L'ANALISI
06 Dicembre 2023 - 05:20
Gian Paolo Taino mentre guida un calesse trainato da una pariglia di cavalli
SORESINA - «Ho sempre creduto che l’amore per questa disciplina fosse nato per una casualità. Poi ho scoperto che non era così perché è strettamente legato alle mie origini soresinesi». Gian Paolo Taino racconta la sua passione per gli attacchi, uno sport molto praticato nei paesi nordici ma quasi sconosciuto in Italia. Eppure, fino a metà ’900, anche nel nostro territorio cavalli, calessi e carri erano comunissimi mezzi di viaggio e trasporto. «In molti non sanno di cosa stiamo parlando — specifica Taino —. La cultura e la tradizione degli attacchi è una disciplina che vuole promuovere ed incoraggiare la passione per il cavallo carrozziere, aumentare il numero dei praticanti dello sport delle redini lunghe, contribuire a far conoscere e salvaguardare il patrimonio di carrozze d’epoca esistente in Italia. Il Turismo Equestre in Carrozza ne fa parte e individua percorsi adatti a passeggiate. Soresina, con la sua meravigliosa campagna, è il luogo ideale. Ma questo sport dilettantistico è molto di più perché è fatto di manifestazioni, quali sfilate, esibizioni, stage, visite a musei».
Il cavallo non viene montato e protagonisti in questo caso sono, oltre all’animale, il cocchiere, i groom, l’equipaggio che devono tener conto di alcune regole nella scelta dell’abbigliamento. Infatti le persone che sono sulla stessa carrozza devono essere vestite in modo omogeneo tra loro ed in armonia con il tipo di calesse. Il conducente comunica con l’animale con la voce, le lunghe redini e il frustino che non ha mai funzione punitiva. Taino confessa di aver sempre amato i cavalli: «A cinque anni ho visto per la prima volta un purosangue e ne sono rimasto affascinato. Una volta maggiorenne, fatta la patente, mi sono ritrovato casualmente ad accompagnare nei maneggi, un maniscalco e ho imparato l’arte di ferrare i cavalli, la mascalcia. Nel 2005 compro il mio primo purosangue, Paco, e assieme all’animale mi viene regalato un calesse. Facendo il fabbro mi diverto a sistemarlo e scopro di avere una grande manualità e soprattutto un’immensa passione».
In breve tempo l’abilità di Taino esce dai confini soresinesi. «Cominciano a contattarmi per restaurare carrozze di firma — racconta — tra i nomi noti i Castagna di Milano, e dopo poco tempo mi chiamano addirittura ditte francesi. Col tempo inizio a acquistare calessi per me e realizzo un grande sogno: possedere una pariglia di cavalli tutta mia, più precisamente stalloni di razza frisona». Taino ha radunato in un unico locale tutta la sua collezione, una sorta di museo.
«Ora posseggo numerose carrozze, calessi, set da viaggio che includono diversi bauli, ombrelli antichi, abbigliamento estivo ed invernale per il conducente e la sua dama, frustini di diverse dimensioni. Faccio parte del G.I.A ( Gruppo Italiano Attacchi, ndr), un’associazione riconosciuta a livello internazionale che divulga l’amore per questa disciplina. Sono stato nominato recentemente direttore di campo, un titolo importante perché svolgo la funzione di giudice nelle competizioni. La mia grande passione però sono i concorsi in cui si premiano le sfilate d’eleganza associate all’attacco completo e tutti i suoi accessori. Nel 2021 ho vinto una delle manifestazioni più importanti del circuito: ‘Verona in carrozza’».
Taino è molto legato al suo territorio perché la sua grande passione ha avuto origine proprio a Soresina. Se negli anni ha creduto alla casualità degli eventi che l’hanno portato a scoprire questa disciplina, dopo una visita ad un santuario ha cominciato a pensare che si potesse parlare di sincronicità. «Ho sempre creduto che l’amore per questa attività ludica fosse nato per una fatalità. Poi ho scoperto che non era così: una tavoletta devozionale datata 1903 aveva segnato il mio destino. In piena campagna soresinese sorge il santuario della Madonna di Ariadello. Un luogo che merita di essere visitato perchè racconta, attraverso l’iconografia, la devozione popolare, un mondo contadino, da sempre esposto a mille avversità, che si rivolge alla Madonna nei momenti del bisogno. Appesi alle pareti ci sono circa ottanta ex voto, importanti elementi artistici che ripercorrono la storia del santuario, dalla sua fondazione».
«Tra le tante tavolette - continua - una in particolare ha catturato la mia attenzione: vi è raffigurato il mio bisnonno, Angelo Chinasi, artigiano come lo sono io. Nel 1903 mentre era impegnato al lavoro ‘Il cavallo s’infossa, il carico si rovescia travolgendo il conduttore che si salva per l’intervento della Madonna’. Questo è quanto riportato testualmente nel dipinto votivo. Non vi dico il mio stupore nello scoprirlo dopo una passeggiata in calesse. Il Santuario di Ariadello, che conoscevo da sempre ma non avevo mai visitato con puntigliosa attenzione, mi ha riservato questa incredibile scoperta. Un carro trainato dai cavalli era nel mio dna». Se girovagando per la campagna intorno a Soresina si sente lo scalpitare dei cavalli, non è improbabile incontrare, tra rogge e canali, Gian Paolo con la sua pariglia.
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