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Cent'anni dalla nascita di monsignor Marco Cè, santuario gremito

Il porporato Cantoni, il vescovo Gianotti e il sindaco Tolasi svelano la targa celebrativa del cardinale izanese

Giovanni Ricci

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09 Luglio 2025 - 11:22

Cent'anni dalla nascita di monsignor Marco Cè, santuario gremito

Il cardinale Cantoni, il vescovo Gianotti e il sindaco Tolasi

IZANO - Grande partecipazione, ieri sera, sul piazzale del santuario della Pallavicina, per la celebrazione del centenario della nascita di monsignor Marco Cè, figura di rilievo nella storia della Chiesa e orgoglio della comunità di Izano, suo paese natale. Nato l’8 luglio 1925, Cè fu rettore del Seminario della Diocesi di Crema dal 1958, per poi diventare patriarca di Venezia nel 1978, incarico che ricoprì fino al 2002.

Uno spicchio del folto pubblico

Nominato cardinale da papa Giovanni Paolo II, è scomparso a Venezia il 14 maggio 2014. La comunità izanese ha voluto rendergli omaggio con una sentita doppia cerimonia. In apertura, alle 20, è stata inaugurata una targa commemorativa presso la casa in via Donatori del Sangue, dove il futuro cardinale trascorse l’infanzia. A seguire, una processione ha accompagnato i fedeli verso il santuario mariano, dove si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como ed ex vescovo di Crema, invitato per l’occasione dal vescovo Daniele Gianotti, su proposta del parroco don Giancarlo Scotti.


«Marco Cè è stato protagonista di un’intensa attività pastorale – ha ricordato don Scotti –. La messa di questa sera è non solo un suffragio, ma anche un’occasione di ringraziamento per il contributo che ha dato alla Chiesa». Commosso anche l’intervento del sindaco Luigi Tolasi: «Monsignor Cè ha fatto conoscere Izano ben oltre i confini della provincia, rimanendo un esempio indelebile di vita cristiana».


La celebrazione ha visto la partecipazione di numerosi sacerdoti legati a monsignor Cè, tra cui — oltre al vescovo Gianotti — il vicario generale don Attilio Premoli, monsignor Angelo Lameri, i fratelli don Gabriele e don Angelo Frassi, don Lorenzo Roncali, don Luigi Agazzi, don Emanuele Barbieri, don Giorgio Zucchelli, don Alessandro Vagni, padre Gigi Maccalli e don Giovanni Rossetti.

I concelebranti della cerimonia poco prima di salire sull’altare

Durante l’omelia, il cardinale Cantoni ha voluto sottolineare non solo la profonda amicizia che lo legava a Cè, ma anche la statura spirituale e culturale del cardinale izanese: «Era un uomo di grande equilibrio e umanità. Con il suo stile di vita sobrio e profondo ha trasmesso un messaggio di fede autentica. Il suo ricordo è ancora vivo, sia a Crema che a Venezia. Grazie a Dio per il dono che ci ha fatto attraverso la sua persona». Nel suo saluto iniziale, il vescovo Gianotti ha definito monsignor Cè «figlio prezioso della terra cremasca», evidenziando quanto la sua testimonianza abbia rappresentato un dono per l’intera comunità ecclesiale. La serata si è conclusa in oratorio con un momento conviviale, durante il quale è stata condivisa una maxi torta.

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