L'ANALISI
15 Luglio 2025 - 05:30
Il presidente Gianni Rossoni e Bruno Garatti di Consorzio.It. Dietro, un ufficio comunale
CREMA - Offrire servizi puntuali e rapidi ai cittadini, per alcuni Comuni, è problematico. In particolare per quelli di piccole dimensioni, che non dispongono delle risorse umane e delle competenze specifiche. E che nemmeno vogliono fondersi con altri. Per salvare i campanili, la funzione di Consorzio.It, come ha spiegato l’ad Bruno Garatti, diventa fondamentale: «Affianchiamo le amministrazioni, soprattutto le più piccole».
La società partecipata dai Comuni dell’Area omogenea cremasca rafforza i servizi aggregati a supporto degli uffici tecnici degli enti locali. In particolare quelli legati agli Sportelli unici per l’edilizia (i cosiddetti Sue) e quelli per le Attività produttive (Suap) per i quali si sta delineando un modello innovativo: un totale di 8.984 pratiche in un solo anno, il 2024. Modello che mira a rendere più agevoli le interazioni per utenti, professionisti e imprese, in quanto i due sportelli sono punti di accesso fondamentali per chiunque debba affrontare pratiche edilizie o avviare un’attività economica sul territorio comunale.
Gianni Rossoni, presidente dell’Area omogenea, sostiene con forza la bontà del modello locale: «Le unioni tra Comuni, di fatto, sono fallite. Le fusioni anche. L’unica salvezza per le realtà di piccole dimensioni, ma non solo, è avere una società che si occupi delle funzioni associate e che assicuri quei servizi che i Comuni singolarmente non riescono più a dare ai cittadini. Consorzio.It rappresenta la soluzione per quegli enti locali che non hanno risorse umane e competenze per rispondere alle richieste».
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Il successo degli Sportelli unici per l’edilizia e per le attività produttive sembra confermarlo. «In 72 ore, grazie alle potenzialità di Consorzio.It — afferma Rossoni — i cittadini ottengono una risposta. Prima, con i documenti cartacei, serviva un mese. La società delle funzioni associate dà risposte di qualità e efficaci, che è l’obiettivo da quando si è costituita l’Area omogenea, un modello che piace all’Anci e alla Regione. Non a caso, a settembre, ci sarà un ulteriore passaggio per trasferirlo anche in altre realtà».
Un modello, soprattutto, che rappresenta una buona alternativa, secondo Rossoni, all’unione tra Comuni che non avverrà spontaneamente. «O la impone lo Stato, oppure non si farà mai. Tuttavia, occorre fare qualcosa per sopperire alla mancanza di personale dei Comuni e alla scarsa attrattività della pubblica amministrazione per i professionisti. Con la soluzione che abbiamo adottato noi nel Cremasco, si mantengono i campanili ma allo stesso tempo si danno risposte adeguate ai servizi».
A giudicare dalle adesioni a Suap e Sue, Consorzio.It è attrattivo anche per i Comuni cremonesi. «Una società partecipata con competenze e professionalità è utile, altrimenti l’Area omogenea va bene come luogo di protagonismo, ma rimane soltanto un soggetto politico-amministrativo e non può stare in piedi».
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