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ECONOMIA E AMBIENTE

Ha già investito sul green oltre un’impresa su tre

Symbola-Unioncamere: provincia virtuosa per avanzamento della transizione eco. Timpano (Cattolica): «La spinta normativa è essenziale, accelerazione nel 2024»

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

03 Novembre 2023 - 05:00

Cremona sempre più green con Lgh

CREMONA - Più di un terzo delle imprese della provincia di Cremona ha effettuato eco-investimenti nel quadriennio 2018–2021 o investirà in prodotti e tecnologie green nel 2022: il dato che fotografa lo stato di avanzamento della transizione verde sul territorio cremonese emerge dal rapporto GreenItaly promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Centro Studi Tagliacarne, Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, esperti e associazioni imprenditoriali. Un «diario di bordo» che attraverso numeri, tendenze e case histories offre uno spaccato sulla green economy e sui suoi effetti sulla competitività dei sistemi produttivi.

Francesco Timpano, docente di Politica economica alla facoltà di Economia dell’università Cattolica, commenta: «Nel quadro nazionale, la provincia di Cremona si colloca nel secondo dei quattro cluster. Un posizionamento positivo, dovuto in particolare alla spinta regolatoria. Se il movente etico resta essenziale, è in crescita il rilievo degli obblighi di rendicontazione per le imprese chiamate a documentare il proprio impegno nella lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Non a caso le province in cui si rileva una maggiore intensità sono quelle con un più elevato tasso di industrializzazione. A Cremona esistono realtà industriali impattanti che stanno compiendo enormi sforzi di investimento sul fronte green».

Timpano analizza anche il rovescio della medaglia: «Il territorio cremonese non è posizionato altrettanto bene in termini di numerosità assoluta delle imprese che hanno imboccato la svolta verde. Un dato di fatto legato alla prevalenza di piccole e medie imprese che non hanno ancora ricevuto la spinta necessaria ad investire. L’impulso, infatti, proviene essenzialmente da due fronti: il settore bancario e le filiere. È inevitabile che le realtà meno strutturate, non ancora investite dalle esigenze di certificazione, siano un passo indietro. Ma io sono convinto che questo sia l’anno zero e che fra il 2024 e il 2025 la transizione verde subirà una importantissime accelerazione».


Le imprese green-oriented risultano più competitive rispetto alle imprese non eco-investitrici, come si evince dalle previsioni aziendali per il 2023. «Il 43% delle imprese che ha realizzato investimenti green — si legge nel rapporto — si attende un incremento della produzione, superando di 7 punti percentuali la quota delle imprese non eco-investitrici. Analogamente, risulta più elevata tra le eco-investitrici la percentuale di imprese che si aspetta un aumento del fatturato, pari al 47% dei casi (40% per le imprese che non investono nel green). Anche relativamente agli occupati e alle esportazioni, la quota di imprese che dichiara un incremento della performance nel 2023 è maggiore tra le imprese green-oriented. In particolare, il 29% delle imprese green prevede un aumento del numero di occupati (19% non investitrici), mentre il 30% ipotizza un aumento delle esportazioni (20% non investitrici)».

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