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LA FESTA E I FRONTI APERTI

Primo Maggio: priorità sicurezza

La Cgil: «Tenere alta la tensione sull’importanza di garantire le norme a protezione di chi lavora». La Cisl: «Mettere tutti nella condizione di vivere ogni attività senza pericoli a cominciare dai giovani». La Uil: «Non perdiamo la memoria di chi ha sacrificato la vita per un futuro fatto di dignità e rispetto»

Stefano Sagrestano

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stefano.sagrestano@gmail.com

01 Maggio 2025 - 07:00

Primo Maggio: priorità sicurezza

CREMONA - L’ennesima tragedia sul lavoro, avvenuta l’altro pomeriggio a Soresina, ha riportato di stretta attualità il problema della sicurezza e gettato un’ombra pesante sulle celebrazioni provinciali del Primo Maggio, in programma questa mattina a Crema. Nella cittadina, in un cantiere edile di via Biasini, ha perso la vita un manovratore di mezzi pesanti, MoamenKhairySelim Osman, 35enne, residente a Coccaglio, in provincia di Brescia. I sindacati unitari si schierano compatti nel chiedere una svolta nella prevenzione degli incidenti sui luoghi di lavoro.

«Bisogna tenere alta la tensione sull’importanza di garantire la sicurezza – sottolinea Elena Curci, segretaria generale della Cgil Cremona –: emerge con tutta evidenza l’importanza di proteggere i lavoratori, soprattutto quelli in appalto. Ecco perché è decisivo il referendum sulla sicurezza promosso dalla Cgil per l'8 e 9 giugno. Chiediamo di ripristinare la responsabilità dell’impresa madre nella catena degli appalti. La svalorizzazzione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto».

Elena Curci (Cgil)

Solo nei primi due mesi del 2025 nel territorio provinciale si sono avute tre morti sul lavoro, contro una nello stesso periodo del 2024. Sono diminuiti gli infortuni totali, ma aumentati quelli che hanno colpito le donne (253 contro i 238 del 2024) e che hanno coinvolto soprattutto i giovani fino a 29 anni e i lavoratori tra i 45 e i 60 anni. Preoccupanti anche gli infortuni in itinere, cioè quelli che avvengono mentre ci si reca o si torna dal posto di lavoro: 51 nel primo bimestre 2025, uno dei quali mortale; nel 2024 l’aumento sull’anno precedente era stato, addirittura, del 27,2%.

Ivan Zaffanelli, segretario generale Cisl Asse del Po, chiede interventi immediati per «fermare la strage». Poi, sottolinea: «Bisogna mettere i lavoratori nella condizione di vivere il lavoro senza pericoli ed in maniera sicura. La strada è ancora lunga, ma non bisogna fermarsi. È importante veicolare questo messaggio tra i giovani che saranno le lavoratrici ed i lavoratori del domani. Ci sono stati dei provvedimenti rilevanti fatti dal Governo, penso alla patente a crediti e all'aumento degli ispettori, ma non basta, è assolutamente necessario continuare ad intervenire, facendo in modo che ci sia una strategia nazionale. In questa fase un punto fondamentale deve essere la formazione: nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Serve anche altro: bisogna qualificare le imprese e bisogna, per esempio, utilizzare al meglio l'intelligenza artificiale che può essere una leva in grado di aiutare a colmare eventuali rischi e a gestire al meglio il processo produttivo».

Ivan Zaffanelli (Cisl)

Il segretario ricorda anche la proposta di un nuovo «patto della responsabilità che chiami a raccolta sindacati, associazioni datoriali, istituzioni, e tutta la società: un presidio corale che renda ordinarie le buone pratiche di salute e sicurezza, fondandosi su regole comuni e su un affidamento reciproco nel rispettarle. In questa direzione si inserisce anche il sostegno convinto della Cisl all’introduzione della Patente a crediti per le imprese, uno strumento di qualificazione concertata che deve diventare metodo e pratica costante per chi intende operare nel rispetto della dignità e della sicurezza dei lavoratori».

Curci aggiunge: «Ci sono purtroppo ancora aziende che fanno di tutto per non far emergere gli incidenti, per evitare le responsabilità. Non possiamo pensare di fermare questa strage fino a quando la salute e la sicurezza sul lavoro saranno viste come un ostacolo da aggirare. In troppe realtà ancora si lavora male, in fretta, sotto pressione, con l’ansia costante di perdere il posto, con un sistema degli appalti e subappalti che ha ridotto le persone a meri strumenti di produzione. È necessario che anche l’Italia metta al centro il lavoro sano e la buona occupazione».

