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Ponte e raddoppio, insidie e progetti

Il raddoppio ferroviario della linea Codogno-Mantova e le prossime ripercussioni anche sulle infrastrutture

Elisa Calamari

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12 Ottobre 2023 - 05:15

Ponte e raddoppio, insidie e progetti

PIZZIGHETTONE - «Quale sarà l’impatto del nuovo ponte ferroviario e come si intende sopperire alla lunga mancanza del servizio, legata alla demolizione del vecchio viadotto?». ll raddoppio ferroviario della Codogno-Mantova, ma soprattutto l’intervento che riguarderà il manufatto sull’Adda, sono stati al centro dell’ultimo consiglio comunale. E lì Elisa Mancinelli (Insieme si Cambia Pizzighettone) si è rivolta alla giunta per esprimere perplessità e timori, ponendo appunto queste domande.


La consigliera ha inoltre domandato notizie sulle tempistiche del progetto, suggerendo un incontro pubblico visto che oltre al nuovo ponte è in programma la soppressione dei passaggi a livello con nuovo cavalcaferrovia, due rotonde e quattro bretelle tra provinciale 234 e via Cremona «con sacrificio di ampia zona verde – ha detto – che certo non potrà essere sostituita». Quanto al ponte, Mancinelli ha appunto domandato «se sono state chieste garanzie per i numerosi pendolari, lavoratori e studenti, che usufruiscono della tratta per gli spostamenti necessari, visto che l’opera prevede, come dichiarato da Rfi, la sospensione del servizio per lungo periodo».

Interruzioni che secondo la consigliera potrebbero essere quantificate in anni e che rischiano di mandare in tilt anche la viabilità su strada. A rispondere in aula è stato il sindaco Luca Moggi: «Il progetto del raddoppio è un tema molto importante che ha già visto questa Amministrazione interloquire in via preliminare con Rfi - ha premesso - per ragionare insieme alcune soluzioni progettuali, che andranno condivise opportunamente con la comunità».

Il sindaco ha quindi ripreso quanto pubblicato sui siti istituzionali in funzione del cosiddetto dibattito pubblico indetto dalla Rete ferroviaria, con particolari specifiche sul cronoprogramma, per rendere tutti consapevoli del percorso articolato che dovrà portare al progetto definitivo: ad oggi esiste solo un progetto di fattibilità tecnico-economica. «Sottolineo anche il coinvolgimento della Provincia di Cremona – ha continuato Moggi –, delle aziende principali che si trovano sulla Codognese e di eventuali privati interessati, specie per quanto riguarda opere compensative inerenti la viabilità veicolare e del traffico pesante. Restiamo in attesa di avere dettagli da parte di Rfi – ha concluso circa le domande di Mancinelli – e ci dichiariamo pronti per supportare adeguatamente il dibattito pubblico».


Intanto, leggendo le relazioni progettuali, si scopre che il nuovo ponte sarà a doppio binario ma a singola campata, con luce netta tra i due fusti pari a 17,2 metri. L’impalcato sarà costituito «da un solettone a travi incorporate per un totale di 23 travi presenti, inglobate in un getto di calcestruzzo armato». La larghezza complessiva sarà pari a 13,70 metri e i binari saranno posti ad interasse pari a 4 metri. L’altezza sarà invece di 5,50 metri, mentre le fondazioni sono previste su pali in cemento armato di grande diametro. Le demolizione del vecchio viadotto prima della ricostruzione si rende necessaria vista la presenza delle due centrali idroelettriche.

«A seguito di indagini sulla zona interclusa tra il ponte esistente e le centrali – viene precisato infatti sui report di Italferr –, sono emerse interferenze dovute proprio alla presenza degli impianti. Entrambi sfruttano un salto artificiale di circa quattro metri originato dalla vicina traversa, costruita a protezione del ponte ferroviario esistente. Pertanto, la soluzione del 2019 con costruzione del viadotto a valle di quello esistente non è più fattibile a causa delle suddette interferenze».

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