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SPINO D'ADDA

Ettore è diacono: «Servitore della fede»

Fumagalli, seminarista 27enne, è stato ordinato dal vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti

Giovanni Ricci

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redazione@laprovinciacr.it

13 Ottobre 2025 - 05:10

Ettore è diacono: «Servitore della fede»

Foto di gruppo davanti all’altare del duomo di Lodi. Più a sinistra Ettore Fumagalli

SPINO D'ADDA - Un passo decisivo nel cammino di fede di un giovane cremasco, maturato nel silenzio della riflessione e nella luce di una vocazione che, giorno dopo giorno, ha preso forma. È quello compiuto da Ettore Fumagalli, 27 anni, originario di Spino d’Adda, che ieri pomeriggio ha ricevuto l’ordinazione diaconale nella cattedrale di Lodi, insieme a due coetanei lodigiani. A imporre le mani sul suo capo è stato il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, nel corso di una solenne celebrazione che ha riempito il duomo di fedeli, amici e familiari.


Una cerimonia intensa, segnata da emozione e raccoglimento, che ha suggellato il lungo cammino vocazionale di Ettore, oggi impegnato nella parrocchia di San Colombano al Lambro, dove svolge servizio pastorale. «Ho condiviso con i seminaristi di Cremona il mio percorso di fede e di studi – racconta –. Dopo la maturità al liceo ho frequentato per un periodo l’università, ma dentro di me cresceva il desiderio di un orizzonte diverso, più profondo. Così ho deciso di entrare in seminario e di mettermi alla prova».


Ettore ha iniziato il suo percorso nel seminario di Cremona nel 2019, accogliendo un invito che — come spiega — non è stato improvviso, ma frutto di un’evoluzione personale e spirituale. «Ho incontrato tanti sacerdoti, ognuno con il proprio modo unico di testimoniare il Vangelo. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, una traccia concreta di come si possa vivere la fede con autenticità».


Nel duomo di Lodi, sotto le volte illuminate, l’emozione si è fatta tangibile. I genitori e il fratello di Ettore erano nei primi banchi, visibilmente commossi, insieme alla comunità di Spino che ha sempre accompagnato il suo percorso. Le parole del vescovo Malvestiti hanno sottolineato il significato profondo del diaconato come servizio e dono: «Il diacono è chiamato a essere segno visibile della carità di Cristo, a servire con umiltà e dedizione la Chiesa e i fratelli».


Per Ettore, il diaconato rappresenta una tappa fondamentale verso il sacerdozio, ma anche e soprattutto un punto di arrivo interiore: la conferma di una scelta di vita maturata nel tempo, sostenuta dalla preghiera e dall’esempio di chi lo ha preceduto. «Non è un traguardo, ma un inizio. Un invito a servire e ad ascoltare. La fede non è una conquista, ma un cammino quotidiano, fatto di piccoli sì». Mentre le campane della cattedrale suonavano a festa, Ettore ha varcato la soglia del duomo con il sorriso di chi ha scelto, consapevolmente, di mettere la propria vita al servizio degli altri. Una scelta religiosa, la sua, che non nasce da un gesto isolato, ma da un percorso fatto di ascolto, studio e testimonianza. Un cammino che continua, ora, nel segno del Vangelo e della comunità che lo ha visto crescere.

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