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LE NUOVE AREE COMMERCIALI

Nuovo polo commerciale, Badioni: «È un progetto immorale»

Il presidente di Confcommercio Cremona attacca il progetto di Cardaminopsis: «Tutto sbagliato: luogo, consumo di suolo, impatto sul commercio»

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

13 Aprile 2024 - 05:00

Cardaminopsis, Confcommercio

Andrea Badioni e il render dell’area Cardaminopsis

CREMONA - «Questo progetto è immorale». Non usa mezzi termini Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona, per descrivere il piano di insediamento del nuovo polo commerciale Cardaminopsis che riguarda terreni nei pressi di Picenengo, per una superficie coperta pari a 12.280 metri quadrati, organizzata su due piani in un edificio di 14 metri di altezza. Secondo Badioni, non ci sono né i presupposti né le ragioni per realizzare questa struttura.

«Sono tre le ragioni che ci spingono a opporci fermamente a questo progetto – spiega Badioni –. In primo luogo, ci si sta impuntando per un insediamento su un suolo libero, quando il Piano del governo del territorio e le indicazioni per la transizione ecologica prevedono di sfruttare strutture esistenti e di evitare ulteriore consumo di suolo. La seconda ragione è l’ubicazione presso un sito – la frazione di Picenengo – che è riuscito a mantenere una certa tranquillità. Si andrebbe quindi a installare l’ennesimo ecomostro in una zona che non ne ha bisogno. Infine, si tratta di un insediamento di media struttura, che non porta valore aggiunto alla città e che, anzi, minaccia le strutture economiche già esistenti, non solo del centro, ma anche le stesse strutture di media distribuzione che si trovano nella medesima area».

Il tema che interessa maggiormente i commercianti cremonesi è, naturalmente, il problema di un’offerta sempre maggiore in un mercato cittadino ormai saturo e che non necessiterebbe, quindi, di ulteriori strutture. «La situazione dell'economia cremonese è sotto gli occhi di tutti. Perdiamo il 20% delle attività di vicinato e assistiamo a una drammatica desertificazione del centro città. Sarebbe assurdo accogliere l’ennesima attività che non porta clienti né al centro, né alla periferia. Svuoterebbe un bacino di utenza commerciale già esistente per riempirne un altro».

Un cantiere attrezzato per la realizzazione di un grande polo commerciale alle porte di una città

La realizzazione di questo centro commerciale comporterebbe anche, secondo Badioni, un danno consistente anche al mondo lavorativo. «Non porterebbe valore aggiunto neanche per quanto concerne le risorse umane impiegate: si servirebbero di contratti di formazione con una retribuzione molto bassa». Badioni raccoglie l’eredità dell’ex presidente di Confommercio, Claudio Pugnoli, che già vent’anni fa aveva evidenziato in Regione l’impatto negativo che una struttura commerciale insediata in quell’area avrebbe potuto determinare. Proprio da Regione Lombardia è arrivato il punto di svolta, con l’attivazione della procedura di Valutazione di impatto ambientale, su temi quali: atmosfera, rumore, ambiente idrico, consumo di suolo, salute pubblica, biodiversità e paesaggio.

«Questa è l’occasione per dare un segnale forte a tutto il sistema d’impresa cremonese – commenta Badioni –. Regione Lombardia manifesta dei dubbi? Allora invertiamo la rotta: fermiamoci e ammettiamo che non serve a nessuno. Ci dicono che questi progetti sono eredità dalle amministrazioni passate. Ora si deve fare sistema e dire chiaramente che questa struttura non deve essere fatta: ci aspettiamo che la politica prenda coraggio e ammetta che insediamenti di questo genere non sono più utili né adatti alla città».

Ora la palla passa quindi alla Regione, che dovrà valutare la fattibilità ambientale del polo commerciale. Gli studi che verranno effettuati prossimamente potrebbero determinare misure di compensazione o mitigazione ambientale da realizzare contestualmente all’opera, o addirittura lo stop dei lavori. La partita è aperta e le realtà locali – dalle associazioni ai comitati contro la cementificazione e il consumo di suolo – sono sul piede di guerra: «Confcommercio – conclude Badioni – porterà in Regione Lombardia le istanze del mondo economico cremonese, manifestando tutte le ragioni per cui non vogliamo questo ennesimo ecomostro».

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