L'ANALISI
23 Aprile 2024 - 16:43
CAORSO - Il tribunale di Milano ha accolto il primo di una serie di ricorsi promossi dai driver caorsani appoggiati dal sindacato Usb: la recente sentenza stabilisce «che tra il lavoratore ricorrente e la Brt Spa è costituito un rapporto di lavoro a tempo indeterminato sin dal 2 settembre 2019 – fa sapere proprio il sindacato –, in sostanza il reale datore di lavoro per tutto il periodo era la stessa Brt».
Un altro duro colpo, dunque, al ‘sistema’ delle cooperative esterne e degli appalti ormai tipico della logistica e dei trasporti: «Il corriere ora sarà tenuto ad assumerli direttamente e a risarcire loro 12 mensilità – continuano dal sindacato –. Una sentenza storica che, allineandosi con le conclusioni a cui giunse la Procura di Milano, che portò prima al sequestro di 102 milioni di euro e poi al decreto di amministrazione giudiziaria della Brt, sancisce l’illegittimità del comportamento della multinazionale francese. Usb confida nel fatto che le prossime pronunce per le vertenze attivate dagli altri corrieri nostri iscritti, consolideranno questo importantissimo precedente».
Tre giorni fa, però, lo stesso Usb ha proclamato sciopero proprio nella filiale della Bassa Piacentina: «L’azienda tenta di ignorare la sentenza del tribunale – è la denuncia arrivata dallo stabilimento di Fossadello – che la obbliga ad internalizzare i lavoratori degli appalti farlocchi. Brt fa il gioco di assumere i driver come impiegati. Noi non ci stiamo e quindi ci fermiamo». Secondo il sindacato, quanto emerso non fa che confermare l’importanza delle battaglie del passato: «Usb lo ha sempre denunciato, in solitudine, nel silenzio assordante dell’informazione e al costo di una pesante repressione: un silenzio e una solitudine infranti soltanto dalle lotte, dal consenso dei lavoratori, dalla militante competenza dell’ufficio legale di Usb. Il sindacato di classe fa vincere i lavoratori e afferma diritti, dignità, legalità».
Nel frattempo sempre il tribunale di Milano ha accolto la richiesta di revocare l’amministrazione giudiziaria per il corriere, applicata nel marzo 2023 a causa dell’indagine sulle presunte irregolarità nella gestione della manodopera. Durante l’ultimo anno, infatti, Brt avrebbe riorganizzato l’intero assetto interno. Per quanto riguarda i lavoratori, avrebbe fatto sapere di averne assunti direttamente circa 600.
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