L'ANALISI
VERSO IL VOTO PROVINCIALE
27 Settembre 2024 - 09:22
Paolo Mirko Signoroni
CREMONA - Quello di Paolo Mirko Signoroni alla presidenza della Provincia non è stato certo un mandato facile, a partire dalla sua elezione tra le polemiche e con una maggioranza risicata in consiglio provinciale, passando per la gestione dell’emergenza Covid e i problemi legati ai rincari delle materie prime e dell’energia. Ma il bilancio del diretto interessato è «tutt’altro che negativo, come qualcuno imputa al lavoro mio e dei tanti collaboratori che mi hanno affiancato in questi anni» afferma Signoroni.
«Abbiamo ripreso a lavorare alla messa a terra di importanti opere per il territorio assicurando alla nostra provincia investimenti per oltre 170 milioni di euro. Se si considera che prima del mio mandato la Provincia era stata svuotata della possibilità di intercettare finanziamenti e investire risorse, non mi pare un risultato da poco». Un lavoro di riassestamento di un ente che, a partire dalla riforma del 2014, doveva ritrovare la propria natura di istituzione intermedia. Un lavoro avviato, che Signorini auspica «sia proseguito dalla prossima amministrazione provinciale. Dalle manutenzioni delle strade al trasporto scolastico, passando per il porto e le tangenziali, abbiamo aperto diversi tavoli che vanno portati avanti».
Tra le voci di spesa del bilancio provinciale, Signoroni si sofferma sull’esempio dell’edilizia scolastica: un caso ritenuto emblematico dell’approccio dell’amministrazione Signoroni, da più fronti tacciata di ‘immobilismo’ o ‘scarsa personalità’: «Abbiamo finanziato la riqualificazione di diversi plessi scolastici a Crema e a Cremona, anche con investimenti importanti per realizzare nuovi edifici, come le palestre. Fino ad ora, in mancanza degli spazi adeguati, la Provincia pagava un affitto ai privati per garantire il servizio agli studenti. Quando i lavori in corso (penso al Racchetti o alla palestra dello Sraffa) saranno completati, la nostra istituzione disporrà di edifici di proprietà e potrà evitare sprechi, destinando i fondi ad altri progetti. Il lavoro è lungo e passa più per i tavoli tecnici che per i tagli dei nastri, ma nondimeno va affrontato».
Anche rispetto alla rinaturazione del Po, tema che è valso all’amministrazione Signoroni l’accusa di mancato coinvolgimento del territorio anche da parte dei due candidati alla successione, il presidente uscente ha una visione differente: «Abbiamo ricevuto e accolto le perplessità delle associazioni di categoria e abbiamo riportato le nostre indicazioni critiche alla Regione. Ora è tutto bloccato e il piano originario è già stato stravolto, anche sulla base di quando fatto emergere dai territori».
Signoroni rivendica il proprio operato insomma, pur nelle difficili condizioni in cui si è esercitato, in primis le fratture di un consiglio spaccato in due: «Ho fatto il tentativo di dare deleghe a tutti, al di là del colore politico, ma non sempre questa prospettiva è stata accolta dai partiti. Spero che il dialogo tra le forze in campo, iniziato faticosamente, possa svilupparsi ora per il bene del territorio». Un auspicio che però, di fronte al tramonto dell’opzione lista unica, sembra destinato a rimanere lettera morta. E rispetto al voto di domenica, Signoroni naturalmente non si sbilancia: «Per il ruolo istituzionale che ancora ricopro, auguro solo di lavorare bene, in armonia con gli ottimi dipendenti della nostra Provincia».
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