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VANDALISMO URBANO

Vandali devastano la ciclabile tra Ripalta Nuova e Capergnanica

Panchine divelte, cestini sradicati e alberelli spezzati: il percorso lungo la roggia Acquarossa è stato preso di mira. Il sindaco Bonazza denuncia il gesto e annuncia denunce e controlli per identificare i responsabili

La Provincia Redazione

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16 Settembre 2025 - 11:35

Vandali devastano la ciclabile tra Ripalta Nuova e Capergnanica

RIPALTA CREMASCA - Una devastazione. La ciclabile in mezzo al verde, che costeggia la roggia Acquarossa e che da Ripalta Nuova conduce a Capergnanica, attraversando le frazioni di Zappello e di Bolzone, è stata presa di mira dai vandali, che hanno distrutto tutto quanto c’era da distruggere. Panchine divelte e buttate nel corso d’acqua, cestini dell’immondizia sradicati e lasciati lungo la rive, alberelli piantati da non molto e spezzati nel tronco. Uno spettacolo desolante, opera molto probabilmente dell’ingegno di più persone, probabilmente una banda di ragazzini che non sa come divertirsi e sfoga la propria frustrazione sul patrimonio pubblico.

cestino

Duro il commento del sindaco Aries Bonazza: «La comunità di Ripalta Cremasca ringrazia. Ogni euro sprecato per riparare un atto vandalico è un euro tolto a servizi, scuole, strade, iniziative utili alla comunità. Chi distrugge non colpisce gli altri, colpisce se stesso, la propria famiglia, il proprio paese. Serve rispetto. Perché ciò che è pubblico è di tutti». Al di là dell’aspetto morale, il sindaco è determinato ad andare fino in fondo: «Una signora che abita lungo la ciclabile ha sentito dei rumori alle due di notte. Chi ha compiuto questo gesto è anche entrato in oratorio e ha rotto due fioriere. Non ha però fatto i conti col fatto che in quella zona c’è una telecamera. Faremo visionare le immagini. Un sospetto su chi possa aver compiuto questo atti vandalici lo abbiamo. Intanto sono stato dai carabinieri a sporgere denuncia contro ignoti e con me c’era il parroco don Franco Crotti. Questi gesti incomprensibili e ingiustificabili non possono rimanere impuniti».

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