L'ANALISI
08 Aprile 2024 - 05:15
RIPALTA CREMASCA - «Duecento famiglie residenti sul territorio comunale non pagano la tassa rifiuti, causando un danno di circa 30mila euro in media all’anno. Se a questi aggiungiamo le multe e altre imposte non pagate arriviamo a una cifra di quasi 60mila euro, che grava annualmente sul bilancio comunale». A lanciare l’allarme è il sindaco Aries Bonazza, che si trova a fare i conti con mancate entrate.
«Se consideriamo che a Ripalta ci sono circa duemila famiglie, arriviamo a un 10% per cento di cartelle non pagate, questo soltanto di Tari. Per la tassa rifiuti abbiamo avuto mancate entrate per 24.980 euro nel 2020, dove già avevamo fatto uno sconto per via del Covid, per 20.330 nel 2021, per 24.902 nel 2022, che sono diventati addirittura 34.384 lo scorso anno. Queste cifre sono messe nel bilancio preventivo e se alla fine non entrano vanno recuperate tagliando altri servizi».
Bonazza fa notare un paio di incongruenze nel modo di comportarsi di molti contribuenti: «Il piano finanziario della raccolta rifiuti al Comune è costato 342.454 euro nel 2022 e 347.932 nel 2023. Sono soli che la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento reclama e riceve indipendentemente da quanto poi noi riusciamo a incassare. La differenza è dunque tutta a carico del Comune. Faccio notare che Ripalta è uno dei Comuni più ricicloni del Cremasco e per questo le tariffe sono più contenute. Secondariamente, rimaniamo uno dei pochissimi enti locali che non applicano l’addizionale Irpef».
Gli importi delle tariffe non pagate sono assai difficilmente recuperabili, come spiega lo stesso sindaco: «Entrano nel capitolo delle entrate di dubbia esigibilità. Sotto i mille euro, le cartelle emesse e non pagate non vengono recuperate perché non è conveniente. Oltre all’evasione della Tari, abbiamo anche una cifra di almeno 15mila euro all’anno di contravvenzioni non pagate, più altre imposte che vengono evase. Questo rappresenta un danno per il Comune, ma è anche un segnale preoccupante».
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