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PIZZIGHETTONE

Pranzo e zuffa in trattoria, quattro indagati

Storia del 18 giugno dell'anno scorso. Rissa l’ipotesi di accusa che la procura ora contesta al presidente dell’associazione sportiva, a uno dei pescatori e ai titolari del ristorante, padre e figlio. C'è anche l'ipotesi di lesioni

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

03 Settembre 2024 - 14:19

Pranzo e zuffa in trattoria, quattro indagati

PIZZIGHETTONE - La gara di pesca sportiva e il pranzo per festeggiare la vittoria. La tavolata chiassosa e la richiesta di abbassare la voce per non disturbare chi stava giocando a carte. Gli insulti e le botte da orbi, dentro e fuori la trattoria. I carabinieri che arrivano e le denunce. Storia di un anno fa, domenica 18 giugno.


Rissa l’ipotesi di accusa che la procura ora contesta al presidente dell’associazione sportiva, a uno dei pescatori, rispettivamente di 61 e 68 anni, entrambi di Rozzano (Milano), e ai titolari del ristorante, padre e figlio. E, poi, c’è l’altra ipotesi di accusa: lesioni. Quelle che il vertice dell’associazione sportiva, «in concorso con altri rimasti ignoti», avrebbe causato al ristoratore, mandandolo al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Cremona con una frattura del V metacarpo (25 giorni di prognosi) e quelle che, a sua volta, il titolare della trattoria avrebbe causato al pescatore 68enne: 15 giorni di prognosi.


La procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, dando venti giorni di tempo agli indagati per presentare memorie, produrre documentazione, farsi interrogare. Il numero uno dell’associazione sportiva di pesca è difeso dall’avvocato Fabrizio Gnocchi di Pavia, che è pure campione nazionale di scopone scientifico. Si giocava a carte, quella domenica in trattoria dove per pranzo si erano fermati i pescatori dopo la gara: una tavolata di venti persone. Non si erano mai visti lì, prima di allora. Un tavolata «molto rumorosa», secondo il ristoratore che più di una volta (lo scriverà nella denuncia presentata ai carabinieri), li aveva invitati ad abbassare la voce, perché stavano disturbando le altre persone che giocavano a carte.


Verso le quattro del pomeriggio uno della comitiva di pescatori si sarebbe alzato. «È meglio andare via da questo posto di m…, qua è più importante il gioco a carte dei clienti». Il ristoratore aveva solo chiesto di abbassare la voce. Si aspettava le scuse, probabilmente. Secondo la denuncia, il pescatore avrebbe continuato a prendersela con il titolare del locale. A questo punto, dalla tavola si sarebbe alzato il presidente dell’associazione di pesca sportiva. Il quale, secondo l’accusa, anziché placare gli animi, avrebbe preso le difese dell’amico. Il ristoratore avrebbe incassato altri insulti. Il figlio si sarebbe avvicinato alla tavolata per chiedere di smetterla e, a suo dire, sarebbe poi stato circondato da altri del gruppo sportivo. Nel tentativo di farsi largo per tornare in cucina, sempre il figlio del ristoratore si sarebbe beccato di spalle un pugno violento alla nuca (a differenza del padre, il figlio non andrà al pronto soccorso a farsi refertare).


La zuffa sarebbe proseguita all’esterno. Secondo il racconto fatto ai carabinieri, il ristoratore sarebbe finito a terra, accerchiato da persone che lo avrebbero preso a calci e pugni. Nel tentativo di soccorrere il padre, a sua volta il figlio sarebbe stato strattonato, finito terra e calpestato. Uno dei clienti della trattoria intervenne, portando via dal parapiglia il ristoratore e facendo finire la zuffa. Quella domenica, arrivarono i carabinieri: identificarono alcuni pescatori e acquisirono il video girato dalla telecamera di sorveglianza. Il ristoratore fu portato in ambulanza all’ospedale di Cremona.
Il 7 luglio successivo, al titolare della trattoria il questore di Cremona, Michele Sinigaglia, aveva sospeso la licenza per dieci giorni, motivando il provvedimento con «l’allarme sociale» risuonato dopo la rissa.

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