L'ANALISI
26 Dicembre 2023 - 16:05
Don Giambattista Piacentini e il vandalismo alla statua di Gesù del 2018
CASTELLEONE - A distanza di cinque anni si ripete l’antipatico, per usare un eufemismo, copione che fa inorridire i fedeli del borgo (e non solo). Distrutta la statuetta del Gesù Bambino che era posta al centro del presepe cittadino, in via Roma, raffigurante la scena della Natività. L’atto vandalico, compiuto nottetempo, ma adesso l’opera è già stata riparata e rimessa al suo posto.
L’arciprete della Città di Torre Isso don Giambattista Piacentini condanna ovviamente il gesto ma, allo stesso tempo, chiede di mantenere la calma per evitare di dar soddisfazione agli incivili: «Oggi mi sono recato a presentare regolare denuncia. Chi può essere stato? Non saprei dirlo. Forse si è trattato di un gruppo di giovani su di giri, la cui ragazzata di cattivo gusto è degenerata sfuggendo di mano. Personalmente, però – aggiunge il parroco – credo non si debba dare eccessivo risalto alla pur ovvia negatività di questo episodio. Anzi, finiremmo probabilmente per dar soddisfazione agli autori che immagino non cercassero altro».
Una brutta storia, non inedita però. Un caso quasi identico, pur dai contorni meglio definiti perché al tempo si arrivò in breve a identificare i responsabili, è scritto nelle cronache del 2018. Vittima della leggerezza, come minimo, di un gruppo di minorenni del posto fu, anche allora, la statua del Cristo infante. Medesima opera, identico presepe. Il gruppetto voleva farsi un ‘selfie’ con l’immagine sacra, ma il fotografo finì per distruggere l’effige. Poi la fuga. Anche questa volta, come si è poi accertato nel 2018, è probabile che non si sia trattato di un gesto volontario. È anzi più probabile, almeno stando alle testimonianze ancora da verificare di alcuni presunti testimoni indiretti, che l’azione si possa ricondurre a una comitiva di giovani usciti da un locale, quasi certamente dopo qualche bicchiere di troppo.
A sostenere questa tesi, anziché quella ormai fuori dai radar sia degli inquirenti che della parrocchia, cioè l’ipotesi dell’atto sacrilego, ci sarebbero anche le condizioni e il luogo di ritrovamento della statuina. Innanzitutto l’immagine sacra non è stata profanata o sfregiata, si è semplicemente rotta in più pezzi, probabilmente cadendo a terra. In secondo luogo è stata trovata poco distante dai portici e dalla chiesa, abbandonata con noncuranza, in evidente fretta. Insomma, lo scenario sembra chiaro già a poche ore dal misfatto. Ma, per ora, si tratta di mere supposizioni. Che, comunque, troveranno con ogni probabilità una veloce conferma o smentita.
Perché? Facile a dirsi: chiunque si sia macchiato di questo comportamento infantile e poco edificante, non ha chiaramente fatto caso agli occhi virtuali che aveva puntato addosso. Anzi, ha scelto forse il luogo meglio sorvegliato del Comune, cioè la piazza con via Roma. Proprio sul presepe, infatti, si trovano due telecamere accese 24 ore. E, come se non bastasse, il resto del porticato è disseminato di strumenti di sorveglianza privata. Al netto della denuncia presentata e della segretezza delle indagini probabilmente già a buon punto, in definitiva, i responsabili hanno dunque, nella migliore delle ipotesi, non più di un paio di giorni al massimo per presentarsi col capo chino e chiedere scusa. Magari con qualche addobbo in più per il presepe, che non guasta mai.
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