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FONDAZIONE CITTÀ DI CREMONA

Beni artistici: Colace nuovo conservatore

La studiosa succede a Bona e Cordani: in carica 5 anni

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

11 Marzo 2025 - 05:05

 Beni artistici: Colace nuovo conservatore

CREMONA - Raffaella Colace, studiosa e storica dell’arte, è il nuovo conservatore della collezione dei beni artistici di Fondazione Città di Cremona. Succede a Rodolfo Bona, facente funzione per una manciata di mesi dopo il ritiro di Tiziana Cordani, nell’ottobre dello scorso anno per motivi personali e dopo 18 anni trascorsi fra le mura del palazzo della Carità. L’incarico, di durata quinquennale, è stato sancito dal consiglio di amministrazione nella seduta del 6 marzo scorso.

«La nomina del conservatore, giunta dopo un’approfondita analisi delle proposte che ci sono arrivate, è il primo importante atto che questo consiglio di amministrazione realizza dal suo insediamento e porta a conclusione l’iter avviato nel precedente mandato» commenta Giuseppe Foderaro, da inizio anno presidente di Fondazione Città di Cremona. «Non si tratta soltanto della scelta di un collaboratore, ma è significativo della forte volontà di valorizzare il patrimonio artistico dell’ente, di renderlo conosciuto e fruibile, dando seguito al lavoro portato avanti da Tiziana Cordani per anni e proseguito per alcuni mesi da Rodolfo Bona».

«I beni artistici della nostra collezione sono un’importante risorsa per rendere sempre più conosciuto e riconosciuto il ruolo di Fondazione nelle molteplici azioni del welfare locale— aggiunge —. Rappresentano inoltre il legame dell’ente con la lunga tradizione di carità dei cremonesi ancora oggi vivo, come dimostra la fiducia che viene accordata all'ente quale garante del buon utilizzo del patrimonio a favore delle fragilità».

Cremonese, Raffaella Colace si è laureata in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con una tesi sul pittore settecentesco cremonese Giacomo Guerrini, relatori i professori Miklós Boskovits e Marco Bona Castellotti.
I suoi studi sulla pittura cremonese la portano ad approfondire in seguito l’opera del pittore Robert de Longe, fiammingo attivo in città a cavallo tra Seicento e Settecento, a cui è dedicata la tesi di specializzazione, con relatori i professori Bert W. Meijer e Luigi Spezzaferro. Con questo lavoro Colace vince il XL Premio Agostino Gemelli come migliore specializzata per l'anno 1999. Sull’attività cremonese del De Longe pubblica un volume monografico negli Annali della Biblioteca e, nel 2012, contribuisce ampiamente al corposo volume sul pittore curato da Ferdinando Arisi. L’interesse per la pittura di area fiamminga e olandese sfocia in una duratura collaborazione con l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze, diretto dallo stesso Meijer. In questo ambito diventa membro dell’International Council for Curators of Dutch and Flemish art (CODART).

Decolla così una carriera da libera professionista che vede la studiosa collaborare come consulente per collezionisti privati, case d’asta, istituti bancari ed enti. È particolarmente attiva a Milano, ricevendo incarichi dal Comune per la catalogazione dei dipinti delle Civiche Raccolte d’Arte e, in tempi recentissimi, delle sepolture del Cimitero Monumentale, dove acquisisce competenze specifiche nel campo della scultura. Collabora nel frattempo a cataloghi di mostre e musei (Pinacoteca Ambrosiana, Poldi Pezzoli, Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano, il Museo di Castelvecchio a Verona, la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia) e partecipa a convegni nazionali e internazionali. All’attività di ricerca scientifica e di catalogazione, affianca esperienze editoriali e organizzative, rivestendo incarichi di segreteria scientifica in occasione di mostre a Palazzo Reale (2002) e a Palazzo Pitti (2008).

Uno sguardo internazionale che non le ha mai fatto dimenticare Cremona, dove ha collaborato per anni alla catalogazione dei beni artistici della Diocesi. «Un’esperienza molto importante e formativa», afferma la studiosa. Ha pubblicato nel 2011 e nel 2012 per Cremonabooks due volumi sugli artisti cremonesi del ‘700 e del ‘900. Dal 2019 al 2023 ha inoltre diretto Il Triangolo, la storica e blasonata galleria d’arte di vicolo Stella.

«Sono molto contenta di questo incarico perché vedo la possibilità di mettere in campo e fare tesoro di tutte le esperienze acquisite», spiega il nuovo conservatore che si è già insediata negli uffici al primo piano della Fondazione. E aggiunge: «Il patrimonio di Fondazione Città di Cremona si distingue da altre realtà simili per la ricchezza di opere d’arte custodite: non solo ritratti di donatori e benefattori, ma pregevolissimi dipinti dal ‘500 al ‘700, di autori quali Boccaccio Boccaccino, Bernardino Gatti, Bernardino Campi, Francesco Monti, Giacomo Guerrini, le cui opere sono in deposito in diversi luoghi istituzionali della città, in chiese, al Museo Civico. Una peculiarità sicuramente da valorizzare. Notevole, inoltre, il corpus dei pittori cremonesi del Novecento, un capitolo da scoprire e riscoprire sempre più. Come quello della scultura, di cui anche Fondazione possiede significative testimonianze».

Tra le priorità, «penso sia importante una catalogazione delle opere che adotti sistemi digitali-informatici, utilizzando programmi e piattaforme come quella che Regione Lombardia fornisce a musei ed enti, in modo da avere uno strumento agile che possa essere aggiornato. Questo è un aspetto molto importante, anche perché la digitalizzazione del materiale può far sì che il patrimonio di Fondazione si inserisca in un circuito sovraprovinciale. È un lavoro a lungo termine e sarà importante avviare collaborazioni ad esempio con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali presente in città, per avere il supporto di stagisti e specializzandi che abbiano così l’opportunità di una formativa esperienza professionale». Altro obiettivo, conclude il neoconservatore, è la valorizzazione della sede di Piazza Giovanni XXIII che sempre più potrebbe diventare luogo di appuntamenti culturali «invitando magari conservatori e curatori di realtà analoghe con cui mettersi in dialogo».

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