L'ANALISI
08 Gennaio 2024 - 05:20
SORESINA - Se mai dovesse esistere un tema spinoso e divisivo in grado di spaventare don Angelo Piccinelli, parroco di Soresina, di certo non è ancora stato scoperto. In una lunga lettera ai fedeli, pubblicata sul notiziario parrocchiale, l’arciprete si è infatti espresso prendendo posizione contro scuole e Comuni che, come riportato dai media nazionali, in queste ultime settimane hanno deciso, per ragioni di inclusione, di escludere Gesù, così come ogni riferimento alla religione cattolica e al cristianesimo, da rappresentazioni, opere artistiche, spettacoli e anche canti.
Il giudizio è lapidario: «Il presepio laico ed inclusivo, che ha defenestrato i protagonisti della scena, si rivela, in realtà, più esclusivo e discriminante che mai – scrive Piccinelli –. Come capita spesso nelle relazioni umane, chi si presume perfettamente incluso, anche nella Chiesa, rivendica il diritto e il dovere di notificarti se sei dentro o fuori; chi si sente escluso e pretende l’inclusione impone condizioni che, di fatto, emarginano e zittiscono altri presunti o diversamente inclusi. Paradossi e bizzarrìe della nostra specie!».
Un po’ di contesto: nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia che riguarda una scuola elementare di Padova dove, per via della multi-etnicità e delle diverse confessioni degli studenti, si è deciso di eliminare il nome di ‘Gesù’ dalle recita di Natale, sostituendolo, forse un po’ goffamente, con ‘cucù’. Prima ancora aveva suscitato polemiche e indignazione il ‘presepe laico’ di Marco Lodola, presentato in diretta sulla Rai, con Amadeus e Laura Pausini nel ruolo di Giuseppe e Maria, oltre a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Jovanotti e Giorgia come pastori. Una provocazione, ovviamente, che non è però così rara. Anzi, va sempre più di moda rivisitare il presepe ornandolo con altre statuine tra elfi, gnomi, calciatori, personaggi dei cartoni animati e chi più ne ha più ne metta. A Napoli, per esempio, la presenza di Maradona nel collettivo religioso è quasi obbligatoria. E fin lì tutto bene. Il problema si pone quando, deliberatamente, si decide di togliere tutti i riferimenti al cristianesimo, quasi a spregio.
Nella lunga disamina, il parroco riporta a tal proposito una sua versione del ‘Presepe moderno e non offensivo’. Gliel’ha inviata un amico per lettera e lui volentieri la usa come monito: «Non contiene animali per evitare accuse di maltrattamenti. Non contiene Maria, perché propone l’immagine di una donna prona al patriarcato. Quella del falegname Giuseppe non c’è perché il sindacato non ne autorizza l’uso. Gesù Bambino è stato rimosso perché non ha ancora scelto il suo sesso, se sarà maschio, femmina o qualcos’altro. Non contiene più i Magi, perché potrebbero essere migranti e uno di loro è nero (discriminazione razziale, xenofobìa). Non contiene una stella cometa per ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento luminoso. Inoltre, non contiene più un angelo per non offendere gli atei, i musulmani e le altre credenze religiose. Infine, abbiamo eliminato la paglia, a causa del rischio di incendio, perché non conforme alla norma europea 69/2023/CZ. È rimasta solo la capanna, realizzata in legno riciclato proveniente da foreste conformi agli standard ambientali ISO, alta esattamente 2.70 metri, il minimo per ottenere l'abitabilità». E chiosa: «Ha ragione il mio amico, non c’è proprio di che divertirsi».
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