L'ANALISI
20 Ottobre 2025 - 17:18
MARTIGNANA DI PO - I record del mondo di Andrea Devicenzi sono stati ufficialmente riconosciuti anche dal Guinness World Records. «Quando ho stabilito quei record il 7 e l’8 giugno scorsi al velodromo di Palma di Maiorca, non fu solo un sogno sportivo, ma una sfida personale, costruita in quasi quindici anni di attività, in sella alla mia bici, sudando e soffrendo, in compagnia del mio unico motore, la gamba destra», commenta l’atleta di Martignana di Po.
Ecco i 10 record conquistati:
La sfida era iniziata alle 12 di sabato 7 giugno; alle 7.41 del mattino di domenica aveva già raggiunto l’obiettivo minimo di 500 chilometri. Ma non si era fermato. Alla fine, il cronometro segnava 602,5 chilometri. In sella per un giorno intero, solo con la forza di una gamba, e con tenacia unica.
Devicenzi non è nuovo alle sfide impossibili. A 17 anni, un incidente motociclistico gli ha portato via la gamba sinistra. Ma non la voglia di vivere lo sport e di spingersi sempre oltre. Calcio, ciclismo, triathlon, cammini: ogni disciplina è diventata per lui un campo di battaglia e rinascita. Oggi è atleta, formatore, performance coach. Un riferimento per chi crede che i limiti siano fatti per essere spostati.
Al termine dell’impresa aveva raccontato: «Sono stato in sella per un giorno intero, dentro un turbinio di emozioni, pensieri, dolori, speranze. A ogni ora, a ogni chilometro, ho imparato qualcosa. Su di me, sulla fatica, sulla tenacia, del quando “vorresti mollare”, ma fai un altro giro di velodromo, 250 metri, ma che sommato agli altri, costituiscono un record. Faccio ancora fatica a raccontare tutto ciò che è accaduto. Ma sento una cosa con forza: è successo qualcosa di grande, e non solo per me. Non esistono imprese individuali. Dietro ogni sogno realizzato c’è una squadra silenziosa e potente, fatta di amici, famiglia, sponsor, professionisti, volontari, sguardi, parole, strette di mano. A voi va il mio primo e più profondo grazie. Non mi sono mai sentito solo. Ora che il record è scritto, resta una certezza. Esistono molte forme di follia. C’è chi, con una gamba sola, pedala per oltre 600 chilometri e c’è chi, ancora più folle, lo supporta fino alla fine».
Oggi, a quattro mesi dall’impresa, la ricorda così: «Dietro quei numeri ci sono notti insonni, strategie, alimentazione, sacrifici, ma soprattutto una squadra che ha creduto in questo progetto fin dal primo giorno. Questa vittoria non è soltanto mia: è di chi ha fatto parte del progetto fin dall’inizio, credendo che l’impossibile potesse essere toccato. Un’altra volta. Da oggi quel riconoscimento apre nuove porte. Sì, continuerò a pedalare, a sognare e a spingermi oltre. Grazie a tutti per esserci, con le vostre parole, il vostro sostegno e la vostra fiducia, siete parte fondamentale di questa storia».
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