L'ANALISI
29 Dicembre 2024 - 17:04
SONCINO - È Peppino Fappani, odontotecnico soncinese di 69 anni, il sub che è sopravvissuto oggi all’attacco di uno squalo nelle acque di Marsa Alam. L’uomo, originario di Genivolta ma residente nel borgo medievale, è intervenuto per salvare l’amico Gianluca Di Gioia, romano di 48 anni con cui era in vacanza in Egitto, ma i suoi sforzi si sono rivelati vani. Fortunatamente, nonostante le ferite importanti alle braccia e alle gambe, non sarebbe in pericolo di vita e già in serata era stato sottoposto a un’operazione. Grande apprensione sotto la rocca sforzesca: «Seguiamo la vicenda con grande attenzione e ci auguriamo che possa fare ritorno sano e salvo a casa il prima possibile» ha commentato il sindaco di Soncino Gabriele Gallina. Così anche il primo cittadino genivoltese Giampaolo Lazzari: «In paese non s’è parlato d’altro e ho trascorso ore a raccogliere più notizie possibili sull’accaduto. Spero di aver presto buone nuove. L’intera comunità è turbata».
Fappani e Di Gioia, secondo quanto riferito dalla moglie del soncinese che ha assistito alla scena dalla banchina, si trovavano a pochi passi dalla costa. «Di Gioia stava facendo snorkeling quando, improvvisamente, è stato attaccato dallo squalo. Peppino – ha raccontato la coniuge alla cugina di lui che è riuscita a raggiungerla telefonicamente nel tardo pomeriggio – si è quindi gettato in acqua a sua volta, cercando di spaventare il predatore per permettere all’amico di liberarsi». Ma non ha avuto successo e, anzi, è stato preso di mira e azzannato. I denti dello squalo si sono rivelati fatali per il turista romano, mentre il cremonese è riuscito a sopravvivere.
Le autorità, contrariamente a quanto affermato dai testimoni, sostengono che l’incidente sia avvenuto in una zona non balneabile. Il ministero dell’Ambiente egiziano ha già aperto un’inchiesta per capire cosa sia realmente successo e quali siano le cause. Intanto, la Procura di Qusair ha sigillato l’intera area. Il corpo di Gianluca Di Gioia è stato trasportato all’ospedale di Porto Ghalib, dove Fappani è stato curato.
Gli attacchi di squali sono eventi abbastanza rari lungo le coste egiziane del Mar Rosso: tra gli ultimi episodi, la morte a Hurghada di un russo nel giugno dell’anno scorso e di due turiste nel 2022, un’austriaca e una britannica. Sempre nel Mar Rosso, un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell’anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai. Il 25 novembre scorso, Marsa Alam era poi tornata agli onori delle cronache quando uno yacht turistico, il «Sea Story», è affondato a causa di condizioni meteorologiche avverse, provocando quattro morti, sette dispersi e 33 sopravvissuti, tra cui una cittadina belga con doppia nazionalità italiana.
Casi isolati che non hanno frenato il flusso di viaggiatori verso queste coste, tra le mete più gettonate del turismo di Capodanno grazie alla sua barriera corallina popolata di pesci tropicali che lo rendono simile a un acquario godibile anche solo con maschera e boccaglio. Negli ultimi giorni, scrivono i media egiziani, gli aeroporti di Hurghada e Marsa Alam hanno registrato l’arrivo di circa 150.000 turisti di varie nazionalità: Germania e Russia sono in cima alla lista, seguite da Regno Unito e dall’Italia, al quarto posto, con tassi di occupazione alberghiera che si attestano tra il 90% e il 100%. Numeri che fanno bene all’economia locale, ma che potrebbero aver influenzato negativamente l’ambiente marino: secondo alcuni esperti, un’edilizia mal regolamentata, la pesca eccessiva e pratiche turistiche irresponsabili contribuiscono infatti a modificare l’ecosistema e il comportamento degli squali.
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