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CINGIA DE' BOTTI-SOSPIRO

Disabile aggredito dagli ultrà, Rivaroli: «Grande amarezza»

Pugno al volto prima del derby Mantova-Cremonese di sabato a un ragazzo ospite della Fondazione. Il presidente AMO: «Abbiamo preferito tornare a casa senza vedere la partita»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

10 Novembre 2024 - 16:34

Disabile aggredito dagli ultrà, Rivaroli: «Grande amarezza»

Nel riquadro, presidente AMO Luca Rivaroli

CINGIA DE' BOTTI-SOSPIRO - Avrebbe dovuto essere un pomeriggio di sport ed inclusione, ma il derby di calcio tra Mantova e Cremonese per i ragazzi della Associazione AMO di Cingia de’ Botti è stato decisamente più amaro del risultato finale. Anche perché loro, la partita, non l’hanno nemmeno vista. Sabato pomeriggio il gruppo accompagnato dal presidente AMO Luca Rivaroli e dai volontari di Inclusi-On era atteso nella tribuna del Mantova per poter vedere la gara di calcio. Con tutta la attrezzatura che permette a ragazzi ciechi, ipovedenti e con disturbi dell’attenzione di vivere l’atmosfera della gara.


Arrivati allo stadio Martelli i ragazzi si sono diretti verso la curva «passando per il percorso riservato ai tifosi del Mantova – spiega il presidente Rivaroli – perché i nostri posti erano nella tribuna di casa. Ovviamente non avevamo nulla di grigiorosso, né che potesse identificarci come cremonesi. Una volta arrivati a pochi passi dall’entrata abbiamo visto un uomo adulto dirigersi verso di noi e richiederci il contenuto della nostra borsa».

All’interno c’erano le cuffie e l’attrezzatura per trasmettere la radiocronaca dell’incontro. «Ho spiegato che cosa contenesse il borsone, non c’era niente di particolare, se non gli strumenti che servono al nostro progetto. Evidentemente innervosito dalla mia spiegazione l’uomo ha versato la birra che aveva in mano addosso al ragazzo vicino a me e poi, non contento, gli ha sferrato un pugno al volto». Immediato l’arrivo dei poliziotti in assetto antisommossa per evitare che la cosa degenerasse. «L’uomo è però riuscito a fuggire, il ragazzo che è stato colpito, residente in Fondazione Sospiro, è stato soccorso, ma fortunatamente per lui solo tanto spavento e qualche contusione».


L’episodio, però, ha suscitato un po’ di inquietudine tra i ragazzi e così il presidente ha deciso di non entrare allo stadio. «Ho visto i ragazzi piuttosto turbati e abbiamo preferito evitare di entrare a vedere la partita. Siamo tornati alle macchine e siamo rientrati a casa; ovviamente ci è spiaciuto molto, anche perché eravamo allo stadio per far vedere il derby in modo inclusivo e sereno. Tramite il nostro vice presidente Michele Arcari, che fa il preparatore dei portieri al Mantova, avevamo pensato di poter portare il nostro progetto anche nello stadio mantovano, ma direi che non è proprio andata secondo i piani».


Un gesto stupido, come spesso se ne vedono al di fuori di ogni stadio d’Italia, ma aggravato dal fatto che ha coinvolto alcuni ragazzi disabili. «La violenza è sempre da condannare, in ogni caso. Quello che a me spiace è che i ragazzi abbiano perso la possibilità di trascorrere in modo piacevole il pomeriggio. E ne siano rimasti profondamente delusi».

Il testimone Lorenzo Cerioli

IL TESTIMONE: «VENTI SECONDI DI FOLLIA»

«In meno di venti secondi si è consumata una delle peggiori scene a cui io abbia mai assistito». Inizia così la testimonianza di Lorenzo Cerioli, impegnato nel progetto della telecronaca inclusiva della Associazione AMO e che sabato era a Mantova. «L’uomo ha aggredito un ragazzo autistico sferrandogli alcuni pugni di cui uno in pieno viso al grido di «Tu non sei disabile». Il risultato è stato un paio di occhiali rotti, con montatura e lenti distrutte, un gruppo di ragazzi terrorizzati che avevano appena assistito all’aggressione, gli educatori sotto shock per non aver potuto evitare il peggio vista la reazione repentina ed improvvisa di tale delinquente».


E soprattutto un pomeriggio rovinato. «Solo un agente non in divisa, ma con distintivo in vista è intervenuto per portarci via dal luogo, mentre l’aggressore era già sparito per le vie della città. In pochi secondi questo soggetto è stato capace di recare un danno ben superiore ad un pugno. Nonostante l’episodio increscioso continueremo a fare le nostre telecronache e a condividere momenti di felicità insieme, perché crediamo che l’inclusione ed il divertimento siano la miglior arma contro l’indifferenza e, in questo caso, la violenza».

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