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Violenza di genere: più prevenzione con il ddl Ancorotti

Psicologo e psichiatra forense con magistrati e pubblici ufficiali

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

23 Agosto 2025 - 05:20

Violenza di genere: più prevenzione con il ddl Ancorotti

CREMA - Dopo il via libera in prima lettura al disegno di legge governativo che introduce il reato di femminicidio, il Parlamento si prepara a compiere un nuovo passo nel contrasto alla violenza sulle donne. Sul tavolo del Senato è infatti arrivata l’iniziativa di Renato Ancorotti, senatore di Fratelli d’Italia e figura di spicco dell’imprenditoria cremasca, che con un disegno di legge ad hoc propone strumenti inediti per spezzare la spirale della violenza prima che questa degeneri. Il testo è ora all’esame della Commissione Giustizia e si concentra sulla prevenzione, puntando a trasformare i segnali che spesso precedono i femminicidi in campanelli d’allarme capaci di attivare interventi immediati. «Troppo spesso, dopo un femminicidio, si dice che i segnali c’erano tutti – sottolinea Ancorotti –. Con questo ddl vogliamo che quei segnali diventino occasioni di intervento e non di rimpianto».

Alla stesura del provvedimento hanno collaborato l’avvocato Alessandra De Paola e la psicologa forense Roberta Bruzzone, che hanno contribuito a delineare un impianto normativo centrato su strumenti scientifici e operativi di supporto all’autorità giudiziaria. Tra le principali novità previste dal disegno di legge c’è l’introduzione della figura dello psicologo o dello psichiatra forense, chiamati ad affiancare magistrati e pubblici ufficiali sin dalle prime fasi dei procedimenti penali legati a episodi di violenza di genere. Durante interrogatori e audizioni, questi professionisti potranno segnalare le situazioni a rischio, consentendo così di disporre misure tempestive come l’assegnazione del denunciato a strutture sanitarie o a programmi di recupero. In presenza di comportamenti pericolosi o reiterati, gli ufficiali di polizia giudiziaria e i pubblici ministeri potranno richiedere un accertamento sanitario obbligatorio e temporaneo, con la possibilità per il giudice di imporre percorsi psicoterapeutici mirati a contenere la violenza. Il contributo degli esperti, tuttavia, non si limiterà all’analisi degli autori dei reati: psicologi e psichiatri forensi potranno infatti fornire consulenze e perizie per valutare l’abitualità del comportamento violento, sostenendo così le indagini e offrendo allo stesso tempo un supporto diretto alle vittime.

Un altro punto chiave del ddl Ancorotti è la creazione, presso ogni tribunale, di un registro pubblico dei condannati in via definitiva per i reati previsti dal Codice rosso: dall’omicidio ai maltrattamenti in famiglia, dalle violenze sessuali anche di gruppo fino alla deformazione dell’aspetto della persona. A ciò si aggiunge l’obbligo, sin dalla notizia di reato, di trasmettere la relativa qualificazione giuridica alle banche dati delle forze dell’ordine, come il Sistema di indagine (SDI) e il Centro elaborazione dati (CED). Un meccanismo che richiama il modello del registro dei sex offenders già in vigore negli Stati Uniti, pensato per rendere più immediata e coordinata l’azione di prevenzione. «Chi arriva a colpire una donna lo fa quasi sempre spinto da un’ossessione che offusca la ragionevolezza – ha spiegato il senatore cremasco –. È proprio questa ossessione che dobbiamo imparare a riconoscere e a correggere subito, perché nemmeno pene più severe riescono a fermare chi agisce sotto la spinta di una fissazione così profonda. L’obiettivo è rafforzare la prevenzione: intervenire quando la situazione non è ancora degenerata significa salvare vite, ridurre le recidive e offrire strumenti di tutela più efficaci alle donne».

Il testo dovrà ora affrontare il confronto parlamentare, con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione della violenza di genere e mettere a disposizione strumenti più efficaci di tutela.

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