Germano Denti (Uil)

Infine, Germano Denti, coordinatore della Uil Cremona, che invita alla commemorazione, guardando al futuro. «Il primo maggio non è una festa, ma una celebrazione nel ricordo sempre presente delle lavoratrici, dei lavoratori e dei sindacalisti che hanno sacrificato le loro vite per consegnarci un futuro fatto di dignità, lavoro sicuro e rispetto. Non perdiamo questa memoria: consegniamola alle future generazioni, in primis ai nostri figli».

PD: «FERMIAMO QUESTA STRAGE SILENZIOSA»

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Così recita l’articolo 1 della nostra Costituzione. Ci permettiamo un’aggiunta: l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro...di qualità. Non un lavoro qualunque, ma un lavoro dignitoso, sicuro, adeguatamente retribuito e strumento di realizzazione della persona». Inizia con queste parole la nota diffusa ieri dagli esponenti dem Matteo Piloni, consigliere regionale) e Michele Bellini (segretario provinciale). Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Latina, «il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale».

Michele Bellini

Il progresso civile, la piena realizzazione dei diritti e la sostenibilità del nostro modello sociale dipendono dalla qualità del lavoro, dall’efficacia delle istituzioni e dall’impegno comune degli attori economici e sociali. In occasione del Primo Maggio crediamo che una delle priorità, per non dire la principale, debba proprio riguardare la qualità del lavoro. In un tempo in cui i dati ci consegnano un aumento del cosiddetto lavoro povero, contraddistinto da basse retribuzioni e diritti non riconosciuti, e da un aumento di morti sul lavoro, intervenire sulla qualità del lavoro deve essere il principale obiettivo della politica e delle ‘stituzioni. Se non è un’emergenza questa, cos’altro dovrebbe esserlo? Dietro i freddi numeri ci sono persone, famiglie, imprese. E a queste la politica ha il dovere di dare risposte per fermare questa strage silenziosa».

Matteo Piloni

VENTURA: «INVESTIMENTI, RESPONSABILITÀ E CONTROLLI»

Marcello Ventura, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nelle ore che precedono la festa dei lavoratori, sottolinea l’impegno che a livello statale il Governo sta mettendo in campo per la sicurezza sul lavoro. «Investimenti per centinaia di milioni di euro, annunciati dalla premier Giorgia Meloni – esordisce l’esponente del maggiore partito del centrodestra –: altrettanto bisogna fare per responsabilizzare i datori. Un ruolo importante spetta a chi deve controllare gli adeguamenti alle normative sulla sicurezza e intervenire, anche in maniera repressiva, dove non si rispettano queste regole fondamentali».

Il susseguirsi di tragedie sui luoghi di lavoro, ma anche i continui infortuni meno gravi, restano un campanello d’allarme. «Nel 2025 non ci può permettere di essere ancora indietro su questi temi - conclude Ventura –: a livello locale si possono prendere dei provvedimenti, ma è evidente che su questo argomento siano decisive le politiche nazionali e regionali». Il consigliere di Fdi chiude con un appello agli imprenditori «Credo che chi manda avanti un’azienda sia ben consapevole dell’importanza del rispetto delle regole per garantire la tutela del personale, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Il lavoratore ha sicuramente una parte di responsabilità, mentre il datore deve puntare sugli investimenti e dotare la propria azienda di figure preparate nel ruolo di responsabile della sicurezza».

Marcello Ventura

Anche il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani invita ad un cambio di passo importante. «Nei primi due mesi del 2025, i casi di infortuni sul lavoro denunciati dall’Inail sono stati 92.711 in tutta Italia (+7,2% rispetto a un anno fa), 119 dei quali mortali (+19%). La Regione con il maggior numero di vittime è la Lombardia: gli infortuni mortali nei primi due mesi dell’anno nella nostra regione sono stati 27 rispetto ai 19 dello stesso periodo dell’anno precedente.

Quella della sicurezza sul lavoro è una battaglia culturale che sono chiamati a combattere tutti i livelli istituzionali, abbiamo bisogno di normative più incisive e innovative. Ma non basta. Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo costruire percorsi di informazione e formazione e avere la capacità di trasformare la sicurezza da obbligo normativo a opportunità: tutelare la salute dei lavoratori, infatti, consente alle imprese di rispondere non solo a un dovere morale, etico e legale, ma anche di ridurre i costi aziendali e di aumentare la produttività», ha detto Romani

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