L'ANALISI
28 Luglio 2025 - 05:10
CASALMAGGIORE - Sabato mattina, a bordo della motonave Padus, il Grande Fiume ha accolto una conversazione intensa e appassionata sul valore dell'identità, delle tradizioni, della comunità e del territorio. L'invito degli amici della Sagra di Fossa ha portato a un incontro speciale con l'Associazione Giochi Antichi, Slow Food Lombardia, il Ministero della Cultura e la Regione Lombardia, in un dialogo che ha unito voci diverse ma animate da un unico desiderio: valorizzare il patrimonio immateriale e costruire ponti tra passato e futuro.
Anche in secca, il Po non finisce di trasmettere emozioni, e questa mattinata ne è stata la prova. A fare gli onori di casa sono stati Marco Micolo, assessore alla cultura di Casalmaggiore, e Marco Pasquali, sindaco di Sabbioneta, insieme a Stefano Donzelli dell'Associazione Oltrefossa.
A bordo, moderati dal professor Mauro Ferrari, si sono alternati interventi di studiosi e rappresentanti di realtà culturali, tra cui Giuseppe Giacon, Valentina Lapiccirella Zingari, Leandro Ventura, Agostina Lavagnino, Giuliana Daniele, Ileana Baruffaldi e Damiano Chiarini. Ne è nato un dialogo vivo, incentrato su quanto la memoria delle tradizioni popolari e la cultura del cibo possano diventare strumenti per creare comunità, rigenerare legami e immaginare il futuro senza dimenticare le radici.
La storia della Sagra di Fossacaprara è stata al centro di molti racconti: nata nel 2006 dalla volontà di poche famiglie di ridare vita a un paese di campagna che rischiava di perdere la sua identità, oggi è un evento capace di attrarre migliaia di persone, ma soprattutto di ricreare un senso di appartenenza attraverso giochi e sapori antichi. Il piatto simbolo della festa, i celebri 'gnòc a la mulièra', è l'emblema di una cucina povera ma ricca di storia, che affonda le sue origini nei mulini natanti che un tempo popolavano il Po.
La navigazione è stata resa ancora più suggestiva da un aperitivo con i prodotti dell'Arca del Gusto di Slow Food, dal luadel di Pomponesco ai meloni antichi, dal fiocchetto di prosciutto al Lambrusco Viadanese, vitigno storico dell'area Oglio-Po. Nel pomeriggio, una volta giunti a Fossacaprara, il viaggio è proseguito tra sapori e ricordi, con crostone di caponata, gnòc a la mulièra, sorbetto agli agrumi e il Lambrusco della tradizione locale.
L'incontro è stato anche un momento per guardare avanti, per immaginare come unire comunità, cultura e tradizione in una società che cambia rapidamente. Quella di sabato è stata una tappa preziosa che ci porta verso la festa per celebrare i venticinque anni della Sagra di Fossa, preludio alle tre giornate del 22, 23 e 24 agosto. Una comunità ludica che, attraverso i suoi giochi, il suo cibo e la sua storia, continua a rigenerare il senso stesso di comunità.
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