fatto già formalizzata. A gestire la quale ci saranno i due preti che attualmente operano nel quartiere confinante: don Gabriele Frassi e don Stefano Savoia. In questo periodo di incertezza e di mancanza di informazioni, tante voci sono circolate senza trovare conferma. Prima si era detto di un possibile arrivo di suore nel convento per avere un presidio. Poi si è parlato di un cappellano che possa dare una mano a don Frassi e a don Savoia. Nulla di certo.
Nell’attesa, i due consigli pastorali seguitano a tenere le riunioni periodiche per cercare di organizzare il futuro cammino congiunto. Pare che, al di là della buona volontà, i passi avanti siano lenti. Considerate le innumerevoli attività che i due quartieri più popolosi della città svolgono a livello di parrocchia, di oratorio e di strutture sportive, ci sarà parecchio da razionalizzare e da mettere a punto per evitare che il grande patrimonio realizzato negli anni possa andare perduto, anche solo in parte.
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