L'ANALISI
28 Febbraio 2025 - 18:57
GRONTARDO - L’intenzione di uscire dall’Unione Oglio-Ciria da parte del Comune di Grontardo verrà comunicata ufficialmente solo martedì, durante il consiglio stesso dell’Unione. La notizia, le cui voci si rincorrevano da tempo, però, non ha destato grande sorpresa tra gli amministratori degli altri Comuni dell’Unione, Corte de’ Frati, Scandolara Ripa d’Oglio e Olmeneta che già sapevano del malcontento di Grontardo.
«Sinceramente la cosa non mi stupisce più di tanto – ha dichiarato il primo cittadino di Corte de’ Frati Giuseppe Rossetti – avevamo il sentore della volontà da parte di Grontardo di uscire dall’Unione già da qualche tempo. Evidentemente l’amministrazione ha preso posizione e deciso di lasciare l’Unione Oglio-Ciria in modo ufficiale; rispettiamo questa decisione, non so se ci guadagneranno perché in termini di costi le spese aumentano quando si è da soli, mentre in Unione qualcosa viene abbattuto. Certo, le difficoltà ci sono anche quando più comuni si uniscono, soprattutto in termini di servizi e personale. Però se questa è la loro volontà, avranno fatto le giuste considerazioni».
Sui possibili, futuri scenari Rossetti rimane cauto. «Dal punto di vista amministrativo dovremo rivedere la pianta organica dell’Unione, il personale verrà ridimensionato e noi certamente ci alleggeriremo, Grontardo dovrà assumere qualcuno, invece, a meno che si pensi già ad una Unione con un altro paese limitrofo, cosa plausibile e possibile. Ma queste sono tappe che arriveranno non prima di un anno».
Concorde sulla posizione di Giuseppe Rossetti anche il primo cittadino di Scandolara Ripa d’Oglio Mattia Federici. «La notizia dell’uscita di Grontardo dall’Unione non mi ha stupito più di tanto, la volontà era stata annunciata mesi fa. Il sindaco Sparacino mi aveva avvisato che se non ci fossero stati determinati cambiamenti il loro indirizzo sarebbe stato quello di recedere dall’Unione. Come tutte, anche la nostra aveva delle difficoltà, non lo nascondo, ma ripeto chi non le ha? Probabilmente, però, i loro sforzi, nella loro visione, non sono stati sufficientemente ripagati e da qui la decisione di uscire. Io sono convinto che per paesi piccoli come i nostri una Unione sia sempre una buona soluzione: più servizi e costi ridotti. Quando Scandolara Ripa d’Oglio è entrato in Unione, ad esempio, non avevamo determinati servizi da offrire ai nostri compaesani, che oggi, al contrario, abbiamo. Rimango sempre dell’idea che tutto sia migliorabile, ma rispetto anche la decisione di Grontardo».
Nessuna sorpresa anche per Claudio Perri, sindaco di Olmeneta. «Come detto anche dagli altri amministratori, sapevamo dell’intenzione di Grontardo di uscire dall’Unione, non era un segreto. In particolare la loro posizione era soprattutto quella che sosteneva di non avere servizi adeguati rispetto alle spese sostenute. Probabile, ma non so se sarà così semplice andare avanti completamente soli. Oggi l’amministrazione di un Comune, soprattutto se piccolo, impone costi non sempre sostenibili: l’Unione può dare una mano importante». E sul possibile futuro? «Fare previsioni adesso non è semplice, noi come Unione dovremo ricominciare un’altra volta, si dovrà rivedere la pianta organica, gestire il nuovo assetto e capire cosa ne sarà dei servizi e del personale associato all’Unione».
Grontardo era entrato nell’Unione Oglio-Ciria nel 2013, al posto di Pozzaglio; l’anno successivo fu la volta di Scandolara Ripa d’Oglio. Una Unione a quattro di non semplice gestione, anche e soprattutto dal punto di vista burocratico per i numerosi passaggi formali imposti. Poi il progetto di fusione, un’idea nata a partire dal 2018 e portata avanti con tutta una serie di valutazioni e tavoli tecnici nell’ottica di velocizzare la macchina burocratica, diminuire i costi di gestione e arrivare ad avere un Comune unico di circa 4.500 abitanti.
Nel settembre 2021 il referendum per l’approvazione della fusione: Olmeneta e Scandolara Ripa d’Oglio votarono per il No, mentre Grontardo e Corte de’ Frati, inutilmente, optarono per il Sì. Non se ne fece nulla, avrebbe dovuto vincere il Sì in tutti i paesi, e probabilmente questo può aver acuito le crepe, diventate negli ultimi tempi fratture insanabili. Dopo la comunicazione ufficiale nel consiglio di martedì partirà l’iter burocratico: Grontardo lascerà l’Unione e dovrà decidere se proseguire il proprio cammino da solo o individuare un comune per un’altra, eventuale nuova Unione.
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