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IL DELITTO DI VIADANA

Maria strangolata, il 17enne dal giudice

Oggi a Brescia l’udienza di convalida del fermo del minorenne

Pierluigi Cremona

Email:

pierluigi.cremona@virgilio.it

30 Settembre 2024 - 05:10

Maria strangolata, il 17enne dal giudice

VIADANA - Omicidio volontariato premeditato o ‘solamente’ omicidio volontario? È su questa chiave di lettura che probabilmente si fonderà la strategia della difesa del 17enne di Viadana accusato della morte di Maria Campai, la 42enne di Parma trovata cadavere, giovedì 26, nel giardino di una villa disabitata di via Monteverdi, confinante con il condomino doveva il minorenne viveva con la famiglia. Nessuna arma del delitto è stata trovata. Gli investigatori ritengono che Campai sia stata soffocata, il 17enne aveva escoriazioni compatibili con l’aggressione a mani e braccia. Ipotesi che dovrà essere l’autopsia a confermare: l’incarico al medico legale Antonello Cimelli verrà tra oggi e domani. Sempre tra oggi e domani torneranno nel garage posto sotto sequestro, e dove secondo l’accusa è avvenuto il delitto, i Ris di Parma per effettuare nuovi rilievi.


Data l’età e in caso di colpevolezza, lo studente non potrà in ogni caso essere condannato all’ergastolo, per poter rientrare nel massimo della pena una persona deve aver compiuto 18 anni nel momento in cui compie il delitto. Secondo quanto previsto dalla legge per chi ha tra i 14 e i 18 anni non compiuti, la pena non può essere inferiore a 21 anni, a cui se ne possono aggiungere altri per le aggravanti. Eclatante fu il caso del duplice delitto di Novi Ligure del 21 febbraio 2001, messo a segno dai minorenni Erika De Nardo e Omar Favaro, che vennero condannati a 16 e 14 anni di reclusione. Oggi gli avvocati Paolo Antonini e Valeria Bini saranno al suo fianco nell’udienza della convalida del fermo che si terrà al tribunale dei minori di Brescia.

Il 17enne si trova invece recluso al carcere Beccaria di Milano. Anche le forze dell’ordine hanno provato a ricostruire la personalità del giovane, che fino al fatto di sangue non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Appassionato di palestra, sul suo profilo Tik Tok vi sono decine di video dove mostra con soddisfazione i suoi progressi nel fisico e l’aumento di massa muscolare, avvenuto in pochissimi anni. «Siamo increduli, era un ragazzo normalissimo, come tanti altri» dicono dalla struttura sportiva dove si allenava. Piuttosto inquietanti, invece, altri post apparsi sui social. Il 20 dicembre 2023, poco più di un mese dopo l’assassinio di Giulia Cecchettin, plaude al suo assassino, ‘Grande Filippo. La sua prima kill’, seguito dall’emoticon con faccina e cuoricini. Pochi giorni prima altri post dai toni razzisti. Bisognerà anche capire se il 17enne aveva ben chiara la gravità dei post condivisi o se ne aveva sottovalutato la portata.


Anche a scuola tutti sono sbalorditi di quanto accaduto. Gli operatori scolastici, che lo vedevano tutti i giorni, lo descrivono come un giovane educato e dai comportamenti rispettosi. Un ragazzo più silenzioso e riservato degli altri, forse: ma nessuno aveva ravvisato possibili indizi di patologie in quel carattere introverso. Nella settimana tra la sparizione della 42enne e il ritrovamento del corpo, è andato regolarmente a scuola. Sabato, davanti alla villetta dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Maria, sono comparsi alcuni piccoli segni di solidarietà e affetto: dei lumini, un mazzolino di fiori, una foto della 42enne. Sul posto è rimasta a lungo la sorella Roxana, la cui intraprendenza è stata decisiva per aiutare gli inquirenti a risolvere il giallo.

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