Patrini regge il Comune, ma resta con lo stipendio dimezzato

RIVOLTA -  Sindaco di fatto da quattro mesi, ma con lo stipendio da vice. Il tutto con la prospettiva di ricoprire l’incarico sino alle prossime amministrative, che potrebbero anche svolgersi a scadenza di mandato, dunque tra un anno e mezzo. A fronte di questo impegno praticamente raddoppiato, a non cambiare è l’indennità di carica: è il caso di Marianna Patrini, che da fine maggio ricopre le funzioni del sindaco Giovanni Sgroi. Come noto, il medico 70enne di origini siciliane era stato sospeso dall’incarico dal prefetto, dopo essere finito ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata da parte di quattro pazienti donne da lui visitate nella clinica di Pozzuolo Martesana. In attesa che si chiariscano i guai giudiziari del primo cittadino, la palla è passata a Patrini. Un eventuale dimissione di Sgroi potrebbe accelerare e non di poco i tempi per il rinnovo del consiglio comunale, in quanto a quel punto Rivolta andrebbe al voto nella prima occasione utile, e non si dovrebbe attendere la primavera 2027. Una pressante richiesta in tal senso è arrivata nei mesi scorsi dalla lista di opposizione di ‘RivoltiAmo’ e dal principale partito di minoranza, il Pd.

Nelle scorse settimane, Patrini aveva chiesto delucidazioni in merito alla sua indennità di carica alla Corte dei Conti per capire se dovesse beneficiare dello stipendio previsto per il titolare della carica di primo cittadino.

Adesso è arrivata la risposta. «Non si può riconoscere in favore del sostituto l’indennità prevista per il titolare della carica sospeso, ma unicamente quella prevista e determinata nella misura del 50 per cento del sindaco dalle disposizioni regolamentari sopra riportate». Per legge, per i Comuni come Rivolta d’Adda, ovvero con una popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti, lo stipendio mensile lordo di un sindaco è di 4.002 euro, il che significa un netto di circa 2.780 euro. Di conseguenza, l’indennità dei vicesindaco è la metà.

Arrestato Giovanni Sgroi: il sindaco-medico accusato di molestie su quattro pazienti

Il 70enne, già chirurgo e ora primo cittadino di Rivolta d’Adda, è finito ai domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Il primo cittadino sospeso dal prefetto