L'ANALISI
06 Giugno 2025 - 05:00
Riccardo Pirini in gara lunedì insieme al navigatore Gianandrea Girolami
CREMONA - Sette ore di navigazione per percorrere 413 chilometri, una secca che l’ha costretto a spingere la barca per oltre 100 metri e infine l’arrivo nel canale della Serenissima con grande emozione annessa: è l’avventura del pilota cremonese Riccardo Pirini, che per la prima volta lunedì ha partecipato al raid Pavia-Venezia, lungo il fiume Po. Lui che di professione restaura auto e moto storiche con il suo R&R Old Garage a Stagno Lombardo, stavolta ha dedicato attenzione ad un altro tipo di bolide.
«Ho guidato la Fim jet idrogetto Castoldi, con un motore Ford 2000 da 108 cavalli – spiega proprio Pirini –, con me a fare da navigatore c’era Gianandrea Girolami di Firenze. Sono 80 le barche partite e ne sono arrivate 59. Noi abbiamo avuto diversi inconvenienti importanti e dunque è già un grande successo essere giunti a destinazione. All’altezza di Borgoforte abbiamo incontrato una secca che ha provocato la rottura della girante, abbiamo anche avuto problemi col carburante. Per 100 metri di spiaggia abbiamo dovuto procedere a spinta e il caldo è stato un ostacolo ulteriore. Poi però, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a vedere la grande imbarcazione con la bandiera a scacchi, all’arrivo nel canale di Venezia: è stato davvero emozionante. La nostra vittoria è stata concludere questa gara, consideriamo il raid vinto».
Durante la giornata gli imprevisti l’hanno fatta da padroni anche per quanto riguarda gli altri partecipanti. Ad esempio a Sissa un’imbarcazione si è rovesciata e un 71enne è stato ricoverato in gravi condizioni al Maggiore di Parma. A trionfare nella sfida, che ha visto la partecipazione anche di altri cremonesi, è stato il pluricampione comasco Guido Cappellini con un record di oltre 207 chilometri orari di media.
Per Pirini, affiliato al gruppo Le Gabbiane di Chignolo Po e all’Associazione barche storiche da corsa, l’avventura non è affatto finita qua: «Parteciperò ancora e la prossima volta mi piacerebbe farlo con un’imbarcazione storica – anticipa –. Si tratta di una Racers degli anni ‘60 con motore Alfa Romeo. In provincia di Cremona ad averla siamo solo in due e si tratta di un modello che in passato ha partecipato al raid. Sicuramente affrontare il percorso con quella potrebbe essere ancora più complicato, ma è una sfida che voglio intraprendere». C’è tempo per preparare al meglio l’imbarcazione e per tornare in pista… o meglio: per tornare sul Po.
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