L'ANALISI
30 Marzo 2024 - 10:56
RIVOLTA D’ADDA - Una raccolta di firme per dire «no» al forno crematorio a fianco del cimitero comunale. Partita sostanzialmente mercoledì nella tarda serata, subito dopo il voto favorevole alla manifestazione d’interesse da parte del consiglio comunale, a ieri aveva già visto l’adesione di 250 persone. Si può firmare all’indirizzo https://www.change.org/p/fermiamo-il-forno-crematorio-di-rivolta-d-adda.
«Il sindaco Giovanni Sgroi ha dichiarato il suo intento di coinvolgere i cittadini nell’esprimere le proprie opinioni se e quando l’istanza verrà approvata da Regione — sottolineano i promotori nella presentazione delle petizione —: attualmente il nostro Comune ha votato a favore e verrà presentata l’istanza a Regione. Il prossimo passo sarà attendere la possibile approvazione dalla Regione, a quel punto verrà definito un progetto. Siccome l’amministrazione comunale ha espresso un’opinione favorevole verso la partecipazione dei cittadini a condividere le proprie opinioni a riguardo, abbiamo la possibilità di contribuire a bloccare questo possibile progetto».
L’obiettivo è di raggiungere le 500 sottoscrizioni, per poi alzare ulteriormente l’asticella. Non si tratta di una petizione riservata ai soli rivoltani. L’esempio è quanto venne organizzato tre anni e mezzo fa a Spino d’Adda con in testa il comitato Ambiente & Benessere e altri volontari, oltre alla lista di minoranza. Migliaia di adesioni contro il forno crematorio, progetto che poi venne accantonato a gennaio 2023 dall’amministrazione comunale. Come noto da qualche giorno, il forno ha il sostegno di 38 amministrazioni dell’Area omogenea cremasca.
Le rispettive giunte hanno già votato a favore del protocollo d’intesa. Rivolta è il Comune capofila, avendo un piano di governo cimiteriale che già permette la costruzione di un impianto. Un forno targato Area omogenea cremasca, per rispondere alle sempre più numerose ultime volontà, che vanno in tale direzione. Con l’approvazione in consiglio di metà settimana, a questo punto la richiesta dell’Area omogenea, presentata da Rivolta, è candidabile al bando regionale. Passeranno mesi, prima che la Regione si pronunci sulla candidatura cremasca alla raccolta della manifestazione d’interesse. Se ne saprà di più a settembre.
Se arriverà l’ok, a quel punto toccherà a Consorzio.It, società partecipata dai Comuni, occuparsi dell’iter progettuale e della successiva gara d’appalto. Sarà un privato a dover costruire il forno a proprie spese, avendo poi come ritorno gli incassi del costo delle cremazioni. Nel Cremasco non ci sono altri forni, il più vicino è a Lodi, poi c’è quello di Cremona.
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