L'ANALISI
09 Agosto 2025 - 14:58
Padre Pierluigi Maccalli consegna il suo libro a Papa Francesco
CREMA - Il cremasco padre Pierluigi Maccalli, 63 anni compiuti a marzo e liberato nel 2020 dopo due anni di sequestro in Niger ad opera di jihadisti, è stato eletto vicepresidente nazionale della Sma, la Società missioni africane. «Una nomina per me inattesa, io prediligo la catechesi tra la gente. Spero comunque di meritare la fiducia riposta in me», commenta il religioso, contattato durante la sua permanenza nel Padovano.
Il missionario, originario di Madignano, attualmente vive prevalentemente a Genova quando si trova in in Italia. «Nel momento in cui stavo per tornare libero, ho detto a uno dei miei carcerieri: ‘Che Dio ci faccia capire un giorno che siamo tutti fratelli’», aveva confessato all’indomani del ritorno nel Cremasco: «Sono un missionario e la vocazione per me è il vestito che mi calza a pennello». Il religioso, esattamente un mese fa, aveva partecipato a Izano all’incontro della quindicina di sacerdoti con il vescovo Daniele Gianotti e il cardinale Oscar Cantoni, già alla guida della diocesi cremasca e ora al vertice di quella comasca. Aveva preso parte alla messa in occasione dei cento anni dalla nascita di monsignor Marco Cè, lo scomparso ex patriarca di Venezia, originario del paese. In queste ore si trova in Veneto per alcune riunioni, ma sulla via del ritorno in Liguria farà comunque tappa a Madignano.
Padre Gigi è persona molto riservata. In un comunicato diffuso dalla stessa Sma si legge: «Sono state due settimane a Genova di intenso lavoro e confronto, giorni segnati da importanti decisioni per il presente e futuro della presenza missionaria, sia in Italia, sia in Africa, in un conteso ricco di sfide epocali». Non è escluso, secondo fonti della stessa Sma, che con il nuovo incarico il religioso debba lasciare la missione nel Benin, per gestire gli affari italiani della società. Sicuramente padre Macalli dovrà esercitare un ruolo importante in quello che è destinato a diventare un progetto Sma all’insegna della pace e della carità. Per lui, si tratta di valori fondamentali: alimentati anche durante la prigionia nel deserto, come nella nuova destinazione nel Benin, un paese dell’Africa occidentale, con il 43% di cristiani nella popolazione. Nella diocesi di Crema è molto legato a don Mario Botti, parroco di Vaiano e Monte.
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