L'ANALISI
06 Ottobre 2025 - 05:20
CREMA - Ha squarciato la bolla di silenzio della sua sordità, ma non gli è bastato. L’attenzione per gli altri e la passione per il grande schermo lo hanno spinto a mettersi al servizio delle persone che si trovano nelle sue stesse condizioni facendo aprire sale cinematografiche per non udenti dove si proiettano film sottotitolati. «È anche un modo per vincere la solitudine». E ora ha un nuovo sogno: «Portare in quei cinema attrezzati i bambini che non sentono a vedere i cartoni animati».
Fabrizio Savarese, 41enne di Crema, è sordo dalla nascita a causa di una grave patologia contratta dalla madre, Marina, psichiatra in pensione, durante la gravidanza. Il padre, Alfredo, è primario chirurgo ortopedico e non ha alcuna intenzione di smettere. «Abitavamo in centro, vicino alla chiesa di San Giacomo Maggiore». Fabrizio, che ha un fratello maggiore, Mario, non ricorda quando ha scoperto il suo handicap.
«Ero un bambino abbastanza immaturo, facevo tanta fatica a parlare e ad ascoltare, ma per fortuna avevo molti amici che mi hanno voluto bene e una logopedista, Luisella, che mi ha aiutato a comunicare meglio. Un’altra consolazione è stato giocare a basket, nel ruolo di playmaker, per sei anni consecutivi».
Non potrà mai dimenticare quel giorno del 1989. «Stavo passeggiando per le vie di Crema quando sono stato attratto dalla locandina di Batman, regia di Tim Burton. Con uno dei miei compagni d’infanzia, Luca, mi sono recato per la prima volta al cinema per seguire le imprese dell’uomo-pipistrello. Mi sentivo eccitato da Batman che riusciva a sconfiggere Joker, il suo acerrimo nemico. Intuivo qualcosa della trama dal movimento degli attori, dalle espressioni, dal contesto, purtroppo però non potevo apprezzare i dialoghi».
Uno spettacolo monco. «Ero deluso, confuso. Comunque, pur tra le difficoltà, è sbocciato in quel momento il mio amore per il cinema». Un amore culminato nel 1996 con la visione, stavolta seduto a fianco del papà, di Indipendence day, «il mio titolo preferito con i suoi effetti speciali». Allora il cinefilo in erba continuava a portare gli apparecchi acustici. «Poi nel 2000, all’ospedale di Desenzano, sono stato operato per passare all’impianto cocleare». Si tratta di una protesi elettronica che ripristina l’udito in pazienti con sordità gravi quando i sistemi tradizionali non funzionano.
«Dopo l’intervento sono migliorato, sento suoni e voci anche se non in modo così selettivo da percepirli distintamente». Fabrizio aveva 12 anni quando il padre, per ragioni professionali, si è trasferito a Brescia. La famiglia lo ha seguito. «Devo ringraziare i miei genitori, che non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno, concreto e psicologico».
Tenace come pochi, il figlio ha conseguito il diploma in grafica e poi la laurea in Illustrazione e narrativa all’istituto europeo di Design di Milano. È sposato con Fabiola, anche lei sorda, e lavora presso gli Spedali Civili di Brescia, in amministrazione. È in questa città che è cominciata la sua battaglia per abbattere le barriere. «Ho parlato con l’amministrazione comunale dell’idea di aprire una sala per i sordi (in città siamo 600 circa)». In passato ne esisteva già una.
«Ma solo con proposte piuttosto vecchie. Abbiamo iniziato con la proiezione ogni martedì di un film in lingua originale con sottotitoli in italiano al cinema Wiz, che purtroppo dal gennaio 2023 è chiuso definitivamente, e proseguito con le stesse modalità, il giovedì e il venerdì, all’Oz e, il lunedì e il mercoledì, al Moretto e al Sociale. Il pubblico è composto da persone che non sentono ma anche da molti stranieri desiderosi di imparare l’italiano. Con loro, spesso, i bambini sordi della Scuola audiofonetica, che ho coinvolto nel mio progetto. Ma mi piacerebbe collaborare con tutte le scuole. Per noi che siamo una piccola comunità il cinema rappresenta anche un momento di condivisione, un’occasione per fare nuove amicizie, uscire e non rinchiuderci in casa lasciando fuori il resto del mondo».
Fabrizio è molto conosciuto a Brescia per il suo impegno, il suo coraggio e anche il suo attivismo, mai fine a se stesso ma sempre sotto il segno della solidarietà, sui social. È diventato un personaggio di cui si parla e si scrive. «Ogni giorno pubblico varie notizie sul mio gruppo Facebook Movie News (36.280 membri), che ora è una pagina di riferimento per gli amanti del cinema e delle serie TV, e ogni settimana mi occupo della programmazione dei film originali con sottotitoli in italiano per avvisare i sordi e gli immigrati».
Ha un desiderio già chiaro in testa: «Creare un festival per attori internazionali sordi perché raccontino le loro storie, il loro lavoro e le loro difficoltà». È soltanto una delle tante idee nel cassetto. La più ambiziosa? Esportare, allargare sempre di più il modello Brescia: «Per far sì che tutti i film proiettati siano sottotitolati per permetterci di apprezzarli sino in fondo». Nella sua Crema quelle pellicole sono in cartellone occasionalmente. «Avevamo provato con uno spettacolo settimanale, ma venivano pochi spettatori e così abbiamo smesso», spiegano alla multisala Porta Nova.
L’ex campioncino di pallacanestro non ha dimenticato la sua città natale. «Mi manca molto, ci torno appena posso per fare una passeggiata e rivedere il mio passato, la mia casa, la mia scuola, i miei amici, il mio campo di basket». E gli capita di passare davanti a quel muro, in centro, con quel poster su Batman, là dove tutto è cominciato. «Se mi sento un eroe come lui? No, per niente. Sono solamente un inguaribile malato di cinema che vuole aiutare ad uscire dal silenzio quelli come me».
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