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SOSTEGNO ALLA FRAGILITÀ

Bonus di inclusione a 1.150 cremaschi: metà vivono da soli

Italiano l’80% dei beneficiari: contributo versato anche a 230 stranieri

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

05 Agosto 2025 - 05:05

Bonus di inclusione a 1.150 cremaschi: metà vivono da soli

CREMA - Ormai sono trascorsi due anni dalla cancellazione del reddito di cittadinanza che, dal 2024, è stato sostituito con una nuova misura nazionale di contrasto alla povertà: l’assegno di inclusione. Formule diverse di aiuto economico, ma la sostanza non cambia: sono fondamentali per far fronte all’indigenza, purtroppo presente in maniera costante nel Cremasco. Nel 2021, secondo i dati diffusi dall’allora consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Marco Degli Angeli, il territorio contava 948 percettori del Reddito di cittadinanza.

L’anno scorso, in base alle statistiche fornite da Comunità sociale cremasca, i beneficiari dell’assegno di inclusione sono stati 583 nuclei familiari per un totale di 1.151 persone. I territori con il maggior numero di richiedenti sono stati la città e il sub ambito di Pandino, che comprende i comuni di Agnadello, Spino d’Adda, Rivolta d’Adda, Dovera, Palazzo Pignano e Torlino Vimercati: nel complesso, una popolazione di oltre 35mila residenti.

Il 55% dei nuclei che ha ottenuto il sostegno economico è composto da un solo componente, e solo nel 21% dei casi si tratta di famiglie con più di tre persone. L’80% dei beneficiari sono italiani, ciò significa che l’assegno viene versato anche a 230 stranieri.

«Riguardo alle categorie da tutelare, 218 nuclei hanno al loro interno almeno una persona con disabilità (oltre il 67%), dove in alcuni casi i familiari si occupano della loro assistenza rimanendo fuori dal mercato del lavoro – si legge nel report consuntivo 2024 di Csc –: le famiglie con persone con età superiore ai 60 anni sono 268. Molte di queste persone non hanno un’attività lavorativa ma non hanno ancora raggiunto la pensione, mentre altre, già all’interno di questa fascia di età, rimangono al di sotto della soglia di povertà».

A causa dell’assenza di qualifiche, molte persone faticano a reintegrarsi nel mondo del lavoro. Non è nemmeno facile per chi è avanti con gli anni riuscire a intraprendere un percorso di reinserimento. «Nel corso dell'anno sono stati valutati 500 nuclei e sottoscritti 254 patti di inclusione — concludono da Comunità sociale — per le persone con più di 60 anni e con disabilità, la presa in carico non è obbligatoria, ma concordata con l’interessato, pertanto per diverse situazioni non si giunge alla condivisione di un progetto».

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