L'ANALISI
07 Agosto 2025 - 09:00
CREMONA - Con sei infortuni mortali sul lavoro nei primi sei mesi di quest’anno, la nostra provincia è all’ottavo posto in Italia per incidenza del fenomeno. Peggio accade solo nei territori di Brindisi, Siracusa, Catanzaro, Forlì-Cesena, Verbano Cusio Ossola, Matera e Potenza. Lo sconcertante dato arriva dall’Osservatorio sicurezza e ambiente Vega, che ha preso in esame i 502 infortuni mortali registrati in tutto il Paese.
Secondo la segreteria Cisl, però, la posizione reale di Cremona sarebbe ancora più seria: ai 6 decessi registrati, infatti, andrebbero aggiunti altri due avvenuti in itinere e cioè mentre le persone si stavano recando sul posto di lavoro. L’indice cremonese indicato da Vega – 38,2 infortuni mortali ogni milione di occupati – salirebbe così a 50,9 facendo schizzare la nostra provincia al terzo posto nazionale.
«Il lavoro sta diventando sempre più pericoloso, selettivo e diseguale – commenta proprio Ivan Zaffanelli, segretario Cisl Asse del Po –. Nella provincia di Cremona si registra un calo del 7,1% delle denunce di infortunio (da 2.403 a 2.233 casi) ma si assiste a un drammatico incremento degli eventi mortali, passati da 2 a 8: +300%. È inaccettabile morire mentre si lavora, è assurdo perdere la vita mentre ci si sta recando al lavoro. Occorre fermare questa strage, per garantire ai lavoratori il diritto di svolgere la propria attività in sicurezza.
Abbiamo il dovere di rilanciare con urgenza il protocollo per il potenziamento della sicurezza sul lavoro, che esiste ed è formalmente attivo, ma va rafforzato, reso più incisivo ed operativo. Rimangono inoltre fondamentali i controlli, le ispezioni, l’investimento nella formazione». Infine una proposta: «L’intelligenza artificiale può essere estremamente utile, a disposizione di imprese e lavoratori, per prevenire e mitigare i rischi migliorando la gestione dei processi produttivi».
Anche Elena Curci, segretaria Cgil, dice la sua: «Per noi la preoccupazione sul tema è continua. Dobbiamo portare avanti formazione e sensibilizzazione, come previsto anche dal protocollo sottoscritto con la Prefettura, e le aziende devono investire in questa direzione. Non si tratta di un costo, perché dove i lavoratori stanno bene anche l’impresa va bene. Come sindacato abbiamo deciso a nostra volta di aiutare le Rls proponendo ulteriori corsi di formazione: abbiamo iniziato nel settore metalmeccanico e proseguiremo presto con altri settori. Crediamo sia un segnale importante. A settembre promuoveremo un altro incontro sul tema».
Germano Denti, coordinatore territoriale della Uil, non entra nel merito delle classifiche, ma sostiene che è necessario capire le cause. «Dare sempre e solo la colpa alle aziende è troppo facile – dice –. Serve un esame di coscienza anche da parte dei lavoratori, perché in buona parte dei casi gli incidenti accadono per negligenze o azioni sbagliate. Le regole ci sono ma, evidentemente, non vengono rispettate. Non abbastanza. E anche i dispositivi di sicurezza spesso vengono messi a disposizione, ma non vengono indossati».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris