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CREMA

Da promessa del calcio a spacciatore, condannato

Accusato di traffico di stupefacenti, estorsione e minacce, un giovane albanese è stato riconosciuto colpevole di aver perseguitato un cliente per un debito di 15mila euro

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

09 Ottobre 2025 - 17:47

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Il tribunale di Cremona

CREMA - All’età di 16 anni, dall’Albania i suoi genitori lo hanno mandato in Italia per giocare a pallone. Era una promessa del calcio, Klinti. Ma non avendo i documenti in regola, come ha spiegato il suo avvocato Luca Avaldi, ha attaccato le scarpette al chiodo.

Da calciatore a pusher, per l’accusa: un pezzo grosso dello spaccio di cocaina nel Cremasco. Klinti, 24 anni, avrebbe estorto denaro, minacciato e stalkerizzato un suo cliente — un 50enne cremasco — che gli ha comprato la droga, ma non gliel’ha pagata, accumulando 15mila euro di debito.

Detenuto nel carcere di Bergamo dallo scorso 8 aprile, il giorno del suo arresto all’aeroporto di Orio al Serio, ieri, nel processo con il rito abbreviato davanti al gup, il 24enne è stato condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione e a 22mila euro di multa. Il pm aveva chiesto 5 anni e 8 mesi.

Nella storia di spaccio e minacce, l’albanese non avrebbe fatto tutto da solo, secondo l’accusa. Si serviva di intermediari. Uno è il connazionale Emiljiano, “Emi”, operaio, condannato a 4 anni (era difeso dall’avvocato Doriano Aiolfi). Il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi. L’altro è Gianni, milanese di origine, lui rinviato a giudizio per un capo di imputazione. E poi c’è Michael: la sua posizione è stata stralciata per un vizio di notifica. La vittima non si è costituita parte civile.

Gianni era domiciliato a Castelleone. Ha ospitato in casa Klinti. E quando, successivamente, i poliziotti sono andati a perquisirla, in camera da letto hanno trovato cocaina e hashish. Ma anche una bomba artigianale nello zaino dell’albanese, per l’accusa. Un ordigno esplosivo di fattura artigianale, di colore marrone, del peso di 1,111 chilogrammi e contenente circa 800/900 grammi di sostanza attiva, di cui è stata accertata la micidialità, è scritto nel capo di imputazione. Entro 90 giorni il gup depositerà la motivazione della sentenza.

Per l’accusa, dal 2018 al 2020, Klinti ha ceduto al cliente 250 dosi di cocaina. Il prezzo oscillava tra i 60 e 70 euro. Il totale fa 15mila euro. E ancora, da settembre 2023, allo stesso cliente ha ceduto la droga in tre occasioni. Nelle prime due, gli ha venduto “coca” (5 grammi lordi) per 300 euro. Ma il cliente non lo ha pagato. E allora sono cominciate le richieste estorsive con minacce. Klinti, Emj (e Michael per l’accusa) lo hanno tempestato di messaggi di morte. Messaggi di morte sono stati mandati anche ai suoi genitori. Tra dicembre 2023 e metà gennaio 2024, sotto minaccia, la vittima ha consegnato 2mila euro. A fine 2023, Klinti si è presentato sotto casa sua. Pretendeva i soldi, ma il cliente non c’era. L’albanese ha minacciato di morte il padre.

Secondo il pm, nel 2024, Michael, carpendone la fiducia, avrebbe fatto salire sulla sua auto il cremasco. Lo avrebbe poi minacciato, dicendogli che lo stava portando in un capannone dove lo stava aspettando Emj e che costui, armato di mazza, gli avrebbe dato così tante botte da ridurlo su una carrozzina. Il cliente, terrorizzato, quella volta si è lanciato dall’auto ferma al semaforo.

Nella storia dei debiti di droga, da ottobre 2023 al 28 novembre 2024, Klinti ha stalkerizzato il cliente per un debito di 600 euro. Lo ha stalkerizzato con le richieste estorsive e con i messaggi di morte a lui e alla sua famiglia. Con le numerose telefonate minacciose. Con numerosissimi messaggi di morte. Nel presentarsi sotto casa sua, così cagionando alla vittima un grave e perdurante stato d’ansia e di paura. Il cliente ha temuto per la propria incolumità e per quella dei suoi genitori al punto da cambiare le sue abitudini di vita. Usciva solo se strettamente necessario, anche per non lasciare i suoi genitori in casa soli.

Sempre Klinti, il 15 maggio 2024 ha estorto 250 euro al cliente, minacciato su WhatsApp o al telefono. Anche i genitori sono stati minacciati. Quella volta, il cliente ha consegnato i contanti a uno degli intermediari “mandato sul posto”.

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