L'ANALISI
06 Settembre 2025 - 05:05
CREMA - C’è un dato che non lascia scampo: l’età dei primi disturbi psichici si sta abbassando. Ansia, depressione, disturbi alimentari, ritiro sociale. Fenomeni che, complici la pandemia, la fragilità dei legami familiari, la pressione scolastica e la solitudine digitale, oggi toccano in pieno la fascia adolescenziale. Un allarme che corre nei corridoi delle scuole, nelle stanze dei consultori, negli uffici dei servizi sociali. E che ora trova una prima risposta concreta: Ats Val Padana ha deciso di finanziare un progetto innovativo nel territorio cremasco, con l’obiettivo di costruire un modello di presa in carico dedicato agli adolescenti e ai giovani adulti.
La misura rientra nelle linee del nuovo Piano sociosanitario integrato lombardo 2024-2028 e nel Piano d’azione sulla salute mentale 2025-2030, che fotografa una situazione sempre più critica: aumentano i ragazzi seguiti dai servizi, cresce la complessità dei casi, e parallelamente si fa strada la richiesta di percorsi più personalizzati e flessibili.
Il cuore del piano è semplice e ambizioso allo stesso tempo: sperimentare, nel raggio dell’Asst di Crema, un modello innovativo di accoglienza, cura e supporto pensato per i giovani dai 10 ai 24 anni e per le loro famiglie. Il progetto sarà sostenuto da un finanziamento di 210mila euro. Gli interventi integrano quanto è già attivo sul fronte del disagio giovanile e del contrasto e presa in carico dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Non si tratta soltanto di rafforzare l’offerta sanitaria, ma di cambiare approccio: i disturbi alimentari, il ritiro sociale e scolastico, le condotte di addiction, le forme di autolesionismo ed eterolesionismo non verranno più affrontati come episodi isolati. L’obiettivo è costruire percorsi integrati, che tengano insieme le dimensioni cliniche e quelle sociali. Un modello capace di leggere i bisogni dei ragazzi, di adattarsi e di coinvolgere i diversi attori del territorio, dal pubblico al privato sociale.
L’avviso di Ats apre la porta a Comuni, enti del terzo settore, associazioni e realtà con esperienza nel campo della salute mentale. La logica è quella della rete: nessuno da solo può fronteggiare la complessità dell’emergenza giovanile. Per questo il bando chiede ai soggetti interessati di costruire partnership solide, di valorizzare le esperienze già attive, di immaginare soluzioni nuove.
Il progetto dovrà contare su un’équipe multidisciplinare – psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, educatori, dietisti, terapisti – in grado di lavorare su piani diversi ma integrati. Ogni giovane in difficoltà avrà così un percorso personalizzato, che non si limiti alla cura dei sintomi ma accompagni anche il reinserimento nella vita scolastica, sociale e relazionale.
Il bisogno di un intervento mirato è sotto gli occhi di tutti. Secondo i dati diffusi a livello nazionale, negli ultimi cinque anni i casi di disagio mentale in età evolutiva sono aumentati in maniera significativa. La pandemia ha fatto da detonatore, acuendo isolamento, paure e dipendenze digitali. Ma le radici del problema affondano più indietro: nella crisi dei modelli familiari tradizionali, nella povertà relazionale, nell’assenza di spazi sicuri di confronto.
A Crema, come altrove, le richieste di aiuto ai servizi territoriali hanno conosciuto un’impennata. Sempre più spesso i genitori segnalano difficoltà a gestire figli che si chiudono in camera per mesi, che rifiutano la scuola, che smettono di mangiare o che sfogano la propria sofferenza nel corpo. Situazioni che non possono essere affrontate solo con una visita specialistica o con un percorso scolastico di sostegno.
Da qui la necessità di un cambio di paradigma, come sottolinea la stessa Ats. I servizi tradizionali non bastano più: occorre costruire modelli flessibili, capaci di rispondere all’evoluzione dei bisogni, capaci di lavorare sul campo e in rete. La logica è quella della complementarità: non sostituire, ma integrare. Non creare nuove strutture isolate, ma mettere in relazione quelle esistenti, evitando dispersioni e duplicazioni.
Il progetto non guarda soltanto ai ragazzi, ma anche alle loro famiglie. Perché affrontare il disagio giovanile significa sostenere gli adulti che vivono quotidianamente il peso dell’incertezza, della paura, del senso di impotenza. Il percorso è appena iniziato. Gli enti interessati avranno tempo fino al 29 settembre per presentare le proprie proposte. La commissione di valutazione selezionerà quella più innovativa, capace di garantire risultati concreti e monitorabili. L’avvio del progetto è fissato entro il 30 novembre, con durata annuale e possibilità di rinnovo.
Un anno per sperimentare, per mettere in campo idee nuove, per verificare la capacità del territorio cremasco di diventare laboratorio di un modello che potrebbe poi essere esteso ad altre zone della Lombardia. In gioco non ci sono soltanto procedure amministrative o voci di bilancio. In gioco c’è la vita di centinaia di ragazzi e ragazze che rischiano di perdersi prima ancora di aver cominciato davvero a vivere. La salute mentale non è un lusso, ma un diritto fondamentale. E la capacità di una comunità di prendersene cura è lo specchio della sua coesione sociale.
Il progetto di Ats Val Padana è una scommessa: trasformare un territorio in una rete che sostiene, che ascolta, che accoglie. Perché dietro ogni statistica ci sono volti, nomi, storie. E nessun giovane dovrebbe sentirsi solo nel momento in cui il buio prende il sopravvento.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris